delle Scienze di Pechino stanno progettando un aereo "ipersonico" in grado di raggiungere New York in due ore. In questi giorni, secondo quanto riporta AsiaNews, hanno testato una versione in scala del loro aero ultraveloce “I-plane”. Le specifiche - Il velivolo è progettato per superare i 6mila km/h, cinque volte più veloce del suono. Gli ultimi test hanno dato risultati positivi: i ricercatori hanno spinto il modellino a una velocità sette volte superiore a quella del suono, più di 8.600 km/h, ottenendo una buona performance, con bassa resistenza aerodinamica e alta portanza. Il test - Il test è stato effettuato in una "galleria del vento" in cui vengono condotte anche valutazioni aerodinamiche dei nuovi prototipi di armi ipersoniche, per la cui progettazione il gruppo è coinvolto attraverso un programma segreto di armamenti. Il pericolo in agguato - Potenze come Cina e Stati Uniti si affrettano a sviluppare armi e veicoli ipersonici, allo scopo di penetrare i sistemi di difesa missilistici degli altri Paesi. I prototipi esistenti riescono a sostenere solo pesi leggeri come una bomba nucleare compatta. http://www.tgcom24.mediaset.it/…/cina-test-sull-aereo-ipers…
CORTE COSTITUZIONALE/ DEPUTATI PD ESTERO: L’IMPEGNO PER LA DIFESA DEI DIRITTI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO CONTINUA
ROMA - “La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le eccezioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Venezia in occasione del referendum costituzionale relativamente all’articolo 1 sulla sovranità popolare e all’articolo 48 della Costituzione sulla personalità, libertà e segretezza del voto e sull’effettività del voto dei cittadini italiani all’estero”. Così in una nota i sei deputati Pd eletti all’estero - Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi – che, all’indomani della decisione della Consulta sul voto all’estero, ricordano come la Corte si sia “fermata alla dichiarazione di inammissibilità, senza entrare nel merito. Essa ha precisato che la legittimazione a sollevare l’incidente non toccava a un tribunale della Repubblica, ma, semmai, all’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione”. “Il voto per corrispondenza, voluto da un ampio schieramento di forze parlamentari, - sottolineano i sei parlamentari – è stato individuato come il sistema che meglio traduce il dettato della Costituzione di garantire l’”effettività” dell’esercizio di voto degli italiani all’estero. Il fatto che sia stato tutelato da questo ennesimo attacco, sia pure con motivazioni di ordine procedurale, ci lascia naturalmente soddisfatti, ma non tranquilli”. “Sono molte – ricordano Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi – le forze che anche di recente hanno espresso riserve e contrarietà verso questo tipo di esercizio democratico. Alcune di questi soggetti, per altro, si candidano a diventare anche forze di governo nella consultazione del 4 marzo. È in gioco un fondamentale diritto di cittadini di pieno diritto che non cessano di essere tali solo per il fatto che risiedono all’estero. Essi, cresciuti costantemente di numero, hanno un modo fondamentale di rispondere a questi attacchi e a queste ingiuste riserve: usare le loro prerogative democratiche e votare nel maggior numero possibile. In secondo luogo, - aggiungono – votare con responsabilità e trasparenza, rispondendo con i fatti ai mestatori di allarme e ai propagatori di infamia. Le nostre autorità diplomatiche e consolari, a loro volta, sapranno fare fino in fondo il loro dovere per prevenire e circoscrivere eventuali rischi di brogli”. “C’è infine una prevenzione che uno strumento democratico come il voto consente: scegliere le forze che con i fatti nel corso di questi anni hanno dimostrato di essere dalla parte degli italiani all’estero, dei loro diritti e dei loro interessi. Il Partito Democratico – concludono – questa prova finora l’ha data sul campo e continuerà a darla con pienezza anche dopo l’esito elettorale”. (aise)
ANCHE IN TURCHIA IL PROGRAMMA INTEGRATO "ITALIA, CULTURE, MEDITERRANEO"
ANKARA - Con l’avvio del 2018, è iniziato il viaggio di "Italia, Culture, Mediterraneo", il Programma culturale che il MAECI, attraverso la sua rete all’estero, realizzerà nel corso di tutto l’anno nei Paesi dell’area del Medio Oriente, del Nord Africa e del Golfo. Parte del piano straordinario, "Italia, Culture, Mediterraneo" è un programma di promozione integrata che coniuga tradizione, innovazione e creatività e che trova nello scambio e nella valorizzazione delle diverse identità culturali e sociali, gli strumenti per consolidare e rafforzare il dialogo tra i Paesi che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo. Anche la Turchia farà parte del programma integrato "Italia, Culture, Mediterraneo" con un programma variegato presentato dall’Ambasciata d’Italia ad Ankara, dall’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul e dal Consolato di Smirne, che spazierà dalla musica, all’archeologia, dal teatro al cinema e che prevedrà la partecipazione ai festival internazionali di tutto il Paese. Ascolto, dialogo, co-creazione, contaminazioni positive: queste sono le parole chiave che hanno ispirato il Programma, promuovendo un approccio cooperativo, incoraggiando lo scambio di idee e il dialogo tra istituzioni italiane e attori locali, tra artisti, pubblico e scienziati. Arte e fotografia, musica, teatro e danza, industrie culturali e creative, lingua, nuove frontiere tecnologiche e scienza: questi i settori intorno a cui sono state progettate le oltre 300 iniziative in programma e che saranno realizzate dalla rete delle Ambasciate e degli Istituti Italiani di Cultura operanti nell’area. A testimoniare il ruolo fondamentale della cultura per rafforzare il dialogo nel Mediterraneo, artisti e istituzioni culturali e scientifiche d’eccellenza nel panorama italiano e internazionale (tra questi, Mimmo Jodice, Stefano Bollani, Nicola Piovani, Eugenio Bennato, Orchestra di Piazza Vittorio, Piccolo Teatro di Milano, Fondazione MAXXI, CNR e Musei della Scienza, Triennale Design Museum e moltissimi altri). (aise)
ELEZIONI, BINDI: CRITERI DI CANDIDABILITA’ SIANO ANCORA PIU’ DURI
Roma - Attenzione alle collusioni tra mafia e politica, specie in vista delle elezioni del 4 marzo, perché “alcune candidature sono semplicemente dei segnali a qualcuno per portare dei voti, e se il consenso delle mafie oggi è diventato così importante lo è perché ogni giorno sembra sparire il consenso buono. L’astensionismo è il primo regalo alle mafie”. Lo dice la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, che il 21 febbraio ha presentato la relazione finale dei lavori della commissione stessa sferzando in maniera piuttosto diretta i partiti politici: "Occorre che movimenti e forze politiche dimostrino, in modo autonomo, prima ancora delle indagini della magistratura, di aderire a criteri di candidabilità più stringenti, rispetto alla normativa attuale, indicati nel nostro codice di autoregolamentazione – ha detto - Il rispetto delle garanzie costituzionali non può diventare un alibi per tollerare situazioni opache e di compromissione con il malaffare e la criminalità organizzata. Il numero crescente di comuni sciolti per mafia e di procedimenti a carico di amministratori ed esponenti della politica locale, il trasformismo politico e il clientelismo su cui fa leva il voto di scambio, impongono una seria riflessione sulla moralità del sistema e sulla tenuta del principio di rappresentanza". Bindi ha sottolineato l’assenza dei leader politici, al contrario delle istituzioni, alla presentazione della relazione, spiegando poi che “noi crediamo che l’impianto normativo del 41bis sia adeguato, chiediamo solo di capire come sia cambiata la mafia. Bisogna fare un lavoro sempre più raffinato in questo senso”. E demandando alla prossima legislatura quanto di incompiuto è ancora rimasto nel lavoro della commissione: “I responsabili della stagione delle stragi non sono solo dentro le mafie, ci sono responsabili anche in altri settori. Spero che la prossima commissione sappia far luce anche su questo versante, individuando le responsabilità politiche”. (NoveColonneATG)
L’ATENEO DI BARI VALORIZZA I SUOI GIOVANI TALENTI
Bari - Giulio Pergola, del Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (UNIBA), è risultato vincitore del finanziamento triennale dalla Commissione Europea “Marie Sk?odowska Curie Actions Global Fellowship” per il suo progetto dal titolo “Identification of brain developmental gene co-expression networks to understand risk for Schizophrenia”. Un’opportunità importante per i ricercatori più promettenti, che UNIBA non si è lasciata scappare, diventando la seconda università in Italia a promuovere la stabilizzazione di un vincitore di questo programma di alta qualificazione. Il reclutamento di Giulio Pergola, già vincitore di borsa Marie Curie durante il suo dottorato di ricerca in Germania, rappresenta una bella storia di valorizzazione del merito: “Dopo questa nuova esperienza all’estero spero di poter a mia volta contribuire alla formazione dei numerosi talenti presenti nel nostro territorio” afferma il Dott. Pergola. Esprime grande soddisfazione anche il Prof. Alessandro Bertolino, Direttore della Clinica Psichiatrica e supervisore del progetto per UNIBA: “Questo finanziamento rappresenta un bellissimo successo per il nostro gruppo di ricerca e per il nostro dipartimento. Abbiamo ulteriori possibilità di comprendere come il rischio genetico si traduce in meccanismi biologici associati alla malattia e di fornire ulteriore impulso alla crescita e alla internazionalizzazione di UNIBA”. La ricerca sarà condotta in collaborazione con la Johns Hopkins University di Baltimora, una delle più prestigiose degli Stati Uniti. L'ipotesi alla base dello studio finanziato è che i geni associati al rischio di schizofrenia interagiscano tra loro durante l'infanzia e l’adolescenza coordinando funzioni cognitive come la memoria e l'apprendimento. (NoveColonneATG)