DE PIZZOL:"DA COLONIA UN APPELLO DELLA SOCIETÁ ITALIANA, UN APPOGGIO SIMBOLICO DALLE ISTITUZIONI ITALIANE IN URUGUAY” – DI MATTEO FORCINITI MONTEVIDEO - “Cambio di guardia al vertice della Società Italiana di Colonia, l'associazione che riunisce i discendenti italiani nella città costiera del sud ovest dell'Uruguay. Iniziano ad entrare nel vivo i progetti della nuova commissione direttiva eletta nel mese di luglio dello scorso anno e capitanata da Juan De Pizzol, nipote di un emigrato veneto e deciso nella difficile sfida di “difendere l'identità italiana nella città”. A Colonia, importante destinazione turistica il cui centro storico è patrimonio mondiale dell'umanità riconosciuto dall'Unesco, l'attuale Società Italiana è l'erede della prima storica associazione fondata nel lontano 1874”. A scriverne è Matteo Forciniti per “Gente d’Italia”, quotidiano delle Americhe diretto a Montevideo da Mimmo Porpiglia. “Tanti furono gli emigrati italiani che popolarono la città più antica dell'Uruguay, contesa per oltre due secoli tra spagnoli e portoghesi. Tuttavia, attorno agli anni sessanta del novecento, cominciò un inesorabile declino che portò in poco tempo alla sparizione della Società. Un'italianità latente che però risorse con un gruppo di discendenti all'inizio del nuovo millennio: più precisamente il 23 novembre del 2007. Un progetto ambizioso che ha dovuto affrontare diverse difficoltà anche se alla fine l'obiettivo venne raggiunto: “Fu un compito davvero arduo poter risollevare un'associazione dato che erano passati tanti anni. Eppure non ci scoraggiammo. Riuscimmo a istituire un nuovo gruppo cominciando tutto da capo”. Rimboccarsi le mani e andare avanti, questa la loro filosofia. Da un punto di vista giuridico la nuova Società Italiana non ha potuto essere l'erede legale della prima istituzione, “ma poco importa, volevamo innanzitutto riaffermare la presenza italiana nella società!coloniense!e ci siamo riusciti. Questo è ciò che conta” afferma con orgoglio De Pizzol che sottolinea “l'importanza del lavoro di gruppo”. Al suo fianco la commissione direttiva in carica fino al 2017 è così composta: Ariel Chape (vicepresidente), Danilo Peirano (segretario), Alessandro Maggi (tesoriere e membro del Comites di Montevideo), María Martha Sanna, Jorge Vassallo ed Ariel Cesan (vocali). “Siamo una società aperta alla realtà locale” spiega il presidente. “Cerchiamo di dare un umile contributo alla vita sociale di Colonia lavorando assieme ad altre entità. Proprio per questo cerchiamo di consolidare la nostra presenza ed abbiamo appena iniziato una campagna per attrarre nuovi aderenti grazie anche agli accordi con una serie di negozi. Questo ci permetterà di costruire un ambito di riflessione, dialogo e comunicazione tra i soci e tutte quelle persone che hanno un vincolo con l'italianità”. Perché si tratta proprio di questo: “Rivivere, potenziare e fomentare le tradizioni e le manifestazioni culturali, artistiche e sociali dell'Italia”. Una terra, questa, dove “la maggior parte di noi non è nata, eppure possiamo dire di averla vissuta grazie alle storie ed ai ricordi che ci hanno trasmesso in famiglia. Insomma: ciò che muove la nostra azione è riscattare la ricchissima storia delle nostre origini e comprendere quello che siamo”. Tra i vari progetti cominciati in questi anni, spicca sicuramente la restaurazione dell'antico panteon costruito intorno alla fine dell'ottocento e dove riposano oggi una quarantina di persone. “Siamo riusciti ad ottenere il titolo di proprietà da parte del Comune. È un primo passo ma adesso dobbiamo cercare di riformarlo, visto lo stato di abbandono in cui è stato lasciato negli ultimi anni. Per la nostra collettività rappresenta un grande valore simbolico”. La prima cosa da fare è la restaurazione, “qualcosa di semplice, non di sfarzoso” precisa invitando chiunque fosse interessato ad aiutare la causa. L'unico inconveniente è stato il cambio di autorità nel governo dipartimentale. “Riprenderemo le trattative con i nuovi interlocutori ma siamo comunque molto fiduciosi”.! Inoltre, si cercherà di portare avanti una “maggiore collaborazione con la città di Buenos Aires per determinate attività artistiche e culturali. Ma vedremo, è ancora presto parlarne”. Se con le istituzioni locali i rapporti sono segnati dalla “mutua collaborazione”, non sembra possa dirsi la stessa cosa con quelle italiane. “Non riceviamo nessuna attenzione se non i comunicati ufficiali. Qui c'è un vice consolato onorario eppure non abbiamo nessun contatto. Chiediamo solo un appoggio simbolico, morale affinché si possa incentivare il lavoro di tutti coloro che sentono forte l'identità italiana”. Come? “Con una comunicazione fluida e costante. Una maggiore disponibilità”. Il pericolo è sotto gli occhi di tutti: “In Uruguay c'è una tendenza alla scomparsa delle associazioni perché manca il ricambio generazionale. Anche qui a volte ci sentiamo soli e sfiduciati”. “Ma attenzione” - precisa - “non chiediamo soldi. Non l'abbiamo mai fatto”. Un discorso, questo, “che ha radici molto profonde ed è valido per tutto il territorio dell'interno del paese, abbandonato rispetto a Montevideo”. (aise)
PROFESSIONI ESPORTABILI IN EUROPA
Sono 25 milioni le persone che ogni anno si spostano in Europa da un paese all'altro - noi italiani ne siamo un gruppo consistente. E tanti di noi conoscono questo problema: un diploma riconosciuto è spesso fondamentale per trovare lavoro nel nuovo paese, per crearsi una nuova vita lavorativa all’estero. Ne abbiamo parlato al convegno “Certificazione delle competenze in Europa”, promosso insieme ai colleghi della Commissione Politiche Europee e ai Sottosegretari Sandro Gozi, Luigi Bobba e Gabriele Toccafondi. Per garantire concrete opportunità di lavoro e rendere davvero libera la circolazione delle persone, bisogna che un diploma rilasciato in un Paese sia riconosciuto anche negli altri. Ecco perché servono regole comuni per ottenere determinate certificazioni professionali. A questo proposito l’Italia è all’avanguardia a livello europeo perché siamo tra i primi ad avere recepito la Direttiva europea (2013/55) con la quale si prevede il reciproco riconoscimento di cinque professioni in tutta Europa. Si tratta dei mestieri di infermiere, farmacista, agente immobiliare, fisioterapista e guida alpina. (On. Laura Garavini)
DA GASTARBEITER AD EU WORKERS
Pionieri della libera circolazione sono i milioni di lavoratori italiani che, a partire dagli anni '50, alla luce di accordi internazionali con diversi Paesi dell'area europea, hanno lasciato le proprie terre per cercare un futuro migliore in terra straniera. Per esempio in Germania. Sono molto grata alla Direttrice del Goethe Institut, Gabriele Kreuter Lenz, per avere promosso a Roma un bellissimo incontro sul tema Gastarbeiter, quegli 'emigrati ospiti', che partirono a seguito di accordi bilaterali. L'iniziativa è stata particolarmente riuscita anche perchè, accanto alla riflessione storica, ci siamo spinti ad analizzare le politiche per l'integrazione messe in atto nel corso degli anni, tenendo conto dei processi migratori dei nuovi EU-workers, i tanti giovani che hanno ripreso ad emigrare in massa negli ultimi anni. L'iniziativa, mandata in onda in streaming, è visibile al seguente link. Accanto a me ha preso parte al dibattito Oliver Janz, professore di storia contemporanea alla Freie Universität di Berlino. Sul tema delle nuove mobilità ho avuto modo di esprimermi anche in una recente puntata di Community, programma televisivo di Rai Italia, nella quale parlo fra l’altro della nuova generazione di emigrati italiani in Europa. (On. Laura Garavini)
INNOVAZIONE/ DA ASSOCAMERESTERO BANDO DA 20 POSTI PER LE START-UP
ROMA - Al via le candidature per tutti gli acceleratori che vogliono proporre startup da inserire in un percorso di apertura ai mercati esteri. Viene lanciato oggi il bando che si colloca all’interno del progetto pilota “InnovAzione - Assistenza allo Sviluppo Internazionale di start-up innovative” realizzato da Assocamerestero in collaborazione con le 79 Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE), e Agenzia Ice, con il supporto finanziario del Ministero dello Sviluppo Economico. Fra tutte le candidature pervenute saranno selezionate 20 startup che avranno a disposizione: mentoring finalizzato all'individuazione del mercato estero, tra i 54 in cui hanno sede le CCIE, più adatto al prodotto/servizio offerto; agende di incontri con controparti estere interessate allo sviluppo del business proposto; possibilità di coworking - fino a 3 mesi - presso la CCIE del paese prescelto e/o altra sede da questa individuata; collegamento e networking con ICE Agenzia e con le altre presenze imprenditoriali italiane localizzate nel mercato target; collegamento con qualificati intermediari della finanza operanti sulle principali piazze internazionali. Possono concorrere al bando gli operatori pubblici e/o privati che erogano da almeno 12 mesi programmi di accelerazione di startup in Italia o all’estero, ovvero che operano da almeno 12 mesi attraverso call periodiche per il supporto di startup in gruppi o classi nel loro primissimo periodo di vita con finanza, mentorship, formazione e altri servizi necessari alla loro crescita e che in questo periodo di 12 mesi abbiano collaborato all’attivazione di almeno 3 startup. Ciascun acceleratore, ovvero ciascuna sede erogatrice di programma di accelerazione autonomo, anche se ricadente sotto una stessa entità giuridica, può presentare domanda di partecipazione per candidare le startup, avvalendosi esclusivamente della modulistica predisposta e pubblicata in questa pagina. In base alla proroga intervenuta, le domande dovranno pervenire, pena l’esclusione, entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 31 marzo 2016 e dovranno essere inviate tramite raccomandata del servizio delle Poste Italiane S.p.A., ovvero mediante agenzia di recapito autorizzata, indirizzata a: “Assocamerestero - Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero Via Sardegna, 17 – 00187 Roma, indicando sulla busta la dicitura “Progetto InnovAzione””. È possibile la consegna a mano del plico direttamente o a mezzo di terze persone, dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00, entro lo stesso termine perentorio (ore 12:00 del 31 marzo), presso la sede di Assocamerestero. Eventuali quesiti relativi al bando e alle modalità di presentazione della domanda di partecipazione, potranno essere inviati all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. (aise)
VERSO IL CONGRESSO DELL’AICCRE: IL DOCUMENTO POLITICO
ROMA – In previsione della propria XV Assemblea congressuale nazionale, che si svolgerà a Montesilvano (Pescara) i prossimi 17 e 18 marzo, l’AICCRE – Assciazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa – ha redatto un documento politico “Europa al bivio: enti locali e regionali per il federalismo europeo. Costruire la democrazia europea dalle comunità locali agli Stati Uniti d’Europa”. Nel documento si chiede tra l’altro “un Governo sopranazionale della Unione europea che risponda a un Parlamento eletto a suffragio universale e diretto e a un Senato degli Stati nel quale siano rappresentati i poteri regionali e locali, è necessario per concorrere al governo dei processi che investono in maniera interdipendente l’intero pianeta Terra. Necessita, pertanto, una Costituzione per l’Unione europea federale, per la quale il Parlamento europeo che sarà eletto nel 2019 dovrebbe avere un mandato costituente”. Mentre saranno compiute tutte le azioni perché l’Unione europea si doti di una Costituzione, l’AICCRE continuerà, nell’ambito del CCRE, a “sostenere e rilanciare il ruolo del Comitato delle Regioni affinché il sistema europeo dei poteri locali e regionali, nonostante il Comitato sia organo di sola consultazione della Commissione e del Parlamento europei, possa più incisivamente concorrere alla definizione delle politiche europee che abbiano ricadute immediate sui cittadini. Le azioni da condurre su scala europea, continua il documento, richiedono un sistema dei poteri regionali e locali semplice e chiaro nella sua architettura istituzionale per poter formulare e attuare politiche di sviluppo efficaci, efficienti ed economiche, anche avvalendosi di risorse finanziarie proprie dell’Unione Europea, vista la inadeguatezza di quelle trasferire nel bilancio della Unione dagli Stati nazionali”. Per quanto concerne le Riforme istituzionali del nostro Paese l’AICCRE ribadisce che “il Senato delle Regioni e degli Enti Locali è essenziale per dare alla Repubblica italiana un assetto federale”. L’Associazione ribadisce “l’esigenza che Regioni ed Enti Locali rivalutino il ruolo del Consiglio delle Autonomie Locali previsto dall’articolo 123 della Costituzione e, contestualmente, provvedano al riordino e alla diminuzione della moltitudine di soggetti istituzionali e strumentali che operano sul territorio, configurando un assetto fondato su comunità di base (che risolvano il problema dei piccoli Comuni) e su un unico ente intermedio per la gestione dei servizi in un ambito territoriale ottimale, anch’esso unico, al fine di perseguire i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza nella conduzione dell’azione amministrativa”. (Inform)