(SA) - Doveva essere una giornata diversa, fatta di giochi, di attività sociali, di impegno dei giovani dell’USEF di Mendoza, la giornata di sabato 27 febbraio. Tutto era stato accuratamente preparato, era stata raccolta la roba necessaria, generi alimentari, bibite, capi di vestiario ed altro, per potere offrire ai bambini di strada una giornata che doveva scorrere lieta, permettendo ai piccoli ospiti di dimenticare per una giornata la loro difficile quotidianità.

L’Associazione Bancaria di Mendoza con la quale l’USEF ha un accordo di collaborazione ed un protocollo d’intesa, aveva di buon grado messa a disposizione la così detta “finga Abate” dove i ragazzini avrebbero potuto corre e giocare liberamente, sotto l’occhio vigile dei giovani dell’USEF, ma così purtroppo non è stato. I ragazzi non potevano certo prevedere il cataclisma che da li a poco avrebbe sconvolto il Cile ed avrebbe avrebbe seminato il panico tra i mendosini, che sono stati svegliati nel cuore della notte (ore 03,30 circa) da una violenta scossa di terremoto, la stessa che stava seminando morte e distruzione in Cile, avvertita a Mendoza con una intensità di 8,1 gradi sulla scala rickter, così come d’altro canto era stata avvertita in tutta l’America Latina anche se co intensità diversa. Lo spaventoso evento, che ha tenuta sveglia la popolazione per tutta la notte, in preda al terrore, alla paura, alla fine ha giustamente consigliato gli organizzatori a rimandare la manifestazione, che in quel momento era l’ultima cosa nel pensiero dei mendosini, poveri o agiati che fossero. “Rinviata per terremoto” quindi, è il caso di dire. Rinviata a miglior data, quando si sarà ristabilita la serenità e la paura sarà solo un ricordo, speriamo presto. Ciò nonostante, approfittiamo per dare una breve descrizione del posto che era stato scelto. La “Finca de Abate”, questo il posto in cui sarebbero stati portati i quindici ragazzi ammessi alla manifestazione, ha una sua storia molto interessante, che si intreccia con la presenza italiana a Mendoza. Gli Abate furono una famiglia di siciliani che coltivava l’uva e diverse qualità di Frutta. Il figlio nella sua parte di terreno, sito a Bermejo, Dipartimento di Guaymallén, costruí uno stabilimento dove si trovano vari saloni di festa e/o di riunione, “churrasqueras” dove si fa “el asado” ed uno stadio con dimensioni regolamentari circondato da altri piccoli campi, per praticare il footbol. In questa finca, chiamata da tutti La finca di Abate, per anni hanno giocato le squadre di calcio che venivano dalla Capitale argentina mentre si preparavano per la partita con alcuna squadra locale. Gli eredi di Abate hanno venduto la finca alla Asociación Bancaria che la utilizzerà con finalità sociali, in beneficio dei propri soci ma anche dei vicini della proprietà e di enti come la nostra associazione, che, come abbiamo detto, ha un accordo con l’istituzione con la quale collabora anche nella realizzazione di attività diverse. I giovani dell’USEF, anche se giustamente frastornati da quanto è successo, nel decidere il rinvio, hanno anche voluto assicurare che la manifestazione si farà prima possibile.