Niente più interventi a pioggia, che spesso vanificano le varie misure agevolative, non producono sviluppo ed investimento serio, ma solo clientelismo demodé, che è bene abbandonare nell’interesse di tutti. Per favorire gli investimenti in Sicilia e per consentire alle piccole e medie imprese di ingrandirsi e di confrontarsi meglio con le difficoltà attuali di mercato,

arriva un disegno di legge, che prevede il credito d’imposta. Uno strumento legislativo, se approvato, che nella sua fase di iter iniziale, prima ancora di sottoporlo alle valutazioni del governo, è stato sottoposto all’attenzione dei sindacati, che hanno già espresso parere positivo . D’accordo si dichiara, infatti, Mario Filippello, Segretario Regionale della Confederazione Nazionale Artigiani (CNA), “purché vengano incluse le aziende di servizio”. Positivo anche il giudizio del segretario regionale della CISL, Maurizio Bernava, il quale dice, apprezzando il metodo, che è bene che si sia cominciato, “ con il concerto delle parti sociali, un percorso diverso dal passato in cui la via maestra si identificava con gli interventi a pioggia e la polverizzazione delle risorse”. I fondi per dare copertura finanziaria al provvedimento, saranno quelli previsti nella finanziaria 2008, che sono così quantificati: 7 milioni di euro per il 2008, 18,7 Mln per il 2009, 35,00 Mln. Per il 2010. I progetti ammessi a finanziamento, non possono essere al di sotto di 200.000 euro e superiori a 4 milioni, con esclusione delle imprese artigiane, i cui limiti previsti sono non inferiore ad € 35.000,00 e non superiore ad un milione. Ma vediamo per che cosa si può chiedere il finanziamento in pratica, sempre che il disegno di legge doventi legge della regione e non subisca modifiche e variazioni nel corso dell’iter parlamentare. Sono ammissibili a finanziamento: autoveicoli con tara superiore a 5 quintali, autocarri derivanti da autovetture, attrezzatura diversa, impianti e macchinari generici e specifici, costruzioni leggere quali: tettoie, baracche, beni immobili. Terreni ed immobili sono ammissibile fino al 50% del loro valore. Si direbbe un passo importante per venire incontro alla piccole e medie imprese, che spesso, specialmente in questi momenti di difficoltà, stentano a mantenersi in linea con i tempi, anche per problemi inerenti alla mancanza di infrastrutture adeguate, ammodernamento tecnologico, costo della manodopera, distanza dai mercati, difficoltà ad accedere ai mercati esteri. Staremo a vedere che fine farà il disegno di legge, che tempi avrà, ma soprattutto, se saranno previste procedure semplici e veloci per potere accedere alle dette agevolazioni.