Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la cerimonia di commemorazione del Giorno del Ricordo. Obiettivo di questa commemorazione, come ha tenuto a sottolineare il Capo dello Stato,

“rinnovare l'impegno comune del ricordo, della vicinanza, della solidarietà, contro l'oblio e anche contro forme di rimozione diplomatica che hanno pesato nel passato e che hanno causato a tanti di voi profonde sofferenze. Siamo dunque più che mai con quanti vissero la tragedia della guerra, delle foibe, dell'esodo, siamo accanto a loro e ai loro famigliari, accanto alle famiglie delle vittime innocenti di orribili persecuzioni e massacri. Il nostro è un impegno di vicinanza anche per la soluzione dei problemi ancora aperti, e certamente all'attenzione del nostro Governo, nel rapporto con le nuove istituzioni e autorità slovene e croate”. Riprendendo le parole di una lettera giuntagli da due docenti di Trieste, il prof. Segatti e il prof. Spadaro, il Presidente Napolitano si è detto concorde “sul valore dell'occasione che il Giorno del Ricordo offre per riflettere anche su ‘quale sia stata l'esperienza storica, civile, politica degli italiani della costa orientale dell'Adriatico, dei giuliani, fiumani e dalmati, di lingua italiana’. Condivido questa sollecitazione, e condivido l'esigenza che un ‘capitolo così originale e specifico della cultura e della storia non solo italiana ma europea’ sia non semplicemente riconosciuto ma acquisito come patrimonio comune nelle nuove Slovenia e Croazia che con l'Italia si incontrano oggi nell'Unione Europea, in una Unione Europea che è per sua natura portatrice di rispetto delle diversità e di spirito della convivenza tra etnie, culture e lingue già fecondamente e lungamente convissute nel passato”. “Si tratta - ha affermato in conclusione - di memorie da coltivare tutte in vista del centocinquantenario dell'Italia unita e di un rinnovato impegno a costruire quell'Europa sempre più rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre più saldamente integrata di cui c'è bisogno nel mondo globalizzato di oggi e di domani”. Alla cerimonia erano presenti anche il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, il Presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il Vice Presidente del Senato della Repubblica Domenico Nania, in rappresentanza del Governo il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, il Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Lucio Toth, il Presidente della Commissione incaricata dell'esame delle domande per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati Adriano Santini, rappresentanti del Parlamento e familiari delle vittime delle foibe. Precedentemente il sottosegretario Letta aveva consegnato i diplomi e le medaglie commemorative del Giorno del Ricordo ai congiunti degli infoibati. Il Giorno del Ricordo, istituito dalla Repubblica Italiana nel 2005, viene celebrato il 10 febbraio di ogni anno, e ha lo scopo di conservare la memoria delle vittime delle foibe e della tragedia vissuta dagli esuli. Con il termine “foibe” vengono indicate delle cavità carsiche dell’Istria, voragini a strapiombo di origine naturale, dove, alla fine della seconda guerra mondiale, furono gettati, anche vivi, migliaia di soldati e di civili. L’ondata di cieca violenza e di esecuzioni sommarie, che coinvolse partigiani, tedeschi, fascisti e l'esercito di Tito, durò fino al 1947. Quando vennero definiti i confini, e l’Istria e la Dalmazia sono state cedute alla Jugoslavia, migliaia di istriani, fiumani e dalmati furono costretti all’esodo dalle loro terre. (ItalPlanet News)