Nel giorno in cui ricorre il 18° anniversario dalle stragi che segnarono la vita politica italiana oltre che quella della Sicilia, vogliamo ricordare i giudici Falcone e Borsellino, che diedero la loro vita per l'Italia, difendendo le Isstituzioni, le la legalità, nell'intendo di assicurare i malavitosi alla giuistizia, di porre fine al tresto fenomeno della mafia e per garantire una vita migliore alla società. In loro onore, la pagina di oggi è tutta dedicata al  ricordo del sacrificio dei due eroi, affinchè la memoria non si perda. (SA)  

COSI' LA CRONACA DELLA GIORNATA

Un minuto di silenzio, con lo sfondo musicale della tromba, per ricordare Giovanni Falcone al momento della strage di Capaci avvenuta alle 17.58 del 23 maggio 1992. Sul palco, davanti all'albero Falcone ci sono il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e altri magistrati. Il silenzio è stato salutato da un lunghissimo applauso delle persone presenti in via Notarbartolo.

BIMBI E STUDENTI SOTTO ALBERO

«Chi non salta è mafioso», dicono i bambini di tutta Italia che si sono appena ritrovati sotto l'albero Falcone, in via Notarbartolo a Palermo. I due cortei partiti dall'aula bunker del carcere Ucciardone e da via D'Amelio si sono uniti in un'unica grande folla di circa diecimila persone per ricordare il giudice ucciso dalla mafia 18 anni fa. Dietro gli striscioni non solo gli alunni ma anche insegnanti, rappresentanti delle associazioni, scout e cittadini. Tutti uniti «per non dimenticare» come recita il grande lenzuolo che precede il corteo. MARIA FALCONE: "PALERMO RINASCE" «Vi ringrazio per questo albero che avete riempito di messaggi e che rappresenta la rinascita della città. Chi diceva che Palermo non c'era, adesso può dire che Palermo c'è». Lo ha detto Maria Falcone, la sorella del giudice antimafia ucciso dalla mafia 18 anni fa nella strage di Capaci, intervenendo sul palco allestito proprio davanti l'albero dedicato al fratello in via Notarbartolo e che alcune settimane fa era stato spogliato di tutti i 'pizzinì antimafia lasciati negli anni dai palermitani nel ricordo del giudice Falcone e degli uomini della sua scorta barbaramente uccisi nell'eccidio.

ARRIVATO PRIMO CORTEO

È arrivato davanti all'albero dedicato a Giovanni Falcone, il giudice ucciso dal tritolo di Cosa nostra il corteo di studenti partito dall'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. In testa al corteo la sorella del giudice, Maria Falcone. Stamani in quello che il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, ha definito il 'tempio della giustizià gli studenti hanno ascoltato, tra gli altri, gli interventi dei ministri della Giustizia Angelino Alfano, dell'Interno, Roberto Maroni e dell'Istruzione Mariastella Gelmini.

STUDENTI RICORDANO DALLA CHIESA

Gli studenti che in corteo dall'Ucciardone stanno arrivando all'albero di Falcone e Borsellino, si sono fermati in via Carlo Alberto Dalla Chiesa per ricordare un'altra nota vittima della mafia e il suo coraggio. I ragazzi che si stanno avviando alla meta stanno intonando cori per ricordare alla città che «Palermo è nostra e non di cosa nostra». Gli speaker dal furgoncino capofila hanno ricordato che a causa dei due cortei organizzati in città, Palermo è bloccata «ed è bellissimo che l'intera città si fermi per ricordare la strage di Capaci». Ai lati delle strade ci sono diversi cittadini venuti ad assistere al corteo della memoria. Tra queste persone c'è anche un gruppo di aquilani, che con uno striscione vuole equiparare la tragedia della mafia a quella del terremoto: «come si può ricostruire il terremoto, si può ricostruire la società dopo aver contrastato la mafia».

PARTENZA DA AULA BUNKER

Un migliaio di studenti di tutta Italia, che oggi sono arrivati a Palermo a bordo della Nave della Legalità, si è messo in marcia dall'aula bunker del carcere dell'Ucciardone, in direzione dell'albero di Falcone e Borsellino. In testa al corteo della memoria ci sono tra gli altri Maria Falcone e il capodipartimento per la Programmazione del ministero dell'Istruzione, Giovanni Biondi. Maria Falcone ha ringraziato le persone che si stanno affacciando dai balconi delle abitazioni, che «sono finalmente con noi». Mentre camminano, i bambini cantano canzoni che ricordano le vittime di mafia e intonano la canzone di Fabrizio Moro 'Pensa', che ha fatto da colonna sonora in tutti i momenti chiave di questo viaggio della legalità. A sottolineare il loro impegno contro le mafie e per la legalità, striscioni e cartelli: uno fra tutti augura di poter solo raccontare ai propri figli il fenomeno della mafia, auspicando che in futuro non ci sia più. L'animato corteo attraverserà le vie centrali della città. Gli studenti a suon di musica e slogan stanno percorrendo via Duca della Verdura per giungere in via Notarbartolo e all'albero Falcone. Nel corteo tantissimi gli striscioni e i cartelloni realizzati dai ragazzi. Su alcuni si legge «La mafia cresce nel silenzio», «Fuori la mafia dai partiti, dalle istituzioni e dalla società: dipingiamo la città con i colori della legalità», «La mafia non è un mestiere». Per tutta la mattina gli studenti arrivati in Sicilia con le due navi della legalità hanno ascoltato rappresentanti delle istituzioni e magistrati. Sotto l'abitazione del giudice in via Notarbartolo, i ragazzi partiti dall'aula bunker del carcere Ucciardone si ricongiungeranno con i colleghi del secondo corteo, quello di via D'Amelio, dove il 19 luglio del 1992 perse la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Alle 17.58, all'ora esatta della strage di Capaci verrà eseguito il Silenzio.

CORTEO DA VIA D'AMELIO

È partito, sulle note della canzone «Cento Passi» ispirata alla storia di Peppino Impastato, il corteo di bambini, studenti di tutta Italia e scout che da via D'Amelio, dove fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino, raggiungerà l'albero Falcone, in occasione dell'anniversario della morte del giudice. I balli dei bambini e i cori contro la mafia hanno animato i momenti che hanno preceduto l'inizio della «marcia» verso l'albero, simbolo della lotta alla criminalità organizzata. In testa al corteo lo striscione «Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle nostre gambe». Tantissimi altri cartelloni, scritte e palloncini che ricordano la morte di Falcone «colorano» il lungo cordone umano che ha iniziato il percorso da via D'Amelio e che si unirà, come tradizione, con quello che è partito dall'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. A fare da colonna sonora al corteo le canzoni del camioncino del comitato Addiopizzo. «Questa non è una via come tante altre - ha detto uno dei rappresentanti del comitato Addiopizzo -, o almeno lo era fino al 19 luglio del 1992. Lui voleva sconfiggere la mafia, diceva che era possibile. Noi possiamo farlo se ci crediamo tutti». Di Addiopizzo anche i cartelloni con la scritta «Verità sulle stragi» e «Con il ddl intercettazioni uccidete di nuovo Giovanni» disseminati lungo il corteo. A marciare dietro i bambini anche un migliaio di scout provenienti da tutta la Sicilia, ma anche tantissima gente che si è unita lungo la strada. In tutto, circa cinquemila persone hanno fermato il traffico cittadino per un momento di riflessione e di ricordo.

VELTRONI: "SOTTOSCRIVO PAROLE GRASSO"

L'autonomia della magistratura va difesa: Walter Veltroni su questo è in pieno accordo con Pietro Grasso. E dopo il discorso tenuto dal procuratore antimafia oggi a Palermo in cui ha parlato proprio dell'autonomia della magistratura, Veltroni ha detto: «sottoscrivo le sue parole». In precedenza il parlamentare del Pd, che fa parte della Commissione antimafia, durante la registrazione della trasmissione 'Che tempo che fà ha ricordato la strage di Capaci, avvenuta 18 anni fa, e l'uccisione di Paolo Borsellino ricordando che due persone, il pentito Gaspare Spatuzza e Massimo Ciancimino, «hanno riconosciuto un agente dei servizi», nel caso di Ciancimino come di una persona che teneva i contatti con il padre, in quello di Spatuzza di chi preparò la 126 con il tritolo che uccise Borsellino e la sua scorta. Secondo Veltroni, se questo fosse vero, allora «una parte dello Stato ha ucciso Borsellino». «Tutte le volte che in questo Paese si è stati per cambiare, tutte le volte in cui qualcuno ha cercato di aggredire la mafia - ha aggiunto - è successo qualcosa». Come già ad Annozero, Veltroni citando Grasso, ha parlato di una terza entità che sta dietro a queste vicende.

CONCLUSO CONVEGNO NELL'AULA BUNKER

Si è concluso, nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, il convegno «Un patto per la legalità» organizzato dalla fondazione Falcone nel giorno del diciottesimo anniversario della strage di Capaci. Al termine dell'incontro, a cui hanno partecipato 2500 studenti giunti da tutta Italia, i ministri dell'interno e della giustizia Maroni e Alfano hanno fatto delle foto con i ragazzi, che indossano la maglietta bianca della legalità con su scritta una frase di Falcone. L'ALBERO DELLA VITA È alto 13 metri e pieno di figure, disegni e tanti pensieri dedicati alla vita ma anche alla lotta alla mafia. È 'l'albero della vita', un'installazione realizzata in plastica dai ragazzi di alcune scuole de L'Aquila, di Parma e di Palermo e inaugurato oggi a piazza Magione, a Palermo, in occasione delle commemorazioni della strage di Capaci. Il progetto è stato realizzato dall'architetto Antonella Abbatiello.

DE MAGISTRIS: "NO A RETORICA"

«Sarebbe bello che questo Paese non cedesse alle commemorazioni retoriche e ipocrite, soprattutto da parte di una certa politica, perchè sono un'offesa verso le vittime di mafia e i loro familiari. Celebrare il sacrificio di Falcone e degli uomini della sua scorta significa, oggi, lasciare lavorare le procure di Palermo e Caltanissetta perchè accertino la verità sulla stagione dello stragismo, in particolare in merito al ruolo giocato da pezzi deviati delle istituzioni che non disdegnarono di 'patteggiarè con cosa nostra». Lo afferma l'euro parlamentare dell'Idv, Luigi De Magistris. «Significa poi garantire alla magistratura la possibilità di operare in modo indipendente, non privandola di uno strumento prezioso di lotta al crimine come le intercettazioni. Significa evitare provvedimenti criminogeni, come la vendita all'asta dei beni confiscati oppure la compressione del contributo dei collaboratori di giustizia. Significa, infine, cessare di screditare il lavoro civile di scrittori come Roberto Saviano che, rischiando la vita, percorrono la pericolosa strada della denuncia sociale», conclude Luigi de Magistris.

LETTERA DI NAPOLITANO

 "Diamo il massimo sostegno alle indagini che cercano di chiarire gli aspetti ancora oscuri delle stragi. E' necessario sgomberare il campo da ogni equivoco rimasto in quegli eventi". E' quanto afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera inviata a Maria Falcone, sorella del giudice assassinato 18 anni fa dalla mafia, letta al convegno organizzato nell'aula bunker del carcere Ucciardone per l'anniversario dell'eccidio del magistrato. "Questa iniziativa - aggiunge - prosegue la stagione dell'impegno civile germogliata dopo la morte di Falcone, di sua moglie e degli agenti della scorta. Una stagione che ha come protagonisti i giovani attivi nell'affermare una cultura ispirata alla legalità". "L'appassionato eroico impegno di Falcone resta indelebile in tutti noi. L'impegno di Falcone e' prezioso stimolo per la creecita delle coscienze".

BERSANI: "FALCONE EROE"

«Giovanni Falcone è un vero eroe italiano. Nel diciottesimo anniversario della strage di Capaci vogliamo ricordarlo come un uomo che ha saputo difendere la legalità e lo Stato fino al sacrificio. L'esempio di uomini come Falcone e Borsellino può e deve guidare le nuove generazioni a rinnovare quel patto che ci fa essere cittadini di un unico paese. Chi cade per mano della mafia non è, non può essere considerato un eroe regionale e la sua memoria va coltivata come il più prezioso dei beni». Lo afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. ALFANO: "BOSS SENZA ONORE" «Ma quale onore? I mafiosi sono uomini senza onore e senza dignità. Riprendiamoci le parole a cui la mafia ha dato un valore distorto come onore, famiglia e rispetto». Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano intervenendo al convegno organizzato per il diciottesimo anniversario della strage di Capaci. «Loro chiamano infami quelli che collaborano con la giustizia - ha aggiunto il Guardasigilli - ma i veri infami sono loro». Sulle stragi della mafia «daremo tutto il nostro sostegno ai magistrati e alle forze inquirenti che lavorano per accertare la verità e giustizia», ha detto il ministro Alfano. «Non so se si è lontani o vicini alla verità -ha aggiunto- perchè non conosco gli atti riservati e conosco solo quello che viene pubblicato in relazione alle violazioni del segreto istruttorio, nascenti dalle propalazioni di notizie che dovrebbero essere segrete e che rappresentano un oggettivo aiuto alla mafia».

GRASSO: "INVISO A CENTRI INTERESSE"

«Falcone era il nemico numero uno della mafia, ma era inviso anche a tanti centri di interesse. Era un personaggio scomodo per il suo impegno per il recupero della legalità che urtava gli interessi di troppa gente». Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, intervenendo al convegno organizzato nel bunker dell'Ucciardone per il diciottesimo anniversario dell'uccisione di Falcone. «Falcone e Borsellino - ha aggiunto - sono i miti, i punti di riferimento che mi aiutano nei momenti di sconforto. Falcone non si sarebbe accontentato di ridimensionare la mafia, ma voleva aggredire la specificità che rende la mafia un soggetto che partecipa al potere anche con le sue relazioni esterne». are nella nostra isola, un mutamento culturale di grandi proporzioni».

GELMINI PREMIA PROGETTI LEGALITÀ

Trasformare una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi in un parco per l'ippoterapia per ragazzi disabili. Individuare situazioni di disagio nel proprio istituto e proporre percorsi didattici particolari per esprimere le tensioni in modo creativo. Favorire percorsi di cittadinanza attiva contro l'alto tasso di povertà culturale che facilita l'illegalità. Sono questi i tre progetti del concorso 'Un patto per la legalita«, premiati oggi dal ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, e dalla fondazione Falcone, in occasione delle commemorazioni per il 18/o anniversario della strage di Capaci. A ricevere il riconoscimento sono stati l'istituto Antonio Ugo di Palermo, il Severino Ferrari di Molinella (Bologna) e l'istituto tecnico Pietro Giannone di Troia (Foggia). Gli studenti di quest'ultimo hanno promosso il progetto sull'ippoterapia; la scuola elementare di Palermo il progetto contro la povertà culturale; la scuola media in provincia di Bologna quello sull'aiuto ai compagni disagiati. Un premio speciale (una coppa offerta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano), è andata all'istituto Marco Polo di Palermo, che realizza campi estivi per ragazzi meno agiati.

SCHIFANI, SUO ESEMPIO DEVE ESSERE SEGUITO DA TUTTI

 "L'esempio di rettitudine di Giovanni Falcone resti un punto di riferimento da seguire per noi tutti", lo sottolinea il Presidente del Senato Renato Schifani nel messaggio inviato a Maria e Anna Falcone, le sorelle del magistrato. "Giovanni Falcone - aggiunge il Presidente del Senato - ha donato la sua intelligenza e la sua vita per difendere i nostri valori più importanti, mosso dalla volontà di preservare dall'oppressione criminale il nostro futuro, il futuro dei nostri figli.Il suo sacrificio - prosegue il Presidente del Senato - ha cambiato molte cose: ha arricchito le nostre coscienze e ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione della cultura della legalità e della lotta al fenomeno mafioso, soprattutto tra i giovani".

FINI, INVESTIRE SU GIOVANI PER LEGALITA'

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato alla fondazione Falcone invita i giovani a "costruire una società in cui il principio della legalità non sia un valore astratto ma un dato più profondamente acquisito". Per Fini è necessario costruire una società dove non ci siano cittadini "più furbi della legge o che la subiscano come sudditi". Bisogna costruire "una società libera fatta da cittadini consapevoli e per questo bisogna investire sui giovani".