MEDICI SEMPRE PIU’ IN CRISI MA IN POCHI SI PENTONO DELLA SCELTA

Roma - Un medico che, nel mezzo del cammino della sua vita professionale, si trova in crisi: soffre la burocratizzazione eccessiva, la medicina amministrata, i vincoli di bilancio.

Non riesce più a conciliare lavoro e vita privata, schiacciato da turni massacranti, senza poter prendere ferie e sentendosi in colpa se deve entrare in maternità o in malattia. E allora, sogna la fuga: verso il prepensionamento, verso l’estero, verso il privato. Eppure, alla domanda se, potendo tornare indietro, rifarebbe il medico o l’odontoiatra, la risposta è un coro di sì. È questa la fotografia della crisi della Professione medica che emerge dai risultati del sondaggio condotto dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia, presentati all’Ospedale Civile della città lagunare il 3 giugno nell’ambito del convegno “Verso gli Stati generali… Medicina Meccanica 2.0: il medico e il suo non tempo” organizzato dall’Ordine - mediante la sua Fondazione Ars Medica - insieme alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo). L’indagine è stata condotta su un campione di 498 medici e odontoiatri volontari, per il 64% uomini e per il 60% con oltre 55 anni, per lo più dipendenti (35%), convenzionati (29%), liberi professionisti (24%), ma anche in via di inserimento professionale e pensionati. Quasi tutti i medici e gli odontoiatri intervistati ritengono che la loro professione sia in crisi (92%). In particolare, sono soprattutto i più giovani a percepire tale crisi (96% tra gli under 40, 93% sotto i 55 anni). Tuttavia, coloro i quali si trovano nel pieno della carriera manifestano un disagio maggiore (il 60% dei 41-55enni è molto d’accordo con l’affermazione). La crisi della professione medica, infine, è avvertita più dalle donne che dagli uomini. (NoveColonneATG)

CA’ FOSCARI PUNTA AL RIENTRO DI CERVELLI, 1 PROF SU 5 VIENE DALL’ESTERO

Venezia - In controtendenza rispetto all’andamento del sistema universitario italiano e alla crescente fuga dei cervelli, l’Università Ca’ Foscari Venezia, promotrice dell’iniziativa Brain Gain per l’attrazione dei talenti, ha portato in Italia, presso i suoi Dipartimenti, oltre il 18% di professori provenienti dall’estero su 174 nuove assunzioni di docenti esterni effettuate dal 2014, anno di inizio dell’attuale rettorato, a oggi. E ulteriori nuove assunzioni sono alle porte, per 28 posizioni di ricercatori e professori per le quali sono pervenute 259 domande di cui la metà proveniente dall’estero. Su 174 nuovi ingressi, dal 2014 a oggi, sono infatti 32 i docenti provenienti dall’estero che hanno scelto Ca’ Foscari per svolgere la propria attività didattica e di ricerca: 13 sono i professori stranieri, mentre per 19 si tratta di un ritorno in Italia dopo esperienze internazionali nelle quali hanno maturato conoscenze e competenze che hanno contribuito a rendere più competitivo l’ateneo veneziano. Tra le prime università in Italia a lanciare un programma di reclutamento aperto a un perimetro internazionale, Ca’ Foscari ha deciso di aprirsi ulteriormente al mondo adottando piattaforme di talent acquisition già impiegate da diversi anni da importanti università come Harvard, Oxford, Cambridge, e Princeton, etc. I risultati non sono tardati ad arrivare. Il primo lancio di 28 nuove posizioni di ricercatori e professori su queste piattaforme ha ottenuto 259 candidature pervenute nei principali ambiti scientifici di sviluppo identificati dal Piano Strategico dell’Ateneo di cui quasi la metà – un centinaio – provenienti dall’estero: dalla preservazione del patrimonio culturale alla trasformazione digitale e alle tecnologie sostenibili, dall’economia in un mondo globalizzato ai modelli di innovazione sociale e di integrazione multiculturale. Oggi, sono 575 i docenti e ricercatori che lavorano a Ca’ Foscari: rispetto ai 517 in organico a settembre 2014, questo corrisponde a un incremento dell’11% che ha rafforzato l'Ateneo sul piano scientifico e della formazione in un quinquennio di generale regresso nel reclutamento delle università italiane. Oltre ai nuovi docenti, in questi anni Ca' Foscari ha acquisito una consolidata leadership in Italia e in Europa per la sua capacità di attrazione dei giovani ricercatori premiati dal programma Marie Skłodowska-Curie finanziato dalla Comunità Europea, con 60 Marie-Curie Fellows reclutati dal 2014. (NoveColonneATG)

“LONDRA È BELLISSIMA, MA IN ITALIA SI VIVE MEGLIO”

“Andar fuori dall'Italia a fare esperienza è una grande opportunità, ma sarebbe bello poter mettere a frutto nel proprio Paese quello che si è imparato all'estero" Federica Passadore, 27 anni, avvocato, non ha dubbi: “Andar fuori dall’Italia a fare esperienza è una grande opportunità, però sarebbe bello poter mettere a frutto nel proprio Paese quello che si è imparato all’estero”. Intervistata dal Secolo XIX, racconta la spinta che ha portato lei e i suoi amici a creare il gruppo NewGen. “Tutti vogliamo tornare, prima o dopo”. “Ho studiato Giurisprudenza a Genova, poi, dopo la laurea, ho fatto un’esperienza a Parigi e a Londra dove ho conseguito un master in International Business Law e ho lavorato in alcuni studi legali, adesso da un anno sono a Milano ma spero un giorno di realizzare il progetto di vivere di nuovo a Genova”. Insomma, un passo alla volta, intanto il primo obiettivo, rientrare in Italia, è stato raggiunto. Londra è bellissima, ma in Italia si vive meglio, assicura Federica. Di ItaliaChiamaItalia

PREMIO AMERICA: DALLA FONDAZIONE ITALIA USA TRE MEDAGLIE UFFICIALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI AD ALTRETTANTI STUDENTI DI UNIVERSITÀ AMERICANE

ROMA - La Fondazione Italia Usa attribuirà, all’interno della cerimonia del Premio America, tre medaglie ufficiali della Camera dei Deputati destinate ad altrettanti studenti di università americane. La cerimonia del Premio America si terrà a Roma, presso la Camera dei Deputati, il 10 ottobre 2019. Il Premio America, istituito dalla Fondazione Italia Usa, è destinato ad alte personalità di chiara fama, di assoluta eccellenza nei rispettivi campi di interesse ed attività, che si siano distinte per il loro operato ed abbiano raggiunto importanti risultati a favore dell’amicizia tra Italia e Stati Uniti. Tra i premiati delle scorse edizioni ricordiamo Andrea Bocelli, Paul Bremer, Carla Fendi, Gianni Letta, Oscar Farinetti, Alberto Angela, Bebe Vio, Mario Andretti, Enrico Vanzina, Silvio Garattini, Tony Renis, Anders Fogh Rasmussen, Gianni Riotta, Edward Luttwak, Alan Friedman, Carlo Rossella, Luisa Todini, Mario Moretti Polegato, Laura Biagiotti, Joe Bastianich, Bruno Vespa, Alessandro Benetton, Margherita Missoni, Giovanni Allevi, Lucia Annunziata, Luca Cordero di Montezemolo, Alberta Ferretti, Christian De Sica, Ennio Morricone, Beatrice Trussardi, Umberto Veronesi, Renzo Arbore, Renato Balestra, Maria Grazia Cucinotta, Alain Elkann, Paolo Limiti, Gualtiero Marchesi, Paolo Mieli, Monica Maggioni, Paolo Nespoli. (Inform)

ALL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI TEL AVIV LA CONFERENZA DI FILIPPO LA PORTA “LEONARDO SCIASCIA: INTELLETTUALE ERETICO E POPOLARE”

TEL AVIV – A trenta anni dalla morte di Leonardo Sciascia, alle ore 18,30 di lunedì 17 giugno si terrà, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv, (Rh. HaMered 25), la conferenza di Filippo La Porta “Leonardo Sciascia: intellettuale eretico e popolare”. Sciascia è, insieme a Pasolini, figura inappartenente, irregolare, critico intransigente del potere e del conformismo, ultima incarnazione dello scrittore come coscienza del paese e insieme autore di successo, dalla cui opera sono stati tratti 8 film. L’incontro, in italiano, è a ingresso gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria. Filippo La Porta, saggista e critico letterario, collabora regolarmente al quotidiano “Repubblica” al Domenicale del “Sole24ore” e al “Messaggero”, oltre a varie riviste culturali e a Radio3. Ha insegnato a contratto in varie università e tenuto conferenze e seminari in Messico e negli Stati Uniti. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo, tra le più recenti, Disorganici. Maestri involontari del '900 (Edizioni di Storia e Letteratura, 2018) e Il bene e gli altri. Dante e un’etica per il nuovo millennio (Bompiani, 2018). (Inform)

IN AUTUNNO UNA DELEGAZIONE DELLA BAVIERA IN FRIULI

MONACO - Rinvigorire il protocollo d'intesa del 2016, con particolare attenzione alla collaborazione sui temi della logistica e dell'innovazione applicata alle imprese, e dare attuazione a quel corridoio doganale che, unendo Trieste e Monaco, aprirebbe a nuove prospettive di sviluppo per l'economia dell'Europa centro-meridionale. Questa la road-map definita durante il vertice tra il governatore Massimiliano Fedriga e il ministro agli Affari federali, comunitari e internazionali del Libero Stato di Baviera, Florian Herrmann: mezz'ora di fitto confronto, presso la Cancelleria di Stato a Monaco, che ha abbracciato, oltre agli aspetti tecnici legati alla cooperazione tra le due regioni, anche le relazioni politiche a più ampio raggio tra il Friuli Venezia Giulia e il vicino Land. Rinsaldare i legami con le aree storicamente e culturalmente affini è infatti, secondo Fedriga, "condizione necessaria per allargare il ventaglio di prospettive per un'economia come quella regionale che, come peraltro dimostrato dal successo dello stand Fvg alla fiera della logistica di Monaco, sta attraversando una fase estremamente ricca in termini di rapporti bilaterali e dunque fortemente votata alla crescita". Di qui, l'invito del governatore al ministro Herrmann a visitare il Friuli Venezia Giulia in autunno "per prendere visione, assieme al collega Reichhart, dello stato di avanzamento dei singoli progetti e valutare di persona ulteriori piattaforme sulle quali sviluppare il nostro già solido partenariato". (aise)