La febbre gialla Continuo a vivere come in un fumetto. Uno di quelli dove appaiono città invase dalla peste e nei quali la gente muore bensì non può crederci Leggendo i giornali m’informo che quest’anno, più che altri, il turismo deve avere la precauzione di prendere il vaccino contro la febbre gialla se va verso il Brasile o al nordest della Argentina. Le province di più incidenza:Misiones, Corrientes, Formosa, Chaco, parte di Jujuy e parte di Salta. Dal Brasile non ne sappiamo molto, solo che le autorità hanno detto che chi entra in Aereo e dall’Atlantico non ha pericolo. Il pericolo è nella selva che si deve attraversare per andarci per terra. Nella mappa si vedono in giallo le province dell’argentina dove il pericolo sussiste e a destra-sotto si vede la porzione di Latinoamerica nella quale ancora questa terribile malattia si trova. Possiamo vedere Argentina( infatti solo al NORDEST), Uruguay,Paraguay Chile, Bolivia e Venezuela. Ma come può esserci questa malattia ancora? Semplice, ci sono le zanzare e c’è la fame, la miseria, la mancanza di pulizia e di precauzione, mancano i Progetti a livello nazionale, a livello area continentale. Manca l’educazione che aiuta in situazione di povertà a capire che i sacrifici che esige la mancanza di mezzi per mantenere la pulizia, ne valgono la pena, sono necessari per evitare la morte del “vomito neroâ€, così chiamata ,dalle emorragie intestinali che provoca la malattia se non viene presa in tempo . In questi giorni, come tutte le estati, la febbre gialla appare sui giornali. Quand’ero piccola era scomparsa, questo credevamo, e appariva soltanto sui libri di storia, che ci raccontavano come Buenos Aires è quasi sparita per una terza volta alla fine dell’800 a causa della febbre gialla, che colpì sopratutto gli abitanti dei quartieri più ricchi, quelli vicini al fiume, come il vecchio “San Telmoâ€, dove la palude fece il suo effetto e le zanzare fecero sparire la popolazione antica. Alcuni se ne andarono in vecchie carrette tirate dai bue, verso il cimitero alle fosse comuni. Altri scapparono verso l’ovest, dove si stabilirono dopo di questa strage “las quintasâ€, le residenze per l’estate. Chissà qui la spiegazione del perchè la città sembra ancora dar le spalle al fiume, come a Rosario. Sono testimoni di situazioni troppo difficili di dimenticare e che si preferisce cancellare. Vicino al fiume si stabilirono dopo ,gli emigranti e gli affamati(quasi la stessa cosa bensì diverso origini) A dire la verità la febbre gialla non era scomparsa, ma si si era allontanata dalla grande capitale del Plata, dove “atiende dios en Argentinaâ€(frase clichè del secolo XX:dio riceve a Buenos Aires). Quando io ero bambina, certe verità non apparivano sui libri, impegnati com’erano i politici a convincere gli abitanti che tutto andava benissimo, perciò, prima Peròn con la sua propaganda a favore di se stesso e dopo quelli che lo cacciarono e per giustificarsi dovevano far ancora più propaganda falsa nel proprio beneficio, ci vollero far credere che tante cose erano scomparse:la febbre gialla, la fame, il vaiolo, il “Mal de Chagasâ€, e così via. Da alcuni anni, sebbene si cerca di non chiamare troppo l’attenzione su questi fatti, almeno se ne parla. E perchè ne parliamo noi? Perchè questa volta il pericolo è maggiore. Si stanno trovando da più di due mesi a questa data, gruppi di scimmie morte nelle zone selvatiche. Si sà che la zanzara trasmette la malattia attraverso del sangue di uno malato a uno sano e così via. E si sa che le scimmie quando si ammalano no vanno in ospedale e perciò continuano a trasmettere la malattia ed il pericolo. E purtroppo si sa che le scimmie possono trasmettere la malattia agli umani. E difficile oggi, predire le conseguenze di questa situazione. Ne auspichiamo una pronta e favorevole soluzione e speriamo che medici, scientifici, ricercatori, tutti siano al lavoro per evitare conseguenze più serie. Fino adesso sono morte due persone e chissà quante scimmie che, non soltanto possono portare più contagio, ma che sono parte del eco - ambiente di questa selva subtropicale tanto castigata già dall’uomo.