IL MONDO STA CAMBIANDO la frase che accompagnò lo scioglimento del PCI e l’ ascesa del ” socialismo liberale ” e delle cosiddette ” terze vie “. Questo motto mi viene in mente in questi giorni nel vedere e nel leggere i tentativi di restare a galla di molti che di quella fase sono stati protagonisti. Leggo anche ” autocritiche ” ( perché tali dovrebbero essere ) interessanti. Ma appaiono del tutto inadeguate rispetto alla dimensione del cambiamento. In realtà la globalizzazione sta cambiando verso e si riassetta intorno a potenze ” regionali ” che incorporano forme autoritarie di populismo. L’ idea di una globalizzazione ” felice ” o resa tale dalle ” guerre umanitarie ” e dalle magnifiche sorti e progressive del mercato esportatore e creatore di diritti è miseramente fallita. La globalizzazione non è naturale come le stagioni e non è l’ età dell’oro. Torna una geopolitica di potenze che guardano prima al proprio interno e su questo basano le proprie relazioni. In Europa è la Germania ad aver capito prima di altri ed aver pensato una Europa a propria misura. Aggiustamenti o, addirittura, rilanci di quello che fu il ” mondo nuovo ” appaiono fuori senso. Solo chi in tutti questi lunghi anni ha provato a realizzare una idea radicalmente alternativa della globalizzazione, a partire dai diritti dei migranti e non dalla dittatura dei mercati, può cercare di costruire una strada nuova dicendo ai responsabili del passato, sia a chi finalmente riflette, sia a chi assurdamente lo ripropone: ” Guarda che il mondo sta cambiando…”. di Roberto Musacchio
ALL'ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI COLONIA LA MOSTRA “VIVERE ALLA PONTI”
COLONIA - Si inaugura lunedì, 16 gennaio, alle ore 18.30, all'Istituto Italiano di Cultura di Colonia la mostra “Vivere alla Ponti. Esperimenti di vita domestica e architetture per l'abitare e il lavoro”. Molteni & C, una delle principali aziende mondiali produttrici di interior design, ha deciso, con la famiglia Ponti, di dare forma a diversi progetti di mobili del celebre architetto fino ad oggi mai prodotti in serie. La maggior parte di essi, infatti, era stata disegnata da Ponti (1891-1979) esclusivamente per il suo uso privato. “Vivere alla Ponti” è, dunque, una mostra concepita per presentare lo stile di vita di Gio Ponti attraverso le sue opere. Dopo la prima di Milano e Venezia, in contemporanea con la Biennale 2012, la mostra approda all’Istituto Italiano di Cultura di Colonia. Sino al 3 febbraio si potranno ammirare le riproduzioni dei mobili Ponti, lavorati prevalentemente a mano, e altri oggetti d’arredamento. In occasione dell’inaugurazione, Francesca Molteni terrà una conferenza, in inglese, su Gio Ponti e sulla genesi di questa riedizione di mobili e arredi secondo i disegni del maestro. La serata d’inaugurazione si aprirà alle ore 18.30 con i saluti e proiezione del film “Amare Gio Ponti”. Il film di Francesca Molteni ripercorre, per la prima volta, la storia del grande maestro del '900 ed è stato realizzato in partnership con il Gio Ponti Archives (Italia 2015, 35'). Seguirà alle ore 19.15 la tavola rotonda con Francesca Molteni, Salvatore Licitra e Paolo Tumminelli, moderati da Lucio Izzo. Infine alle ore 19.45 l’inaugurazione della mostra. (aise)
CANONE RAI/ UIM EUROPA: IL TERMINE PER L’ESENZIONE NEL 2017 SCADE IL 31 GENNAIO
ZURIGO - Il coordinamento della UIM in Europa ricorda oggi agli italiani residenti all’estero e proprietari di una abitazione in Italia - con una utenza elettrica attiva - sprovvista di un apparecchio TV che il prossimo 31 gennaio scade il termine per chiedere all’ Agenzia delle Entrate l’esenzione per l’anno 2017 dal pagamento del Canone Rai (90 euro). Il canone – contributo dovuto se si possiede un televisore – dal 2016 viene addebitato nella bolletta dell’energia elettrica. Dunque se non si possiede una tv, bisogna comunicarlo alla Agenzia delle entrate entro il 31 gennaio per ottenere l’esenzione per l’anno 2017. Nel ricordare la prossima scadenza, la Uim ricorda che i connazionali possono chiedere chiarimenti alla UIM più vicina (www.uim.it) o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. (aise)
DESAPARECIDOS/ PROCESSO “CONDOR”: SENTENZA IL 17 GENNAIO
ROMA - Il prossimo 17 gennaio nell'aula bunker di Rebibbia a Roma sarà emessa la sentenza del “Processo Condor” per il sequestro e l'omicidio di 42 giovani, tra cui 20 italiani, avvenuti in Cile, Argentina, Bolivia, Brasile e Uruguay tra il 1973 e il 1978. Gran parte di loro sono ancora oggi desaparecidos, i corpi non sono mai stati ritrovati. “Dopo quasi due anni di dibattimento, 60 udienze e con l'audizione di decine di testimoni, esperti, familiari e compagni di prigionia delle vittime, si conclude dunque il procedimento che ha portato alla sbarra 34 imputati appartenenti alle più alte gerarchie dei regimi militari che, tra gli anni 70 e gli anni 80, hanno infaustamente governato i paesi dell'America Latina”, ricorda Jorge Ithurburu dell’associazione 24marzo. “Il sistema “Condor”, ordito per eliminare qualunque forma di opposizione e dissidenza di natura politica presente all'interno dei singoli stati, o tra gli esuli negli stati vicini, ha causato la scomparsa e l'uccisione di decine di migliaia di persone, molte delle quali erano di origine o cittadinanza italiana”. “L’udienza inizierà alle 9:30; Presidente della III sezione della Corte d'Assise di Roma è Evelina Canale”, spiega Ithurburu. “I giudici si ritireranno in “camera di consiglio” per decidere la sentenza, attesa presumibilmente per le 16.30”. Il dibattimento è iniziato il 12 febbraio 2015 in seguito al rinvio a giudizio chiesto e ottenuto dal PM Giancarlo Capaldo nei confronti di 34 imputati tra capi di Stato, ufficiali, agenti di polizia e dei servizi segreti cileni, uruguaiani, boliviani e peruviani. Tra questi spiccavano i nomi dei generali cileni Manuel Contreras, capo della polizia segreta del dittatore Pinochet, e di Sergio Arellano Stark, comandante della famigerata Carovana della morte, entrambi deceduti durante le udienze. Tra gli imputati c'è molto interesse sulla sorte che toccherà un cittadino italo-uruguaiano, Jorge Troccoli, accusato del sequestro e omicidio di 25 uruguaiani sequestrati in Argentina tra il 1977 ed il 1978. Troccoli è arrivato in Italia per sfuggire alla Giustizia uruguaiana. Il 14 ottobre 2016 la PM Tiziana Cugini, che ha condotto la maggior parte dell’udienze, al termine della sua requisitoria ha chiesto 27 condanne all'ergastolo e un’assoluzione (5 imputati nel frattempo sono deceduti). In occasione della sentenza, l'associazione 24marzo Onlus, promotrice di questo processo e dei precedenti processi sui desaparecidos conclusi nel 2000, 2007 e 2010 e che hanno riguardato la sola Argentina, ha organizzato sempre per il 17 gennaio un incontro a Roma presso la Fondazione Basso (via della Dogana Vecchia 5, ore 18:00) per commentare l'esito del processo insieme ai familiari delle vittime (alcuni giunti a Roma apposta dall’America Latina) e agli avvocati di parte civile. In caso di slittamento dell'orario della sentenza al pomeriggio inoltrato, l'incontro si terrà all'Hotel Lancelot (via Capo d'Africa 47, ore 19:30). (aise)
SVIZZERA: VOTAZIONI DEL 12 FEBBRAIO PROSSIMO PER LA NATURALIZZAZIONE DELLA TERZA GENERAZIONE
Un risultato molto chiaro nel primo sondaggio sui tre temi in votazione il 12 febbraio è quello sulla naturalizzazione agevolata degli stranieri di terza generazione: ben il 74% del campione rappresentativo di intervistati afferma che voterà sì, contro solo il 21% che dice no il 5% ancora senza opinione. Con il Decreto federale concernente la natura-lizzazione agevolata degli stranieri della terza generazione si semplifica la procedura per l'ottenimento della cittadinanza elvetica per quei giovani stranieri nati in Svizzera, discendenti di nonni che vi sono immigrati e di genitori che vi sono cresciuti. In ogni caso, dopo aspri dibattiti, il parlamento ha deciso di vincolare la procedura agevolata a requisiti ben precisi. La domanda di naturalizzazione deve essere presentata prima del compimento dei 25 anni. La persona che ne fa richiesta deve essere nata in Svizzera, in possesso di un permesso di domicilio (C) e avere frequentato almeno cinque anni di scuola nella Confederazione. Inoltre si deve dimostrare che almeno un genitore soddisfa anche questi ultimi due criteri ed ha vissuto almeno dieci anni in Svizzera e che almeno un nonno è nato in Svizzera o aveva un permesso di soggiorno. Le posizioni degli elettori su questo oggetto sono fortemente legate alle loro simpatie partitiche, precisano i politologi. La maggior proporzione di consensi si registra tra gli elettori del Partito Socialista Svizzero e dei Verdi. Ma anche tra gli elettori dei partiti di centro il sostegno è elevato. Senza sorprese, l'unico gruppo di elettori in cui prevale il no (il 50%, contro il 48% di sì e il 2% di indecisi) è quello l'UDC. A sorprendere è invece l'elevata quota di sì. Secondo gli specialisti dell'istituto di ricerca, ciò si spiega con il fatto che la naturalizzazione non è automatica, ma deve essere richiesta ed è condizionata. Nel 2004 l'elettorato aveva bocciato una proposta di naturalizzazione automatica per gli stranieri di seconda e di terza generazione. Nessuno stupore desta il fatto che nella Svizzera italiana la proporzione di sì (il 58%) sia meno massiccia che nelle altre regioni linguistiche del paese. "È uno schema che si ripete per le questioni riguardanti gli stranieri"! (fonte: solidali insieme)