NESSUNO TOCCHI I BAMBINI
Nel corso degli ultimi sanguinosi conflitti, oltre a decine di milioni di adulti (militari, civili, anziani, ecc), sono stati uccisi centinaia di migliaia (forse milioni) di bambini sotto i bombardamenti, per abusi militareschi, per fame, per malattia, per esodi, ecc.
La lista dei Paesi colpiti é piuttosto lunga. Ricordo: Afghanistan, Iraq, Cecenia, Ruanda, Siria, Yemen, Somalia, mare Mediterraneo e, ultimo-in corso- l'Ucraina. Un vero e proprio genocidio! Maledetta la guerra e chi la provoca e chi la sostiene. PACE, PACE, PACE. Prima che la catastrofe si abbatta contro l'Italia e l'Europa, contro Euro-Asia che é la parte del mondo più appetibile in una futura, probabile spartizione bipolare fra Usa e Cina. Poiché- come scrivo da tempo- la "civiltà", lo sviluppo si stanno spostando dall'area euro-atlantica al Pacifico. Scrivo questo post, che so servire poco o nulla, non come ex membro delle Comm/ni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati, ma come nonno che sente il dovere di fare qualsiasi cosa per preservare la vita di tutti i bambini del mondo. (Agostino.Spataro)
GENTE D’ITALIA, A MONTEVIDEO NESSUNA CELEBRAZIONE PER IL 25 APRILE
Montevideo - “Per il terzo anno consecutivo la Festa della Liberazione non ha avuto alcuna commemorazione ufficiale in Uruguay. Le istituzioni italiane hanno preferito mantenere il silenzio più assoluto sulla data che ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo nel 1945 e che a Montevideo è passata praticamente inosservata”. Come riportato dal sito Gente d’Italia, quotidiano online il cui obiettivo è raccogliere le principali notizie provenienti sia dalla penisola che dal continente americano, “l’unico messaggio pubblicato sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Montevideo riguarda la chiusura degli uffici in occasione della festa. Tradizionalmente, il 25 aprile veniva celebrato alla Casa degli Italiani di Montevideo dove il Comites locale e l’Ambasciata organizzavano una cerimonia con la deposizione di una corona di fiori sotto la targa commemorativa e a volte si cantava anche Bella Ciao. Finché è stato possibile alla cerimonia venivano invitati anche i vecchi partigiani a raccontare la loro storia e a portare la testimonianza di quei drammatici avvenimenti. L’importanza della festa è calata notevolmente nel corso degli ultimi anni fino a finire nel dimenticatoio con le ultime due edizioni saltate a causa della pandemia. La scelta di mantenere il silenzio sulla festa è stata pesantemente contestata dalla minoranza del Comites”. “Mai visto qualcosa del genere negli ultimi 25 anni. Una mancanza di rispetto alla collettività, all’Italia e ai caduti” dice indignato Alessandro Maggi, consigliere della lista Unitalia. “Il silenzio dell’Ambasciata, dell’Istituto di Cultura e dell’attuale Comites è una vergogna. Questi gesti dividono la collettività e negano la storia. Esigiamo spiegazioni al riguardo”. A rinunciare alle celebrazioni sono stati quindi quasi 106.500 italiani, ospitati in Uruguay. (NoveColonneATG)
A CRACOVIA L’INCONTRO AL FEMMINILE PROMOSSO DAL COMITES POLONIA
CRACOVIA - Dopo il debutto a Varsavia, il Comites Polonia porta a Cracovia l’iniziativa “Incontro al femminile”. Appuntamento il prossimo 5 maggio dalle 18.00 nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura. L’incontro è rivolto sia alle donne italiane residenti in Polonia che vogliono conoscere altre connazionali e confrontarti con loro sulle proprie esigenze e sulle iniziative da realizzare; sia alle donne polacche che conoscono l’italiano e vogliono fare nuove conoscenze. Per partecipare occorre scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. (aise)
LAVORO - I° MAGGIO - CGIL CISL E UIL "AL LAVORO PER LA PACE" AD ASSISI - LANDINI (CGIL): IL MONDO DEL LAVORO E' PER LA PACE . TORNARE ALLA TRATTATIVA.. LAVORO: NON POSSIAMO LASCIARE I GIOVANI AD UN FUTURO DI PRECARIETA'"
"Il mondo del lavoro è per la pace, contro qualsiasi guerra, da qualsiasi parte questa arrivi "... " Non possiamo accettare di ritornare al fatto che la guerra sia il normale strumento di regolazione dei rapporti tra le persone e tra gli stati. Ma dico con altrettanta nettezza che la guerra non si sconfigge con la guerra” e "Non è possibile pensare che siamo più sicuri se aumentano gli investimenti in armi." Ed ancora "Io credo che da questa giornata di mobilitazione debba arrivare una sola voce che dice: non è momento di riarmare, ma il momento della trattativa." È il momento di discutere del disarmo, della coesione e del multilateralismo”. Così il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, concludendo con gli altri due Segretari Generali di CISL Luigi Sbarra, e UIL Bombardieri, la manifestazione nazionale organizzata dai tre Sindacati Confederali ad Assisi, per parlare di Pace, lavoro e della difficile situazione economica e sociale italiana. "E sotto gli occhi di tutti che la gente non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese ed è necessario mettere dei soldi nelle buste paga e nelle pensioni, per reggere l'urto di questo assurdo aumento dei prezzi". Dunque, in Europa e in Italia "c'è necessità che si sostenga il lavoro, si sostengano le pensioni." Ed al Presidente del Consiglio, che non ha avuto ancora il tempo di discutere con le organizzazioni sindacali, diciamo una cosa molto semplice: per risolvere i problemi delle persone bisogna migliorare la quattordicesima e indicizzare le detrazioni al livello reale dell'inflazione”. ha fatto presente il Segretario della CGIL facendo presente come durante la pandemia "siano aumentate le diseguaglianze". di qui la richiesta "un contributo di solidarietà straordinario, per aiutare chi oggi non arriva alla fine del mese.... come la tassazione degli extra profitti”. "Un gesto non solo politicamente forte ma di unità e di giustizia sociale." Quindi, Landini ha affrontato il drammatico tema della precarieta' . Una precarieta' che avrebbe dovuta essere temporanea ma che si è trasformata in permanente "non possiamo lasciare ai giovani un futuro fatto di eterna precarietà." La proposta: " Proponiamo un'unica forma di contratto, fondato sulla formazione e che sia finalizzato alla trasformazione a tempo indeterminato e alla stabilità del lavoro”. Inoltre, "aumento dei salari e rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, in riferimento all'inflazione reale" Sostanziale il discorso dei contributi : dare fondi alle imprese per i contributi come sono stati dati in questi due anni più di 100 miliardi, a condizione che non si licenzi, non si delocalizzi e trasformi i contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato" (01/05/2022-ITL/ITNET)
MENDOZA: LA SCUOLA ITALIANA CELEBRA I PRIMI 90 ANNI DI VITA
MENDOZA - Ha compiuto 90 anni di vita la Scuola Italiana di Mendoza che ha celebrato questo importante traguardo inaugurando nuove aule per il ciclo d'istruzione secondaria. Ne dà notizia il consigliere Cgie Marcelo Romanello, presente alla cerimonia insieme al sindaco di Guaymallén, Marcelino Iglesias, alla console vicaria Alba Di Giamberardino, alla Presidente del Comites di Cuyo Marcela Beatriz Penna, a dirigenti di associazioni di varie regioni italiane, tutti accolti dalla dirigenza scolastica. La cerimonia ha visto alternarsi interventi degli studenti alla inaugurazione delle aule che portano il nome delle Regioni italiane: a tagliare il nastro i rappresentanti di ogni Regione. Una “vera festa italo argentina”, durante la quale non sono mancati riconoscimenti per gli insegnanti. (aise)
L'IMPORTANZA DELLA MEMORIA STORICA: QUANDO I MIGRANTI SFRUTTATI ERAVAMO NOI
Bologna - Il ricordo di una nonna che nascondeva gli ebrei è stato d'ispirazione per un progetto di accoglienza dei migranti: la memoria storica è fondamentale per mantenere viva la nostra umanità. Ci ha impressionato sapere che tra il 1900 e il 1914 il 20% degli italiani emigrò in America: spinti dalla povertà estrema, affrontavano un viaggio lungo e pericoloso che li portava spesso alla morte, come accade oggi ai migranti che attraversano il Mediterraneo. Anche da Budrio - si legge su Il Resto del Carlino (ed. Bologna) che pubblica i lavori degli studenti nella sezione cronisti in classe - i flussi migratori furono enormi: i contadini scappavano dalla fame che opprimeva le nostre campagne. L'anno che vide l'abolizione della schiavitù in Brasile, il 1888, fu quello di massima emigrazione dall'Emilia. Chi andava in Brasile sostituiva gli schiavi ed era trattato un po' come loro. Oggi - scrivono gli studenti - le cose non sembrano cambiate: i migranti africani vengono sfruttati pesantemente. Anche il razzismo ci è sembrato molto simile a quello che gli italiani subivano: chiusi nei ghetti, considerati sporchi e criminali. (NoveColonneATG)