04 mar. - di Ambrogio Crespi - La stragrande maggioranza degli italiani non digerisce lo stop agli approfondimenti televisivi, meno che mai alla vigilia delle elezioni regionali. Che Berlusconi non ami particolarmente temi, toni e linguaggi usati da Santoro, Floris e Annunziata, specializzati nel tiro al Silvio, sia che si trovi al governo, sia che stia all’opposizione, è fatto noto e, dal suo punto di vista, diciamoci la verità, comprensibile.

Fatto sta che non risulta da nessuna parte che sia stato il premier a chiedere il giro di vite, ma la Rai ad interpretare in senso prudentissimo le delibere della commissione di Vigilanza. Perfino al di là del pannelliano Beltrandi che della proposta è l’autore. Al punto che il parlamentare ha chiesto al governo di intervenire sulla Rai perché le disposizioni prevedono non l’oscuramento, ma la par condicio anche nei contenitori di seconda serata. Viene il dubbio che i berlusconiani della Vigilanza, delle Authority e della Rai, siano stati più realisti del Re, dimentichi del fatto che se è vero che Santoro senza Berlusconi non sarebbe l'anchorman strapagato e celeberrimo che è, altrettanto vero è che il premier ha sempre raccolto più voti del previsto, probabilmente proprio grazie agli strali del Michele nazionale. Un’altra prova del complotto targato Pdl? Di fatto, però, queste prime sere senza l’informazione in tv, sono angoscianti. Ti danno un’idea di vivere in un paese privato della sua normalità, perché personaggi come Santoro o Vespa, a prescindere da quanto uno li condivide o li contesta, sono parte delle nostre famiglie virtuali, consuetudini che vengono meno. Io credo che per principio sia sbagliato togliere, sottrarre quando si parla di informazione. Infatti, sono convinto che la formula semmai è quella di aggiungere più informazioni, più opinioni anche delle più variegate, che rappresentano, nella sua natura, il senso della democrazia. Poi è evidente che il mostro in questa occasione è la legge sulla par condicio, una legge che il centrosinistra aveva la responsabilità di aver pensato, progettato ed evoluto nel tentativo di circoscrivere Berlusconi, e che lo stesso Berlusconi, ha la responsabilità di non aver abrogato. Sono almeno, nove o dieci anni che il premier denuncia come liberticida la legge sulla par condicio, due legislature fa la responsabilità della non abrogazione di questo obbrobrio legislativo cadde sull’Udc di Casini, ma adesso con la maggioranza che si ritrova in Parlamento non riesco a trovare una ragione perché dopo la vittoria delle elezioni politiche abbia portato per ben due volte amministrative ed europee, ed oggi alle regionali, ancora con la par condicio attiva a condizionare la capacità di comunicazione e quella di essere informati. Il nostro giornale, il Clandestino, è un giornale di comunicazione e sondaggi, fra una decina di giorni quando i sondaggi saranno vietati potremo solamente riempirlo di fotografie, venendo meno a quello che è uno dei principali oggetti del nostro giornale e al patto con i lettori. Bene, lo sappia Silvio Berlusconi, lo sappia l’autorità garante, lo sappia l’opposizione, che faremo di tutto per informare i nostri lettori finanche ad arrivare alla disobbidienza civile.