Roma, 29 apr. (Adnkronos) - "C'è stata la richiesta esplicita della mia testa”. Ne è convinto Italo Bocchino che stamattina ha reso definitive e “irrevocabili” le sue dimissioni da vicepresidente vicario del gruppo del Pdl alla Camera. “E questo – afferma - succede in un gruppo in cui non è stato approvato il regolamento interno, non è stato eletto un direttivo, non c'è procedura democratica ma si dà vita a processo sommario e si arriva all'epurazione.

Così il partito non va lontano, è un errore colpire il dissenso". Sul sito di Generazione Italia, Bocchino sottolinea che "il presidente del Consiglio chieda la mia testa solo perché ho avuto l'ardire di partecipare a una trasmissione televisiva (Ballarò). Con l'aggravante che avrei rappresentato la 'minoranza' del Pdl davanti a milioni di telespettatori". "E' evidente il tentativo di Berlusconi di arrivare a delle epurazioni per colpire l'area vicina a Fini", aggiunge poi Bocchino sottolineando: "Noi, però, contestiamo il centralismo carismatico che pensa di contare facendo rotolare le teste". "Berlusconi è ossessionato da me – continua il finiano che è un fiume in piena - E' da almeno un anno che chiede a Fabrizio Cicchitto la mia testa, perché ritiene che non possa esserci uno non allineato". "Berlusconi mi ha pure chiamato - prosegue - per dirmi di non andare in televisione. Che un leader chiami un dirigente per dirgli questo, è una cosa che non esiste al mondo. In una telefonata, con toni concitati, mi ha pure detto: 'Farai i conti con me'". Poi, alla domanda se ritenga che anche le presidenze delle commissioni in mano a esponenti dell'area finiana siano a rischio, replica: "Non sono in discussione le presidenze delle commissioni a meno che Berlusconi non decida altre epurazioni". "Ho dato le dimissioni - spiega - per dire che i problemi che poniamo sono politici, non legati ai posti e alle persone. Non mettiamo in discussione la leadership di Berlusconi e il partito, ma dall'interno continueremo a contrastare il centralismo carismatico che governa il Pdl". Un partito che segue la linea, accusa Bocchino, di "colpirne uno per educarne cento. Ma noi veniamo da una lunga storia politica, non siamo stati chiamati da un'azienda, e siamo in grado di portare avanti un progetto politico". Intanto, mentre l'ufficio stampa del gruppo Pdl a Montecitorio fa sapere che l'assemblea del gruppo salta essendo “venuto meno l'oggetto della stessa in seguito alle dimissioni definitive dalla carica” da parte di Bocchino, le reazioni alle parole del finiano non si fanno aspettare. ''Consideravo chiuse la vicenda e le polemiche con le dimissioni dell'onorevole Italo Bocchino” dichiara il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto il quale afferma che “per favorire la distensione da parte mia non solo ho scelto di revocare l'assemblea del gruppo ma mi ero anche astenuto da ogni comunicato". "Purtroppo, non mi sembrano affatto distensive le dichiarazioni dell'onorevole Bocchino su inesistenti tentativi di epurazione da parte del presidente Berlusconi", aggiunge. Italo Bocchino "non è vittima" dello scontro interno al Pdl, "rimane uno dei vicepresidenti" e dimettersi da vicario "è stata una sua decisione molto saggia, che ha fatto seguito a una situazione difficilmente sostenibile", ha detto Ignazio La Russa. "Come partito abbiamo lasciato la decisione al gruppo, alla fine la decisione credo sia la migliore per rasserenare il clima - ha aggiunto il coordinatore del Pdl - A Bocchino conviene e fa piacere, ha evitato una riunione del gruppo tesa". Dopo le dimissioni di Bocchino, si apre ora la corsa alla sua successione ma i tempi saranno lunghi prima di trovare un sostituto. Secondo fonti parlamentari della maggioranza, i vertici del Popolo della libertà, su input di Silvio Berlusconi, avrebbero deciso di prendere tempo per evitare nuove fibrillazioni e attendere che gli animi si rasserenino. In ogni caso, qualsiasi decisione sarà rimessa alla volontà assembleare. Spetterà al gruppo parlamentare, dunque, provvedere alla scelta del nuovo 'vicario' del presidente dei deputati Cicchitto. Per La Russa ''è un problema che deciderà il gruppo, non c'è nessuna premura. Non è che senza un 'vicario' domani succeda qualcosa''. A quanto si apprende, la decisione per risolvere la vicenda non è all'ordine del giorno e potrebbero volerci anche 15 o 20 giorni. Intanto, i 'finiani' avvertono: ''Nessuna sostituzione di Bocchino può essere catapultata dall'alto''. Fabio Granata, tra gli uomini più vicini al presidente della Camera, è categorico: ''Si mettano in testa che ogni eventuale sostituzione dovrà passare per il voto assembleare''. Roberto Menia, sottosegretario all'Ambiente, rende ''onore a Italo''. Ma mette in guardia: ''Vedo parecchi avvoltoi, ci sono già 5-6-7 candidati... A questo punto, non capisco il senso del ruolo di vice vicario'', sottolinea lasciando intendere che va superato il sistema delle quote all'interno del gruppo. In queste ore è circolato con insistenza il nome di Fabio Rampelli come sostituto di Bocchino. ''A me nessuno ha detto niente'', replica il diretto interessato.