"Faremo di tutto per tutelare l'area dei monti Iblei. Si tratta di un angolo di Sicilia straordinariamente ricco di testimonianze architettoniche, paesaggistiche e naturalistiche che e' del tutto incompatibile con le attivita' legate all'estrazione di idrocarburi". Lo dice l'assessore regionale ai Beni culturali e all'Identita' siciliana, Gaetano Armao, a proposito delle trivellazioni che la societa' Eni Mediterranea

 idrocarburi sta effettuando proprio nell'area Iblea. "Ricordo che le trivellazioni - sottolinea Armao - interessano una zona che ricade dentro il Parco nazionale degli Iblei di imminente istituzione e previsto da una legge dello Stato che risale al 2007. Proprio il prossimo 30 aprile la Regione siciliana consegnera' al ministero dell'Ambiente la proposta di perimetrazione del Parco degli Iblei". "Nell'area degli Iblei - dice ancora l'assessore - ritroviamo un inestimabile patrimonio paesaggistico e una biodiversita' testimoniata da ben sedici Siti d'interesse comunitario, cinque riserve naturali e oltre ventimila mila ettari circa di boschi demaniali. Per non parlare, poi, dei beni culturali: basti pensare che la Val di Noto, tutelata dall'Unesco in quanto iscritta alla World Heritage List, e' parte integrante del Parco nazionale Ibleo. A questi si aggiungono nove siti archeologici, altri monumenti e beni etnoantropologici di grande rilevanza internazionale". "Questa mattina - affermato Armao - ho incontrato la sovrintendente di Ragusa, Vera Greco, che mi ha comunicato di avere gia' tempestivamente inviato al gruppo Eni Mediterranea idrocarburi un'ordinanza di sospensione dei lavori e ripristino dello stato dei luoghi relativa alle parti che ricadono entro la fascia di rispetto dei cento cinquanta metri dal torrente Petraro. In ogni caso, invadere oltre dieci mila metri quadrati di territorio per effettuare ricerche petrolifere in un'area come quella Iblea e' assolutamente spropositato". "La Sicilia - conclude l'assessore - non puo' diventare ne' la piattaforma di iniziative inquinanti, ne' luogo di diffusione indiscriminata di energie alternative di tipo industriale. Tutte cose che, tirando le somme, non solo servono a poco, ma deturpano un paesaggio che e' il piu' grande bene economico della nostra terra. E' questo il nostro petrolio e non quello che vorrebbero estrarre depauperando il nostro paesaggio o coronando le nostre colline di pale eoliche".(ga/sasco)