Signor Presidente, onorevoli colleghi,

non vorrei abusare di ulteriore tempo, perché devo dire che sono sinceramente molto stanco. E’ stata una lunga e faticosa tornata che tra Commissione ed Aula ha riempito due settimane. Quindi, probabilmente non sarò neanche tanto lucido, per cui mi scuso in anticipo per quello che potrò dire. Questa vicenda che riguarda la finanziaria ed il bilancio,

che per sua natura è un atto politico di declinazione dell’attività di un Governo e di una maggioranza, credo che una condizione inedita per questa nostra Regione: un Governo che governa sostenuto da una minoranza di parlamentari che, formalmente, sostengono questo Governo. In questi mesi, è maturato un rapporto tra questo Governo, le forze che sostengono questo Governo ed il Partito Democratico, nel senso di un rapporto assolutamente inedito, sia in tempo di elezione diretta, sia rispetto alle modalità con le quali normalmente si evidenzia e si manifestano le alleanze politiche. Abbiamo inaugurato in questi mesi - e che con questa finanziaria abbiamo voluto in qualche modo verificare - la possibilità di dare vita a una fase nuova, difficile, complicata. A volte, difficile anche da spiegare, difficile da rendere semplice da raccontare, in un tempo in cui la comunicazione vale più degli atti o delle cose che riesci a fare. Abbiamo aperto, in questa fase difficile, una stagione che abbiamo voluto chiamare ‘la stagione delle riforme’. In una Terra in cui, diciamoci la verità, la Sicilia da molti anni, tantissimi anni, non conosce la stagione delle riforme. In tutti questi anni, la nostra Regione si è cimentata più con la stagione della gestione, del governo, del potere, dell’esercizio del potere, che in una democrazia è certamente una delle attività fondamentali ma, in qualche modo, aprire una fase in cui non limitare l’azione della politica, la funzione dei politici, la funzione di una classe dirigente alla mera gestione dell’esercizio del potere, questa è una fase certamente più complessa, più difficile, anche più ricca di insidie. E questa fase delle riforme, per la verità, in questa legislatura ha avuto altri passaggi che hanno consentito di sperimentare la possibilità di una intesa E’ iniziata con la riforma della struttura burocratica della nostra Regione. Ha avuto uno dei suoimomenti più acuti, più forti, sulla legge che ha riordinato il sistema delle aziende della sanità in Sicilia. Per, poi, avere ulteriori passaggi, per ultimo la legge che considero una pietra miliare dellamodalità di verificare e di dimostrare che si può fare innovazione, attraverso le leggi, si può provare a cambiare la Sicilia. E questo è avvenuto con la legge sui rifiuti. Il bilancio e la finanziaria sono un passaggio che, per la loro natura, dicono le cose che si pensano e le cose che si vogliono realizzare attraverso la concretezza dei numeri, dei soldi, della contabilità, delle emergenze, di una politica che deve mettere insieme cronaca e prospettiva. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro. Abbiamo dimostrato che in Sicilia si può cambiare, che, se si vuole, la politica può volare alto. L’Aula ha vissuto momenti di tensione, ma era inevitabile, in quanto c’è una tensione nel sistema politico siciliano e in fondo il Parlamento, o i politici come spesso la gente ci considera, siamo lo specchio di quello che c’è fuori da questo Palazzo. E, quindi, se oggi la politica vive un momento di particolare conflittualità è perché il sistema politico in Sicilia, come nel resto del Paese, vive un momento di grave e di grande conflittualità. Forse, siamo alla fine di una stagione che è iniziata nella cosiddetta e con la cosiddetta ‘Seconda Repubblica’. In Sicilia, tutto questo sta avendo il suo riverbero e per certi versi ha anticipato la crisi di una concezione del bipolarismo contrapposto. Però, credo che, malgrado i conflitti, le tensioni, anche i momenti difficili, le parole grosse, le battute, persino i momenti più caldi, il Parlamento stia licenziando una finanziaria e un bilancio che consegnano alla Sicilia un profilo alto di buone norme in un momento difficile per la situazione politica e per la crisi economica e sociale. Un profilo che dimostra che alcuni temi, alcune grandi questioni possono trovare legittimità nell’attività legislativa. L’acqua! Dimostrare che l’acqua può avere un altro destino rispetto a quello che appariva un ineluttabile destino. Occuparsi delle persone, dei loro problemi, di chi fa imprese, di chi cerca un lavoro, di chi in qualche modo chiede alla politica, anche per come siamo stati assediati in questi giorni, chiede alla politica non solo parole ma soluzione ai problemi. Abbiamo dimostrato che ci si può occupare anche di innovazione nel fare legislazione: il credito d’imposta, le zone franche urbane, dico anche un’altra cosa che, probabilmente, nel dibattito politico non ha avuto e non ha ancora il merito che secondo me deve avere, cioè abbiamo riformato e uso questa parola il congegno che ha regolato l’attività delle cooperative edilizie. Credetemi, abbiamo votato una legge che ha cambiato e cambierà il rapporto tra impresa cooperativa e rapporto con la costruzione, mettendo al centro ed incentivando il recupero. Abbiamo dimostrato che in Sicilia si può cambiare. Scuole aperte anche nei pomeriggi nelle aree a rischio, ticket ridotti sulla diagnostica, lotta agli sprechi con le società regionali da liquidare, interventi massicci sull’economia pagando i crediti agli artigiani, impinguando il fondo di rotazione, dare risposte agli agricoltori in un momento difficile per i produttori siciliani, insomma una finanziaria che innova ma che non perde di vista le persone anche chi ha un lavoro precario magari da oltre quindici anni. Noi voteremo il bilancio, abbiamo già votato la finanziaria, lo voteremo non perché facciamo parte della maggioranza che sostiene questo Governo; lo voglio dire con molta franchezza: questo non è il nostro Governo e, vediamo grandi limiti in questo Governo, i limiti propri di una situazione politica complessa e complicata. Pensiamo che questo Governo debba avere anche la capacità di fare e di far fare un salto in avanti alla Sicilia. Noi, oggi, votiamo bilancio e finanziaria non per dare la fiducia a questo Governo, ma per dare e per dire ai siciliani che abbiamo fiducia in questa Terra ed in questo popolo, perché possiamo provare a fare cose nuove, a fare cose migliori, a fare cose utili che possono dare alla politica non solo il luogo, del “chiacchiericcio”, della rissa, delle parole vuote, ma dimostrare che la politica, alla fine, si occupa delle persone e si occupa dei loro problemi. Questo bilancio consegna alla Sicilia una certezza: che la Regione c’è. E’ un luogo a cui i cittadini possono guardare, anche protestando, ma sapere che c’è un’istituzione che è lì ad ascoltarli e noi vogliamo contribuire con questo bilancio ad ascoltare la Sicilia migliore, a far cambiare questa Terra. E lo vogliamo fare, speranzosi che questo Governo, anche dinanzi ai suoi problemi politici e di prospettiva, sappia dare ed avere un colpo d’ala che segni un nuovo tempo, a partire dal suo Presidente della Regione eletto direttamente dai siciliani. Ecco, è una sfida! Il voto a questo bilancio non è un voto di fiducia, ma è una sfida che consegniamo al Presidente Lombardo per valutare, nelle prossime settimane e nei prossimi giorni, se saprà essere all’altezza della voglia e delle speranze di cambiamento che questa Terra da troppi anni attende.