"BREXIT E DIRITTI PER GLI ITALIANI IN UK": IL RAPPORTO DEL COMITES LONDRA
LONDRA - Si intitola "Brexit e diritti per gli italiani in UK" il nuovo rapporto che il Comites di Londra presenterà il prossimo mercoledì, 8 giugno, dalle 18.00 presso la sede del Consolato Generale d'Italia.
Dopo l'introduzione a cura del Console Generale Marco Villani, del presidente del Comites Alessandro Gaglione e di Pietro Molle, presidente del comitato fino al 2021, la parola passerà all'avvocato Manuela Travaglini, curatrice del rapporto insieme a Matteo Scarano. Oltre a spiegare i contenuti del lavoro, Travaglini offrirà una panoramica ad un anno esatto dalla chiusura dell’EU Settlement Scheme. L'incontro, anticipa il Comites, sarà anche occasione per fare il punto della situazione su uno schema che il governo britannico ha definito un successo, ma che agli occhi dei cittadini europei, italiani compresi, presenta diversi punti critici. La partecipazione è gratuita ma occorre registrarsi inviando una email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. (31/05/2022 aise)
PAOLA LAMBRINI AI “GIOVEDÌ DELLA CULTURA”, SI CHIUDE IL 9 GIUGNO LA STAGIONE 2021-2022 DEGLI EVENTI DELLA FONDAZIONE CASSAMARCA
TREVISO – Si chiude il 9 giugno, con il 90esimo appuntamento, la stagione 2021-2022 dei “Giovedì della cultura” che riprenderanno in autunno. Il ciclo di conferenze settimanali della Fondazione Cassamarca sarà dedicato a ‘L’età dell’oro’ nelle Metamorfosi di Ovidio e ‘Augusto vindex libertatis’. Relatrice è Paola Lambrini, professore ordinario di Diritto romano e Fondamenti del diritto europeo presso l’Università di Padova e presso la Facoltà di diritto canonico ‘San Pio X’ di Venezia. In molti racconti dell’antichità torna l’idea che ci sia stato un lontano tempo beato, un’età dell’oro in cui gli uomini vivevano come dei, senza affanni, pene e miseria. Si notano vari motivi ricorrenti in tutte le narrazioni dell’età dell’oro: la produzione spontanea dei frutti della terra e la conseguente inutilità del commercio, in particolare quello navale, uniti alla totale mancanza di guerre e al trionfo della giustizia, all’epoca presente naturalmente fra gli uomini. Nella descrizione offerta da Ovidio nel primo libro delle Metamorfosi compare un tema nuovo: prima ancora di osservare che nell’età dell’oro le navi non avevano cominciato a solcare i mari e ognuno abitava solo il proprio paese, non vi era guerra e l’uomo oziava, il poeta mette in primo piano, come se si trattasse dell’aspetto più importante, l’assenza di leggi, di giudici, di vindices. Si può presumere che Ovidio con questo richiamo al vindex facesse riferimento al ruolo politico che Augusto si arroga in apertura delle sue ‘Res gestae’, ove afferma di essere stato in gioventù ‘vindex libertatis’ per la res publica. (Inform)
AUSTRALIA, IL PREMIER DALLE RADICI PUGLIESI
Roma - L’Australia sarà il primo paese anglosassone ad avere un premier di origini italiane. Si tratta del leader laburista Anthony Albanese che è uscito vincente dalle elezioni di oggi che hanno visto la sconfitta del conservatore Scott Morrison. Albanese ha 59 anni ed è nato a Sydney ma ha origini pugliesi: il padre Carlo era infatti nato a Barletta mentre la madre aveva origini irlandesi. Anthony è stato concepito durante una crociera nella quale il padre, membro dell’equipaggio, ha conosciuto la madre del neo-premier, Maryanne. Al termine del viaggio, tuttavia Carlo era rientrato in Italia: Anthony è stato cresciuto solo dalla madre la quale ha sempre raccontato al figlio che il papà era morto in un incidente stradale. Solo in punto di morte la mamma ha però svelato la verità al figlio, che grazie ai documenti della compagnia di navigazione, è stato in grado di rintracciare il genitore. Il primo incontro tra Anthony e Carlo risale al 2009 a Barletta. Carlo Albanese è morto nel 2014, in Puglia vivono due fratelli del neo premier che Carlo Albanese ha avuto in Italia. Per i laburisti australiani la vittoria di Anthony rappresenta il ritorno al governo dopo nove anni di opposizione, anche se potranno contare su una maggioranza risicatissima. (NoveColonneATG)
MIGRAZIONI - PROFUGHI, RIFUGIATI - PAPA FRANCESCO ALLA COMMISS. INTERNA.CATTOLICA PER LE MIGRAZIONI:"ACCOGLIERE PROFUGHI E RIFUGIATI PER COSTRUIRE UN FUTURO DI PACE
" "Vi ringrazio di cuore per tutto il lavoro che la Commissione ha compiuto negli ultimi settant’anni. Molte di queste azioni hanno avuto un’incidenza davvero determinante. " Vi ringrazio, in particolare, per l’impegno profuso ad aiutare le Chiese a rispondere alle sfide legate al massiccio sfollamento provocato dal conflitto in Ucraina. Si tratta del più grande movimento di profughi verificatosi in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Non possiamo dimenticare, tuttavia, i milioni di richiedenti asilo, rifugiati e sfollati in altre parti del mondo, che hanno un disperato bisogno di essere accolti, protetti e amati. Come Chiesa vogliamo servire tutti e lavorare alacremente per l’edificazione di un futuro di pace. Voi avete la possibilità di dare un volto alla carità operosa della Chiesa nei loro confronti!" lo ha detto il Santo Padre nel suo messaggio di saluto al Consiglio Plenario della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni, riunito nei giorni scorsi " per svolgere tre compiti molto importanti: eleggere il nuovo quadro direttivo della Commissione, approvare i nuovi statuti e determinare le linee operative per i prossimi anni. Colgo volentieri questa occasione per sottolineare alcuni punti che ritengo possano aiutarvi nel vostro discernimento. La Commissione - ha ricordato il Papa - è stata fondata dal Venerabile Papa Pio XII, nel 1951, per formare, tra le Conferenze Episcopali nel mondo intero, una rete che potesse assisterle nel loro servizio pastorale a favore dei migranti e dei rifugiati. La sua natura e la sua missione ecclesiale la contraddistinguono rispetto ad altre organizzazioni operanti nella società civile e nella Chiesa. La Commissione, infatti, ha spiegato, è espressione collegiale dell’azione pastorale, in ambito migratorio, dei vescovi che, in comunione con il Papa, partecipano della sua «sollecitudine per la Chiesa Universale in un vincolo di pace, di amore e di unità» (Lumen gentium, 22). Per questo, nella Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, essa è menzionata e collocata tra le competenze del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (cfr Art. 174 § 2), così che la sua natura e la sua missione siano salvaguardate in accordo con i principi originari. Nel Consiglio Plenario voi rappresentate ufficialmente le Conferenze Episcopali che hanno dato la propria adesione alla Commissione. La loro volontà di impegnarsi insieme per accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati è confermata dalla vostra presenza". (30/05/2022-ITL/ITNET)
CORRIERE DELL’ITALIANITÀ, VOTO ESTERO: DALLA SVIZZERA DUBBI SULL’OPZIONE INVERSA
Lugano – In vista dei referendum di giugno e delle future elezioni di marzo 2023 per il rinnovo del parlamento, si è tornati a discutere delle modalità di voto per gli italiani all’estero, con particolare attenzione alla possibilità di utilizzare l’“opzione inversa”: una procedura che prevede, per poter votare, la necessità di manifestare preventivamente la propria volontà. Critiche a questa modalità sono arrivate da Toni Ricciardi, consigliere del CGIE in Svizzera, una nazione che ospita oltre 639.500 dei nostri concittadini, e docente di Storia delle migrazioni all’Università di Ginevra, intervistato il 20 maggio da Franco Narducci per il Corriere dell’Italianità. Ricciardi sottolinea che: “In discussione non è di per sé l’inversione dell’opzione, che esiste anche per altri paesi come la Svizzera, dove un cittadino che vive all’estero può registrarsi sempre, quindi optare una volta, che sarà valida per sempre e può farlo in qualsiasi momento. Nel caso italiano, aprire una finestra d’iscrizione per breve tempo senza un’adeguata comunicazione capillare, tende a limitare la partecipazione. Inoltre, sotto il profilo politico la procedura rasenta l’incostituzionalità. Infine, si lascerebbe il voto in mano a gruppi organizzati”. Per Ricciardi invece la digitalizzazione è “Un processo inevitabile che va accompagnato”. “La composizione delle nostre comunità all’estero – aggiunge - è molto variegata. La digitalizzazione funziona per determinate fasce di persone, le altre vanno tutelate al pari di chi sa operare da solo. Il ruolo dei Comites e dei patronati deve essere decisivo. Infatti, in Svizzera stiamo aiutando diversi Comites a predisporre “sportelli sociali”, in collaborazione con i patronati, per le persone più anziane e coloro che non hanno padronanza con lo strumento. Il problema non è la tipologia del servizio, bensì la tutela da garantire a chi non è in grado di usarlo”. (NoveColonneATG)