(SA) - L’accanirsi della forza della natura, che ancora una volta si manifesta nella forma più violenta, attraverso un terremoto, quello che colpisce il Cile, dopo avere colpito Haiti, il Giappone ed altre realtà, preoccupa seriamente l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie, per la sorte non solo della numerosa comunità italiana residente in quel paese, ma per tutto il popolo cileno, sottoposto a questa devastante prova.

Abbiamo già ieri pubblicato un nota informativa della nostra responsabile di Santiago Avvocato Virginia Quezada, ma oggi, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a quanti soffrono questi drammatici momenti, che purtroppo, almeno per quanto riguarda alcune zone maggiormente colpite, si protrarranno ancora per parecchi tempo. Abbiamo in ogni modo cercato di entrare in contatto con le nostre associazioni e con i nostri associati, ci siamo riusciti dopo parecchi tentativi, sia per e mail, che per telefono, ricavandone in qualche modo sollievo, nell’apprendere che non avevano subito conseguenze gravi. Siamo però orgogliosi, e vogliamo complimentarci con i nostri soci e con i direttivi dei nostri circoli, che si stanno attivando per vedere che tipo di aiuto portare a quelli che invece hanno ricavato disaggi e purtroppo anche perdite di vite umane. Orgogliosi dicevo, del lavoro e dell’impegno delle nostre organizzazioni sul posto, che non hanno fatto mancare il loro interessamento e che si sono immediatamente attivate. Da parte nostra, restiamo a disposizione sia della comunità italiana residente in Cile, sia delle famiglie residenti in Sicilia che volessero entrare in cont5atto con i loro cari. Attraverso le nostre associazioni, specialmente quella di Santiago, cercheremo di mettere in piedi una rete di comunicazione e per cercare in qualche modo di aiutare i bisognosi. La rete non può e non deve fermarsi solo al Cile ed a Palermo, ma deve investire e coinvolgere tutte le nostre strutture in America Latina, in special modo quelle più vicine al sisma, come Mendoza ad esempio, che ha pure avvertito la forte scossa. A tal proposito, qui sotto, aggiungiamo la testimonianza della presidente della nostra associazione di Mendoza. ’TESTIMONIANZA DIRETTA “Un’altro colpo della natura per farci vedere quanto piccoli e fragili siamo”, la frase di Virginia Quezada, la mia amica e compagna USEF del Cile, mi torna in testa ad ogni replica del terremoto. Pochi nel resto del mondo sanno quanto legati siamo gli abitanti del Cuyo al Cile, nemmeno alcuni studiosi della geofisica. Mendoza, San Juan e San Luis, furono conquistate dal Cile, cioè dagli spagnoli abitanti nel Cile che attraversarono la Cordillera de Los Andes per ordine di Hurtado de Mendoza figlio , fatto governatore del Cile dal padre, vicerrè del Perù. Dal Cile partì Pedro del Castillo per fondare una città da questa parte delle alte montagne e la chiamò Mendoza per il suo padrone e signore. Mendoza fu la città a capo della regione del Cuyo. Più tardi, tanti anni dopo, il re di Spagna mandò al Cuyo integrarsi al Virreynato del Rio de La Plata recentemente formato con tutte le provincie del Perù, Bolivia, Argentina, Paraguay ed Uruguay. La divisione di questi ultimi paesi venne dopo la guerra d’indipendenza. Ma quella è un’altra storia. Il fatto di essere scoperta, fondata e colonizzata dalla stessa gente del Cile, fece si che nella zona si usassero vocaboli spagnoli che nella zona del Plata non si usavano. Così noi, sopratutto a Mendoza, ancora oggi utilizziamo questi vocaboli, abbiamo una maniera di “cantare “ le parole che assomiglia ai cileni e siamo certe volte sfottuti dai “portegni”(quelli vicini al porto di Buenos Aires) che ci chiamano “cileni”. Ma questa unione storica, culturale, linguistica e umana,viene rafforzata dal fatto che sopportiamo gli stessi problemi a livello geofisico. E così che siamo sempre i primi a capire la magnitudo (dopo loro ,è logico) dei terremoti, sappiamo quando il paese ha collassato e certe volte soffriamo alla pari il panico, il terrore e le conseguenza dei movimenti di terra. Questa notte, quando alle 3 e mezzo ci siamo alzati senza quasi voglia di tornare a letto per motivo della paura, sapevamo che sarebbe stato gravissimo Senza aspettare le notizie. E vero ;siamo piccoli e fragili, ma abbiamo la fortuna di essere fratelli nel bene e nel male ed uno spirito solidale straordinario , dal fatto che si sa che può accadere a noi anche una disgrazia come questa. Il Cile è orgoglioso di se stesso e noi applaudiamo a questo spirito , ma sappiamo quello che segue ai primi momenti, e siamo disposti ad offrire la nostra opera in aiuto di chi ne ha di bisogno. (Antonina Cascio)