“1001 ITALIANI - STORIA E STORIE DI ITALIANI NEI PAESI BASSI”: VENERDÌ AD AMSTERDAM IL LANCIO DELLA VERSIONE EPUB AMSTERDAM - “1001 Italiani - Storia e storie di italiani nei Paesi Bassi” è il titolo del volume di Daniela Tasca presentato nel febbraio scorso all’Università di Amsterdam. Realizzato su iniziativa e sponsorizzazione dell’Ambasciata d’Italia a L’Aja, in collaborazione con la Fondazione Culturissima/1001 Italianen, il volume - prima opera in italiano sulla storia della presenza italiana nei Paesi Bassi, dall’antichità ai giorni nostri - fa parte di “1001 Italiani”, progetto “crossmediale” che comprende una piattaforma online, una mostra digitale, un documentario ed un ciclo di dibattiti e conferenze. Venerdì prossimo, 7 ottobre, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam, dalle 20.00, verrà lanciata la versione ePub del libro, che contiene dei capitoli extra rispetto a quella cartacea. Questa versione sarà disponibile gratuitamente sul sito dell'Ambasciata d’Italia nel Regno dei Paesi Bassi, dell’Istituto Italiano di Cultura nei Paesi Bassi e sulle piattaforme digitali del progetto 1001 Italianien www.1001italianen.nl. “1001 Italiani” si divide in due sezioni: la prima, di carattere storico e di andamento cronologico, precede la seconda parte, basata sui racconti diretti degli “olandiani”, sia discendenti dei pionieri che “nuovi migranti”. Il libro può essere considerato il primo studio organico in lingua italiana sulla presenza italiana in terra olandese e sul contributo degli italiani alla storia e allo sviluppo del Paese. La pubblicazione del libro 1001 Italiani (versione cartacea e e-book) è stata realizzata grazie al sostegno dall’Ambasciata d’Italia a L’Aja e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della fondazione Stichting Terra Gelderland, di Daniela Tasca/Mediaterra, e in collaborazione con Stichting Culturissima Amsterdam. Un adattamento in lingua olandese dal titolo 1001 Italianen è stato pubblicato dal noto editore Athenaeum nel giugno 2016. (aise)
 
PRIMO CORSO DI ITALIANO ALLA “CASA DEGLI ITALIANI” DI ARICA: IL COMITES CILE VISITA LA COMUNITÀ
 
SANTIAGO - Senza dubbio trovarsi nella cittá di Arica - sul confine tra Cile e Perú – e visitare la Casa degli Italiani, alle porte della Valle di Azapa, invita a conoscere l´avvincente storia di questa comunitá italiana a cavallo tra i due paesi andini. Abbiamo avuto modo di incontrare una comunitá di scarsa consistenza numerica, ma la visibilitá e l’ identitá storica si appezzano proprio in questo fiorente centro sociale, culturale e sportivo che viene indicato come Casa degli Italiani di Arica. Questo nome - che venne dato al centro negli anni ‘60 – configura quel bisogno ed attaccamento delle famiglie della zona di condividere uno spazio comune che, oltre a mantenere vincoli di mutualismo e di assistenza tra loro, potesse anche significare il posto dove riprodurre alcuni segni delle proprie origini e l´insediamento in un territorio desertico, ma con la prospettiva dell´estrazione di minerali e la valorizzazione del potenziale in campo agricolo. All´interno della valle, gli italiani sono stati i primi a coltivare gli olivi, mentre la coltura del pomodoro è di origine pre-colombiana. Olive e pomodori, ancora oggi, sostengono l’economia della valle. Per questo, non si può non ricordare il contributo allo sviluppo agricolo della zona dovuto alla Famiglia Lombardi oggi presente con un gruppo di fiorenti aziende di produzione e di esportazione. Tornando alla Casa degli italiani, oltre al verde intenso della vegetazione, alla struttura moderna, con tante attrezzature sportive, é da segnalare anche la solennitá dei saloni di accoglienza e dell´ingresso che confluiscomo nella sala da pranzo, dove due-tre selezionati menú italiani di pasta fresca fanno da corona a quel bisogno di sentirsi “italiani” o anche “amanti dell´Italia” delle quasi 300 famiglie socie della Casa. Tra queste, una metá sono di origine italiana e l´altra metá, come ci ha sipegato il presidente Martino, sono famiglie che negli statuti della Corporazione sono considerate “collaboratori” con un affetto e simpatia indiretto quindi anche per l´Italia. La passione del racconto di Martino sulla storia della Casa non si é affievolita neanche quando ha ammesso che, per la mancanza di un corso regolare, questa comunitá praticamente non parla l´italiano. In occasione dell’incontro del Comites Cile con la comunità Soledad Soto – diplomata in Arte e gestione dei beni culturali, con studi di specializzazione a Firenze e attualmente ad Arica con l´Universitá di Tarapacá, per un progetto di valorizzaziobe e sviluppo della millennaria cultura del Chincorro - ha dato la sua disponibilitá per organizzare il primo corso di italiano all´interno della Casa. Il Comitato Dante Alighieri di Santiago ha provveduto a dare il suo appoggio all´iniziativa fornendo il programma, il materiale e le future certificazioni. Oggi il corso é partito e ci auguriamo che sia l´inizio di una maggiore “capacitá italiana della zona”. Anche perché si prevede un’espansione del turismo anche dall´Europa visto il ritrovamento di importanti resti della millennaria cultura dei pescatori della zona, oggi candidata a Patromonio dell’Umanitá: un pezzo di deserto fatto fiorire anche dal centenario impegno dei nostri connazionali. (nello gargiulo*\aise)
 
COMITES ZURIGO
 
ZURIGO - Intervenire sull’Aire e regolamentare l’emissione del certificato di esistenza in vita. Di questo si è parlato nella riunione plenaria del Comites di Zurigo, svolta lo scorso 15 settembre, su spunto della Commissione Sociale del Comitato. A riferirne oggi è il presidente del Comites, Luciano Alban. In particolare, spiega Alban, il Comites chiede che, “nell’ambito della Legge riguardante Anagrafe e Censimento degli Italiani all’Estero, vengano ampliate le possibilità di trasferimento della residenza AIRE aggiungendo una terza ipotesi: “Se si è proprietari di immobili nel Comune dove si intende trasferire la propria residenza”. Risulta sempre più frequente – spiega il presidente Alban – che il connazionale possieda delle proprietà in Comuni diversi dal luogo di nascita, dove invece spesso non ha più alcun riferimento. A tale proposito sarebbe utile poter trasferire la residenza AIRE nel luogo di ubicazione della proprietà”. Quanto al certificato di esistenza in vita, il Comites di Zurigo “chiede che venga estesa la possibilità di emettere i Certificati di esistenza in vita a tutti i Patronati all’Estero. Ciò – annota Alban – permetterebbe al connazionale di risparmiare tempo, evitando di dover raggiungere le sedi diplomatiche a volte piuttosto lontane, di risparmiare denaro in quanto gli Istituti abilitati alla vidimazione, per offrire questo servizio, richiedono compensi notarili e alleggerirebbe le sedi diplomatiche da parte del loro lavoro”. Quelle della Commissione Sociale sono “proposte di integrazione alle norme vigenti” che, conclude Alban, “sono state appoggiate all’unanimità” da tutto il Comites. (aise)
 
IL SENATORE FRANCESCO GIACOBBE (PD) INTERVIENE ALLA CONSULTA REGIONALE DEI CALABRESI ALL’ESTERO
 
CATANZARO – “Le consulte regionali sono organismi di rappresentanza importantissimi per collegare le collettività all’estero con la terra natia. Sono organismi che dovrebbero essere meglio utilizzati e che, se dotati degli strumenti necessari, possono diventare determinanti anche per ridisegnare l’immagine della regione che rappresentano nel mondo”. Lo ha affermato Francesco Giacobbe, senatore del Partito democratico eletto all’estero, nel suo intervento a Catanzaro in occasione dell’insediamento della Consulta regionale dei calabresi all’estero. “Ho accettato l’invito del presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio, sia per portare il mio umile contributo in qualità di parlamentare della Circoscrizione Estero – ha spiegato Giacobbe – sia per dare il benvenuto al gruppo di consultori ed esperti provenienti dall’Australia. A Vincenzo Daniele, Giuseppina Vella Harrison , Martino Princi, Salvatore Riggio, Emma Galimi e Antonio Mittiga, ho già fatto personalmente i miei auguri di buon lavoro e voglio nuovamente farlo anche in modo formale per far responsabilizzarli ulteriormente e ricordare loro l’importanza del ruolo che da oggi ricoprono”. (Inform)
 
IL 6 OTTOBRE PRESENTAZIONE DEL “RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO”
 
ROMA – Si terrà, a Roma (Via Aurelia, 481), giovedì 6 ottobre, presso l’Auditorium “V. Bachelet” – The Church Palace, Domus Mariae, l’XI edizione del “Rapporto Italiani nel Mondo” realizzato dalla Fondazione Migrantes. Dopo il saluto introduttivo di mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes, seguirà la proiezione del video e la presentazione di Paolo Ruffini, direttore di Tv2000. I dati del Rapporto saranno presentati da Delfina Licata, curatrice del volume che tratterà il tema “La mobilità italiana tra appartenenze multiple e spazi urbani”. Seguiranno interventi su “Trasformazioni demografiche e mobilità degli italiani: uno sguardo al passato per capire il presente” affidato a Sabrina Prati, dirigente Istat – Servizio registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita; su “La pastorale migratoria oggi: giovani italiani a Barcellona” parlerà don Luigi Usubelli, cappellano per la comunità italiana di Barcellona. Per la voce delle istituzioni: “Italiani nel mondo oggi nel contesto europeo” interverrà Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato; su “La rappresentanza degli italiani all’estero tra antichi percorsi e nuove prospettive” il segretario generale del Cgie Michele Schiavone; su “La promozione linguistica come volano del Paese” Massimo Riccardo, direttore centrale per la Promozione della cultura e della lingua italiana del Maeci. La conclusioni saranno affidate a mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes. A moderare i lavori Roberto Napoletano, direttore de “Il Sole 24 ore”. All’ edizione 2016 del “Rapporto Italiani nel Mondo” hanno collaborato 60 autori, dall’Italia e dall’estero, per un totale di 51 saggi. “L’idea da maturare – si legge in copertina – è il passaggio a una nuova civilizzazione in cui il meticciato non significa tradire la propria origine, ma arricchirsi delle opportunità date dal mondo e dalle innumerevoli culture che lo abitano. Con questo pensiero è possibile sia vivere ovunque restando se stessi e mantenendo la propria identità, sia partecipare alla cittadinanza del mondo, al cosmopolitismo. Una partecipazione che coinvolge e non discrimina, guidata dalla solidarietà e dal rispetto reciproco, dove il dialogo e la interrelazione tra le persone diventa l’unico codice di comprensione al fine di un interesse comune”. (Inform)