(SA) - Evidentemente la decenza non abita a casa Berlusconi, né tanto meno a casa PDL. Il modo di comportarsi di questa maggioranza, è sempre stato arrogante, come di quelli che non debbono dare conto a nessuno. Come quelli, che unti dal Signore, hanno carta bianca su tutto quello che vogliono dare, come se il consenso popolare desse loro facoltà di stravolgere tutto, di cancellare regole e leggi, di adattare lo stato non a misura del cittadino,

che deve invece rispettare sempre tutte le regole, ma a misura di maggioranza, di PDL o, se si vuole, del cavaliere. Quello che è successo la sera scora, con il decreto di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, non ha pari in nessun paese civile, forse nemmeno in un paese del terzo mondo. Il PDL sbaglia a presentare le liste? A milano c’è un mproblema di firme ed a Roma un problema di tempi scaduti? Niente paura. Il cavaliere, opportunamente consigliato, procede ad un decreto legge, che non interrompe le regole, perché sa che il Presidente non firmerebbe, ma ne da una “interpretazione autentica”. In questo modo si agirare l’ostacolo e si può fare quello che si credono, stravolgendo in ogni caso la legge e permettendo a chi ha sbagliato per ignoranza, per leggerezza, per la pervicace convinzione che in Italia tutto è lecito e tutto è possibile, di porre rimedio all’inghippo sempre e solo nel nome della democrazia e del rispetto dei diritti dei cittadini che non possono essere esclusi dal voto. Con questo gesto inusitato quanto arrogante, il cavaliere ha inteso applicare la massima di giolitti, il quali soleva dire: “ le leggi per i nemici si applicano, per gli amici si varano provvedimenti chiamandoli interpretativi”. E con quale livore, i paladini della destra respingono le proteste dell’opposizione! Bondi, con la sua area monacale, ad esempio anche nella sua qualità di coordinatore del PDL, non dice, abbiamo sbagliato, non abbiamo uffici capaci di interpretare le leggi e le regole, no, se la piglia con chi protesta e dice: “ da queste furibonde reazioni, che oltre tutto rivelano uno scarso rispetto nei confronti del Presidente della Repubblica, si ha la conferma che la sinistra non si pone neppure il problema delle conseguenze politiche che deriverebbero dall’esclusione del primo partito del Paese dalla competizione elettorale. E’ evidente che in questo modo il confronto si rivela impossibile e, soprattutto, che su questo terreno l’opposizione è destinata ad essere fagocitata dallo stile e dalle parole d’ordine sempre più sguaiate e pericolose di Di Pietrp”. Oppure, sempre Bondi: “ogni qualvolta c’è da dimostrare un briciolo di saggezza politica, di equilibrio e di moderazione, nell’arcipelago della sinistra si scatena invece il peggio: un irresponsabile furore polemico senza attinenza con la realtà, in questo caso senza neppure un’attenta valutazione dei contenuti del decreto”. E già, perché questo decreto, secondo il vangelo del PDL, non è che camia òe leggi, ma si liita ad interpetrarle., per cui quello che fino a ieri era stato letto in un certo modo, per esempio, là dove sta sceritto che il tempo di presentazione delle liste scade ad una certa ora, ora si legge che questa ota non decorre più se i presentatori di qualche lista si trova dentro il palazzo. Dentro il palazzo, badate, non davanti la porta ell’ufficio elettorale o della cancelleria del tribunale, ma dentro al palazzo, magari in un bar interno a fare salotto, ma è dentro e deve essere aspettato. E non voglio citare quello che dice Grasparri o la Russa, o altri dello schieramento del cavaliere, per carità di patria, poiché questa è gente di una volubilità esprema, una volta attaccano il Presidente Napolitano perché non firma e quindi è comunista per cui il cavaliere si sente accerchiato dai comunisti che si trovano dappertutto, al Quirinale, nei palazzo di giustizia, alla corte costituzionale, alla televisione, un’altra, ad esempio ora, plaudono al Presidente perché è stato sensibile, è stato imparziale. Per un momento, non è più il nemico di una volta, il comunista spietato, colui che si permette di non firmare decreti di questo governo illuminato. Volubilità della gente! Oggi nemico è chi non capisce che il governo, nella sua grande magnanimità, al fine di evitare equivoci, ha voluto illuminare gli elettori, le cancellerie del tribunale, i TAR prima che si pronunciassero, la magistratura tutta, procedendo ad interpretare la legge, prima che qualche ignorante la leggesse in un odo sbagliato. Chi sa cosa sarebbe successo se ha sbagliare fossero stati i presentatori delle liste del PD o di un altro partito di opposizione, il cavaliere avrebbe dato pure prova della sua infallibile inteliggenze procedendo ad una interpretazione della legge? Satira a parte, con questo provvedimento il cavaliere ha voluto dare il segno della sua potenza al di là delle leggi, al di là delle regole che valgono per gli altri, con questo provvedimento, ha fatto un ulteriore passo qualitativo, passando dalle leggi ad personam ai decreti ad listam. Salvatore Augello