*ROMA – Si è svolto a Roma, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, l’evento “Giubileo 2025 e Turismo delle Radici. Sinergie ed opportunità per la riscoperta e la valorizzazione dei territori”. L’incontro è stato organizzato dall’Ambasciata in raccordo con la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie della Farnesina. Nel corso dell’incontro ha preso la parola il Direttore Generale della Dgit Luigi Maria Vignali:
“ Il turismo delle radici – ha spiegato Vignali – è un grande progetto, che mira a far venire in Italia, in qualità di turisti, gli italiani all’estero e gli italo discendenti che vogliono riscoprire le loro origini, che spesso sono le aree interne e i piccoli comuni da cui partirono i loro antenati e da dove presero le mosse quei flussi migratori così importanti che adesso si traducono in circa 80 milioni di italo discendenti”. Il Direttore Generale ha poi sottolineato come le nostre comunità all’estero siano caratterizzate da fattori identitari che in Italia sembrano naturali, ma che all’estero assumono connotati diversi. Uno di questi è senza dubbio la lingua italiana che, a seconda dei vari Paesi, può andare persa o essere preservata. “Fra i fattori identitari dei nostri connazionali all’estero – ha rilevato Vignali – c’è la religione, la spiritualità. Un senso di appartenenza che, a differenza della lingua, non si perde e resta profondamente radicato negli italiani nel mondo, che continuano a celebrare per esempio la Festa del loro Santo protettore, organizzandosi nelle varie comunità all’estero proprio per ricreare quella spiritualità, quel senso di appartenenza che in qualche modo li fa sentire in Italia. Questo senso spirituale, questa forte spinta a riscoprire, ad esempio per quanto riguarda le nuove generazioni, anche i sentimenti religiosi – ha continuato il Direttore Generale – fa sì che molti italiani all’estero vengano in Italia proprio in concomitanza con la Festa nel Santo patrono del paese o della città da cui presero origine i flussi migratori. Stiamo parlando soprattutto di comuni nelle aree interne, di piccoli borghi in cui queste manifestazioni, queste processioni, gli eventi che si organizzano in occasione delle feste patronali sono particolarmente importanti e sentiti. Non stiamo parlando – ha proseguito Vignali – di turisti che rientrano nel circuito di massa classico, sono turisti diversi che in questi luoghi possono scoprire o riscoprire dei posti iconici per quanto riguarda le origini dei propri antenati, come ad esempio la parrocchia di famiglia, dove magari gli antenati si sono sposati, o dove sono stati battezzati e lo stesso cimitero in cui sono stati sepolti”. Segnalata in questo cointesto dal Direttore Generale anche l’importanza, per questi turisti delle radici, delle ricerche genealogiche dei propri antenati a cui danno un contributo importante anche i registri presso le parrocchie italiane. “Il programma di promozione del turismo delle radici, che si chiama Italea – ha poi evidenziato Vignali – ha creato dei laboratori delle radici che cercano proprio di intrecciare insieme ai viaggi per la riscoperta delle origini, anche gli itinerari legati alle Feste patronali e religiose, e grazie al Bando per i comuni delle radici, che è stato lanciato dal Ministero degli Esteri, tanti comuni hanno organizzato eventi legati appunto alle celebrazioni religiose con l’attiva partecipazione anche dei nostri turisti…. Queste feste religiose – ha proseguito il Direttore Generale – hanno rappresentato un filo conduttore in Italia e all’estero, perché abbiamo avuto modo di organizzare eventi promozionali del Turismo delle radici, anche occasione della festività religiosa celebrate nel mondo, per esempio a San Paolo in occasione della festa di San Vito”. Vignali ha infine segnalato la realizzazione da parte di alcune Regioni, in occasione del Giubileo, di eventi specifici per i corregionali all’estero, come ad esempio il Giubileo dei calabresi nel mondo. (Inform giovedì, 27 Marzo, 2025)
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