Il capogruppo del PD all’Ars Antonello Cracolici: «così la spinta del governo è a rischio» intervista su Giornale di Sicilia, 9 aprile 2010

«Questa finanziaria non ha un’anima ed è deludente»: nel pieno del dibattito interno al Pd sulla possibilità di aiutare Lombardo ad approvare la manovra, il capogruppo Antonello Cracolici solleva dubbi sul testo.

E rileva che «il progetto riformista si sta spegnendo. Oggi c’è chi pensa di ricostruire il centrodestra. E se il tema è questo, gli faccio i miei auguri ma non siamo interessati a tenerli in vita».

Perché questa Finanziaria non va bene?

«Non ci sono riforme vere. L’unica, il credito d’imposta per l’occupazione, l’ha messa il Pd. L’altra, il taglio delle partecipate, è scritta in modo confuso. Non c’è il taglio dell’Esa e c’è troppo poco sulla formazione professionale».

Lombardo ha perso un’occasione?

«Questa poteva essere la fase della destrutturazione della vecchia Regione. Invece si parla solo di partito del Sud e per di più Miccichè si sta strategicamente riposizionando, dall’annuncio della rivoluzione è passato alla dichiarazione di fedeltà al centrodestra. Il dibattito sull’autonomia dei partiti si è ridotto alla dichiarazione di fedeltà».

Sta dicendo che non voterete il bilancio?

«Vedremo, valuteremo. Di certo riteniamo la manovra insufficiente ma la situazione è in evoluzione».

Perché il progetto riformista si è fermato?

«Da dieci giorni, dopo la notizia dell’inchiesta che riguarda Lombardo, l’agenda politica è cambiata senza che nessuno ci dica come stanno realmente le cose. E’ evidente che ci sono nuovi movimenti. Lombardo aveva reciso il cordone col centrodestra, ora qualcuno vuole riannodarlo. Così la stagione delle riforme è a rischio. Noi siamo sempre pronti, come fino a ora abbiamo fatto con successo, ma bisogna essere chiari fino in fondo».

A proposito, che posizione avete sul caso Lombardo?

«Questa inchiesta ha aperto una fase di inquietudine, rischiamo di riportare la Sicilia nell’incertezza. Io non conosco il passato delle persone, non posso giudicarlo. Ma vedo che il passato continua a essere il drammatico presente. Mi auguro che Lombardo riesca a sgomberare la Sicilia da queste ombre. Ma la fuga di notizie sta già avendo effetti politici».

Una parte del Pd pensa che Lombardo dovrebbe dimettersi se l’inchiesta andrà avanti. Come la vede?

«Non abbiamo chiesto le dimissioni di Cuffaro, non lo faremo per lui. Vorrei ricordare che nello statuto del Pd sono previste le dimissioni solo in caso di rinvio a giudizio per reati di mafia. Un avviso di garanzia non basterebbe per noi, perché dovremmo ritenerlo sufficiente per Lombardo?».

Il Pd si sta spaccando su Lombardo.

«Mi auguro che il Pd non si spacchi in questa fase. Io credo che il principale nemico del Pd sia il Pd stesso. Siamo un circo Barnum cui ognuno recita una parte. C’è una tendenza tafazziana, siamo il partito del però… approviamo il piano casa rigoroso e una riforma dei rifiuti fondamentale e litighiamo su tre Ato cancellati. Siamo una somma di persone senza un progetto condiviso sulla Sicilia. Dobbiamo parlare il linguaggio dei cittadini e uscire dai salotti. Dobbiamo dire no a un partito litigioso con fobie giustizialiste. Ci sono troppi dirigenti che pensano che la loro legittimazione passi dal riconoscimento romano e non dall’essere espressione vera della Sicilia».

E se Lombardo perdesse l’appoggio di Miccichè e vi chiedesse di entrare in giunta?

«Ci sono troppi se. E io non ho la sfera di cristallo». (intervista di Giacinto Pipitone)