Dopo molte attese, il 23 febbraio scorso il sottosegretario agli affari esteri Alfredo Mantica ha comunicato, in audizione congiunta delle Commissioni esteri della Camera e del Senato, la nuova portata del piano di razionalizzazione della rete consolare, un piano che nonostante la risoluzione Narducci ed altri del 21 luglio 2009, il piano di razionalizzazione conferma sostanzialmente la controversa razionalizzazione della rete consolare preannunciata quasi un anno fa, salvo piccoli aggiustamenti e una diversa scansione temporale.

A nulla sono dunque valse le manifestazioni di protesta organizzate dalla comunità italiana in varie città europee interessate dalle chiusure e razionalizzazioni, e nemmeno i tanti appelli lanciati dall'estero dalle autorità politiche e dalle Istituzioni (tra cui il primo ministro australiano Kevin Rudd e rappresentanti di Länder tedeschi in cui vivono numerose comunità italiane) all'indirizzo del nostro Ministro degli affari esteri. Occorre poi chiedersi se abbia senso attuare un piano di razionalizzazione disgiunto dalla imminente riforma del Ministero degli affari esteri, che a giorni sarà incardinata nell'iter dei lavori parlamentari e che modifica in profondità l'assetto organizzativo e operativo della Farnesina. Non credo sia condivisibile uno scenario siffatto proprio perché dovrebbero potersi attuare quelle sinergie, quelle interazioni di cui parla spesso il sottosegretario Mantica stesso. Io credo che dovremmo essere tutti ugualmente preoccupati, maggioranza e opposizione, del futuro del sistema Italia nel mondo, sapendo che le fortune e il successo del nostro sistema all'estero dipende anche dall'operatività della nostra rete diplomatico e consolare. In tal senso ritengo sia necessaria una valutazione comparativa dell'effettivo peso specifico delle diverse sedi diplomatiche ed una attenta riflessione su come rivedere l'intera attività consolare. Queste ed altre riflessioni hanno avuto come apice legislativo l'approvazione della già citata risoluzione che oltre ad impegnare il Governo a riconsiderare il processo di razionalizzazione della rete consolare lo impegnava anche a promuovere “un'accelerazione del processo di revisione e ammodernamento delle procedure amministrative, sommandolo a quello d'informatizzazione (consolato digitale) già avviato. E invece la linea direttrice è rimasta sempre quella: chiudere, declassare e accorpare anche evocando un ipotetico ruolo sostitutivo e aggiuntivo dei sistemi informatici, ma mi preme ricordare che non ancora abbiamo la messa in rete delle informazioni AIRE tra consolati e comuni di origine. E allora come si fa a chiudere l'Agenzia consolare di Coira? O il Consolato di Losanna? E come si può trascurare il ruolo fondamentale delle strutture di Saarbruecken o di Liegi? Tutte sedi in smantellamento assieme ad altre altrettanto funzionali e strategiche per la nostra comunità all'estero. Oltre alle decisioni già rese operative, il sottosegretario Mantica ha comunicato i seguenti elementi del piano di razionalizzazione che sarà attuato nel 2010, mentre la terza fase del piano sarà

FRANCIA Mulhouse: confermata la chiusura del Consolato con il trasferimento a Metz. A Mulhouse resta uno sportello consolare a Mulhouse, inquadrato come ufficio decentrato del Consolato di Metz con 2 contrattisti. La richiesta di accorpare il Consolato in chiusura a Basilea (dista una ventina di chilometri) anziché a Metz non ha dunque avuto ascolto. La chiusura sarà effettiva dal 1° giugno (da intendersi come inizio delle procedure).

SVIZZERA: oltre al declassamento (già avvenuto) del consolato generale di Basilea, non vi sono orientamenti di senso contrario sulla decisione di chiudere il consolato generale di Losanna durante il 2011. Coira: chiusura dell'agenzia consolare con trasferimento a San Gallo a partire dal 1 giugno.

 BELGIO Bruxelles: chiusura del consolato e trasferimento presso l'Ambasciata di Bruxelles a partire dal 1 giugno. Genk: l'agenzia consolare chiuderà a partire dal 1 giugno e sarà trasferita a Bruxelles. Liegi: la sede sarà chiusa a partire dall'autunno 2010 e accorpata a Charleroi; diventerà un consolato onorario.

GERMANIA: saranno chiuse 4 consolati, Saarbrücken, Mannheim, Amburgo e Norimberga. Il Paese diventerà una sorta di "laboratorio sperimentale" che fornirà alcune valutazioni, visto che - parole di Mantica - non c'è “una formula matematica certa di come andranno le cose”. Saarbrücken: viste le decise prese di posizione delle autorità locali, il Governo italiano ha deciso di mantenere uno sportello consolare, ma il Governatore del Saarland Peter Müller ha espresso insoddisfazione per la soluzione prospettata e ha ribadito la disponibilità della sua amministrazione ad ospitare un'agenzia consolare nelle proprie strutture. La chiusura del consolato avverrà il 1 giugno 2010. Mannheim: la sede sarà chiusa a partire da ottobre 2010. Amburgo: a fine 2010, o più probabilmente ad inizio 2011, sarà chiuso il consolato generale. Per il futuro il Governo italiano ha due ipotesi di lavoro: un consolato onorario con competenze limitate alle attività portuali (visti) e uno sportello consolare localizzato nella sede dell'IIC per tutto il resto, entrambi facenti capo al consolato di Hannover. In più, va ricordato che già c'è un console onorario a Brema. Norimberga: sarà chiuso il consolato a partire dal 1 giugno e resterà un'agenzia consolare con un organico "asciutto" di massimo 5 dipendenti Sud Africa Durban: come già deciso, il consolato sarà chiuso previa verifica sulle attività della sede. Resterà un consolato onorario, a partire dal secondo semestre 2010.

EGITTO Alessandria: declassamento a consolato alla fine del 2010. Restano dunque in piedi le altre ipotesi per la fase di razionalizzazione nel 2011, in particolare per l'Australia e gli Stati Uniti d'America. Per l'Australia, a detta del sottosegretario Mantica, è in essere una valutazione diversa: anziché la chiusura, il trasferimento in sedi meno prestigiose, più periferiche ma con costi inferiori. Per gli Stati Uniti, il caso di Detroit è noto a tutti. Sulla spinosa questione Losanna – Ginevra, il sottosegretario ha preannunciato una sua visita in loco (8 aprile) con i funzionari per cercare una soluzione. Resta in sospeso anche la decisione riguardante Manchester e la chiusura dell'Ambasciata di Lusaka (2011) sulla quale sarà fatto “l'esperimento" per integrarla nella rete della rappresentanza UE.