DALLA PERSONA MIGRANTE ALLA COMUNITA’ “MULTISITUATA”

Roma - Parlare di mobilità italiana oggi significa trovarsi di fronte non a progetti definiti, ma a storie migratorie in divenire che mutano a velocità impensabili per i motivi più disparati:

la nascita di un figlio, il sopraggiungere di un problema di salute, una promozione di carriera, una opportunità lavorativa, ecc. Le cause possono essere plurime e molto differenti tra loro. Ecco perché secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2019 della Fondazione Migrantes, “non vale più la strategia del ‘per sempre’ come quando si sfidava l’oceano e dopo infiniti giorni di navigazione si giungeva dall’altra parte del mondo e ci si rimaneva per lunghissimi anni (se non definitivamente) prima di ripercorrere faticosamente e rischiosamente la strada del ritorno in patria. Oggi, invece, si cambia più volte destinazione e paese di residenza e non solo perché ci si muove liberamente in uno spazio più ampio, l’Unione Europea, ma anche e soprattutto per la maggiore libertà di movimento data dalla contrazione dei tempi degli spostamenti e dall’avvento dei mezzi di viaggio più veloci e meno costosi che hanno aperto la possibilità dello spostamento per molte più persone e per una “fetta” di mondo più vasta”. (NoveColonneATG)

Per il 4 novembre a Brisbane un mostra fotografica sulla prima guerra mondiale: “Instant and Places of the Italian Front”

BRISBANE – Il  4 novembre, presso il Municipio cittadino di Brisbane, capitale del Queensland australiano, è stata inaugurata la mostra fotografica “Instant and Places of the Italian Front” organizzata da Consolato d’Italia a Brisbane, Ambasciata d’Italia a Canberra e composta da foto dell’archivio Marzocchi provenienti dal Museo della Battaglia di Vittorio Veneto (TV). Tra i partecipanti all’evento presentato dal Console Salvatore Napolitano, anche molti discendenti, provenienti da tutto il Queensland, dei 600 “Cavalieri di Vittorio Veneto”, eroi della prima guerra mondiale insigniti dallo Stato italiano, che si stabilirono nello Stato del Nord-Est australiano. Proprio i nomi dei 600 Cavalieri di Vittorio Veneto del Queensland sono contenuti in un’edizione speciale di un libro illustrato contenente alcune foto della collezione Marzocchi, curata dallo storico Franco Gobbato e finanziata dal Consorzio del Prosecco DOC che sarà esposta nel Municipio cittadino per la durata della mostra, fino al 15 novembre, per essere poi donata alle istituzioni locali, dove potrà essere facilmente consultata dai cittadini. La mostra coincide con le celebrazioni della Festa delle Forze armate e dell’Unità nazionale realizzate nel Queensland, che hanno altresì contemplato una cerimonia di commemorazione dei caduti organizzata il 3 novembre da Fogolar Furlan Brisbane, Associazione Nazionale Alpini di Brisbane con il sostegno di Consolato e Comites, alla quale hanno partecipato circa 450 persone. La mostra è stata curata dall’Assessore alla cultura delle Citta di Vittorio Veneto Antonietta Uliana e dall’Addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia in Australia Anna Maria Fioretti. (Inform)

CILE, SERENI: NESSUNA PARTICOLARE DIFFICOLTA’ PER GLI ITALIANI

Roma - “L’unità di crisi della Farnesina sin dalle prime ore delle manifestazioni ha prodotto una serie di avvisi informativi al pubblico, sul portale Viaggiare Sicuri non sono state registrate situazioni di particolari difficoltà. Sono operativi in Cile 3 enti assistenziali che hanno riceduto finalmente per 23 mila euro nel 2019 ma non ci sono particolari esigenze finanziarie”. Lo ha detto la viceministra per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Marina Sereni, in audizione alla Camera, il 30 ottobre, sulla situazione in Cile. “Se il rincaro del biglietto della metropolitana è stato l’effetto scatenante, le origini della protesta hanno radici ben più profonde – spiega Sereni -, il modello economico iperliberista con sanità e previdenza privati e un continuo costo della vita, cui non ha corrisposto una adeguata redistribuzione delle ricchezze. Si trascurava che l’arrivo di una parte importante di popolazione nel mercato, avrebbe portato con sé il crescente sentimento di frustrazione e di rabbia nelle classi medie”. La viceministra sarà “a Santiago la settimana prossima per rendermi conto di persona della situazione e parlare con le autorità preposte”. (NoveColonneATG)

Domani 5 novembre ad Amburgo la presentazione dei romanzi di Paola Cereda e Cristina Marconi

AMBURGO – Si tiene oggi 5 novembre dalle ore 19, presso l’Istituto Italiano di Cultura, il prossimo appuntamento del caffè letterario italo-tedesco nel corso del quale saranno presentati due romanzi: “Quella metà di noi” di Paola Cereda e “Città irreale” di Cristina Marconi. Si tratta di due opere candidate al Premio Strega 2019 e presenti nella lista dei dodici autori finalisti. Il Premio 2019 è stato poi vinto da Antonio Scurati con il romanzo “M. Il figlio del secolo”. L’evento è ad ingresso gratuito e fa parte di una serie di incontri letterari mensili, ossia del cosiddetto caffè letterario organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo. “Quella metà di noi” della psicologa Paola Cereda (2019) è la storia di Matilde, maestra in pensione che si reinventa badante, alle prese con una parte di se stessa che credeva di non dover mai affrontare. Dando voce a una coralità di personaggi, l’autrice racconta una società frammentata che cambia e fa emergere nuovi bisogni e nuove prospettive, in cui pare necessario inventarsi una nuova modalità per far quadrare i conti con noi stessi e con gli altri. Con una scrittura asciutta e chirurgica, che pure inaugura spazi di autentica poesia, tesse una storia universale, la storia di una donna in grado di restare in piedi quando crolla anche l’ultima illusione. “Città irreale” della giornalista freelance Cristina Marconi (2019) racconta la storia che in molti, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato: cosa sarebbe successo se, invece di restare in Italia, avessimo deciso di partire per Londra e ricominciare da zero? Nel 2008 Alina, la protagonista, ha ventisette anni e ha capito che a Roma non sarebbe mai potuta essere felice. Roma le sta stretta e lei non ama limiti e definizioni. Ha qualcosa che le brucia dentro, qualcosa che assomiglia all’ambizione, alla voglia di distinguersi da tutti gli altri. Qualcosa che in Italia, forse, non potrebbe mai trovare sfogo. E ora che lo sa, non c’è niente che possa trattenerla. La sua meta è una Londra finora sognata, che si trova proprio alla vigilia della crisi della Brexit. (Inform)

ECONOMIA ITALIANA - DAL RAPPORTO SVIMEZ. SUGGERIMENTI AL GOVERNO: MAGGIORI INVESTIMENTI PRODUTTIVI IN UN CONTESTO DI DISCONTINUITA' NELLA POLITICA INDUSTRIALE"  

Quali, dunque, le linee guida indicate dalla SVIMEZ:  maggiori investimenti produttivi in un contesto di discontinuità nella politica industriale Nella fase più acuta della crisi la base industriale meridionale si è assottigliata del - 6%, con picchi superiori in alcune regioni. Per gli investimenti industriali, mentre nel Sud la crescita del periodo 2015-2018 è arrivata a malapena a recuperare poco più del 20% della caduta sofferta durante la lunga crisi, le regioni centro-settentrionali hanno messo a segno un recupero pari all’85%. Una significativa discrepanza tra Centro-Nord e Sud riguarda la quota di imprese “zombie”, le aziende in vita da oltre 10 anni che per 3 anni consecutivi, vivendo gravi difficoltà finanziarie, non sono state in grado di pagare neppure gli interessi sui prestiti: al Sud quelle industriali sono il 5,83%, il doppio che nel Centro-Nord, 2,98%. Secondo la SVIMEZ, ciò che serve è una forte discontinuità nella politica industriale, attraverso strumenti meno orientati, come in passato, a mantenere in vita ciò che non regge alla prova della competitività e più focalizzati sulla capacità di attrarre e attivare nuove energie in settori innovativi. La SVIMEZ, dunque, attende al più presto che il Governo annunci le linee del piano straordinario per il Mezzogiorno. Al centro della politica economica nazionale va posta la valorizzazione delle complementarietà che legano il sistema produttivo e sociale delle due parti del Paese. La sintesi del declino della spesa infrastrutturale in Italia sta nel tasso medio annuo di variazione nel periodo 1970-2018, pari a -2% a livello nazionale, di cui -4,6% nel Sud e -0,9% nel Centro-Nord. Gli investimenti infrastrutturali nel Mezzogiorno che negli anni ’70 erano circa la metà di quelli complessivi, negli anni più recenti sono calati a un sesto di quelli nazionali. In questo quadro vanno rafforzate le Politiche di Coesione, che dopo il 2020 potranno disporre di 60 miliardi di cui il 70% al Sud e saranno chiamate a operare i 7 e non più 5 regioni meno sviluppate, con l’aggiunta di Molise e Sardegna. Sono stati accumulati troppi ritardi nell’attuazione del ciclo in corso 2014-2020: la maggior parte delle risorse europee da certificare sono concentrate in Campania, Puglia e soprattutto Sicilia. I pagamenti al Sud sono stati finora pari ad appena il 19,78% del totale. La spesa monitorata del Fondo Sviluppo Coesione, dove confluiscono le risorse finanziarie aggiuntive nazionali destinate al riequilibrio economico e sociale, è pari al 30 giugno 2019 a soli 37,6 miliardi, di cui realmente pagato soltanto 1 miliardo. Ciò dimostra un’evidente incapacità delle Amministrazioni centrali, regionali e locali, a utilizzare pienamente le risorse. Puntare sul Green New Deal, con al centro la Bioeconomia La bioeconomia rappresenta il 10,1% in termini di produzione e il 7,7% in termini di occupati sul totale dell’economia. La bioeconomia meridionale si può valutare tra i 50 e i 60 miliardi di euro, equivalenti a un peso tra il 15% e il 18% di quello nazionale. Nel Mezzogiorno è significativa la crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Tra i vari settori dell’economia circolare presenti al Sud, particolare rilievo assume la chimica verde. Dal Mezzogiorno parte una forte domanda di brevetti nel settore della bioeconomia. Le imprese del biotech sono cresciute moltissimo nelle aree meridionali, +61,1%, rispetto a +34,5% su scala nazionale. (04/11/2019- ITL/ITNET)