LA LIBERTA’ DI CULTO SANCITO DALLA COSSTITUZIONE E'
evidente, non siamo ancora fuori pericolo, dobbiamo aspettare con pazienza e responsabilità senza approfittare degli spazi ulteriori di "libertà" resi disponibili dal decreto che annuncia la Fase 2 .
Ecco perché sono d'accordo che, ancora per qualche tempo, i luoghi di culto rimangano chiusi alle cerimonie pubbliche. Detto questo, però, considero giusta la preoccupazione espressa dai vescovi - preoccupazione condivisa dalle comunità ebraiche, evangeliche e musulmane - circa il fatto che in questo modo si incorra in una menomazione di una delle libertà fondamentali, quella dell'esercizio del culto, sancita all'art.19 della Costituzione. Il culto è da considerare parte fondamentale della libertà religiosa. Non è infatti vera l'interpretazione che si cerca di accreditare , ad esempio per il cristiano, sulla inessenzialità delle manifestazioni di culto quasi che le stesse siano una sorta di sovrastruttura del sentire religioso. Basta scorrere i testi sacri per rendersene conto. La Consacrazione, ad esempio, per il cattolico è passaggio centrale della comunione con Cristo. Cautela, dunque, ma nello stesso tempo attenzione a quanto di pericoloso sta avvenendo e cioè che, come ammonisce il pastore Luca Negro, approfittando dell'emergenza sanitaria, le esigenze delle comunità religiose vengano ricacciate ai margini del dibattito politico. (Pasquale Hamel)
ITALIANI ALL'ESTERO - COVID-19/ GERMANIA - BRILLANTE (CONSIGLIO COMUNALE FRANCOFORTE):" OGGI PIU' CHE MAI COMPRENDIAMO CHE ABBIAMO BISOGNO DI UN'EUROPA DELLA SOLIDARIETA'"
"Attraversiamo una fase difficile, un piccolo virus ha messo in ginocchio la nostra società e ci rende coscienti di quanto siamo vulnerabili. Il virus non conosce frontiere ma si diffonde dappertutto. Il nostro Paese ma anche altre nazioni come la Spagna e la Francia sono in Europa le nazioni più colpite. Oggi più che mai capiamo che abbiamo bisogno di un' Europa della solidarietà. A questo non ci sono alternative, ogni altra cosa provocherebbe solo più danni per tutti." Ad affermarlo Luigi Brillante, esponente del Consiglio Comunale di Francoforte in un intervento rivolto ai cittadini di Francoforte "Alcune settimane fa il rinomato quotidiano tedesco "Frankfurter Allgemeine Zeitung" ha intitolato un articolo di fondo con le parole "Ci mancate" "Nella crisi comprendiamo come sono importanti i nostri vicini" Ebbene, afferma Brillante, "Questo ci dà coraggio. Anche Francoforte, la nostra città, è duramente colpita. Tutti noi siamo afflitti, da un giorno all'altro non possiamo più incontrare i nostri amici, la nostra vita sociale si è bloccata e tantissime persone sono colpite economicamente da questa situazione. Spero tanto che da questa fase esca una società più cosciente e che la solidarietà e l'umanità tra le persone ma anche tra il popoli abbia il sopravvento." (27/04/2020-ITL/ITNET)
PORTOGALLO: DOMANI IL WEBINAR DI AMBASCIATA E CCI SUL COMMERCIO ITALIANO
LISBONA - Si svolgerà domani alle 15.00 il webinar organizzato dalla Camera di Commercio Italiana per il Portogallo in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Lisbona e ICE Agenzia, dal titolo “Il sistema Italia a sostegno della comunità di affari italiana in Portogallo”. Durante l’incontro si parlerà delle misure a sostegno delle aziende in Portogallo, degli scenari futuri in alcuni settori chiave e delle opportunità di business dopo la crisi legata alla diffusione del coronavirus. Il programma dell’iniziativa prevede diversi interventi per una durata complessiva di un’ora e mezza: tra questi interverranno anche l’Ambasciatore d’Italia a Lisbona, Carlo Formosa, il Presidente della CCI per il Portogallo, Santi Cianci, e vedrà la partecipazione anche del Direttore dell’ufficio ICE Agenzia di Madrid, Cecilia Oliva. Argomenti principali saranno: gli strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, le misure di sostegno e le opportunità post Covid-19, per concludere infine con le buone prassi e le domande e risposte agli esperti. La partecipazione all’iniziativa sarà libera mediante richiesta di iscrizione da inviare a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. (aise) https://comunicazioneinform.it/emergenza-coronavirus-in-australia-riuniti-in-videoconferenza-i-presidenti-dei-comites-daustralia-e-il-rappresentante-del-cgie/
EMERGENZA CORONAVIRUS IN AUSTRALIA: RIUNITI IN VIDEOCONFERENZA I PRESIDENTI DEI COMITES D’AUSTRALIA E IL RAPPRESENTANTE DEL CGIE
MELBOURNE – I Presidenti dei Comites d’Australia insieme al Rappresentante Cgie , Franco Papandrea, hanno tenuto una consultazione in video-conferenza per valutare la situazione in considerazione dei problemi presenti in seno alla collettività italiana in questi straordinari tempi di emergenze. È la terza volta dall’inizio del 2020 che i rappresentanti Cgie e Comites si riuniscono per fare fronte comune. In precedenza, nello scorso gennaio, hanno affrontato gli effetti dei disastrosi incendi in Australia e le iniziative da portare avanti per meglio assistere le vittime. In marzo, poi, hanno preso in considerazione le difficoltà di rientro in Italia incontrate da vari concittadini bloccati in Australia dalle misure per il contenimento del contagio da coronavirus e le proposte da sottoporre all’attenzione del Governo Federale australiano al fine di alleviare i problemi di sussistenza di coloro che sono in possesso di visti di lavoro di durata temporanea e sono impossibilitati ad accedere alle provvidenze straordinarie stanziate dallo stesso Governo. Questa terza videoconferenza ha avuto lo scopo sia di aggiornare i partecipanti sulla situazione attuale sia di valutare, su richiesta del Nomit di Melbourne (Associazione non profit soprattutto finalizzata a dare aiuto ai giovani di recente arrivo in Australia), come meglio assistere l’implementazione del progetto di assistenza finanziaria elaborato da detta Associazione e rivolto ai giovani italiani attualmente in difficoltà a causa della perdita del lavoro in conseguenza dell’emergenza virus. Alla riunione è stato invitato Fabrizio Venturini, Presidente del Nomit, il quale ha spiegato in cosa consista il progetto di solidarietà. I rappresentanti CGIE e Comites hanno accolto favorevolmente la richiesta da parte del Nomit di sostenere l’avviamento sul territorio della fase operativa del progetto. Al contempo hanno deciso di assicurare detto appoggio con una lettera nella quale dichiarare la propria disponibilità a collaborare per fare in modo che gli aiuti economici previsti raggiungano più persone possibile. La consultazione si è conclusa con la riaffermazione del costante impegno di Comites e CGIE di lavorare affinché i diritti della collettività italiana vengano tutelati e di seguire da vicino l’evolversi della situazione, particolarmente in questo periodo di grave crisi. (Inform)
RICHIESTE DI ASILO NELL’UE: ITALIA QUARTA
BRUXELLES - Nel 2019, l'Unione europea a 27 ha concesso lo status di rifugiato a 295.800 richiedenti asilo, con un calo del 6% rispetto al 2018, quando furono accolte 316.200 richieste. Nello stesso anno, l'UE ha ricevuto 21.200 rifugiati reinsediati. Questi i dati diffusi oggi da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea. Il totale dei richiedenti asilo che ha ottenuto protezione nell'UE l’anno scorso comprende anche 141.100 borse di studio per status di rifugiato (48% del totale), 82.100 borse di protezione sussidiaria (28%) e 72.700 borse di protezione umanitaria (25%). In cima alla triste classifica dei richiedenti asilo ancora i siriani (78.600, 27% del totale di persone a cui è stato concesso lo status di protezione nell'UE), seguito da afgani (40.000, 14%) e venezuelani (37.500, 13%). Il numero dei richiedenti asilo venezuelani, nel 2019, è aumentato di quasi 40 volte rispetto al 2018, quando nemmeno 1.000 venezuelani ottennero protezione nell'UE. Tra i siriani che hanno ottenuto lo status di rifugiato, il 71% è stato registrato in Germania (56.100). Anche per gli afgani la quota più alta – pari al 41% - è stata registrata in Germania (16.200). Quasi tutte le concessioni di stato di protezione ai venezuelani sono state invece registrate in Spagna (35300), pari al 94% del totale dell'UE. Il 39% delle domande di protezione sono state accettate in Germania: 116.200 gli status di rifugiato riconosciuti; al secondo posto la Francia (42.100 domande, 14%), al terzo la Spagna (38.500, 13%) e al quarto l’Italia, con 31.000 domande accettate, pari al 10% del totale. Insieme, questi quattro Stati membri sommano oltre i tre quarti di tutte le decisioni positive emesse nell'UE. Nel 2019, in totale, sono state presentate 540.800 prime istanze di richiesta di asilo e 293.200 ricorsi. Le decisioni prese in primo grado hanno permesso a 206.000 persone di ottenere lo status di protezione, mentre altri 89.800 richiedenti asilo hanno ricevuto lo status in appello. La percentuale di decisioni positive in prima istanza è stata del 38%; per l’appello il 31%%. I risultati delle decisioni sulle domande di asilo in prima istanza, e quindi il tasso di riconoscimento, variano di cittadinanza in cittadinanza: ottengono lo status praticamente tutti i richiedenti del Venezuela (96%) e quasi nessuna dalla Georgia (4%); sì alla prima richiesta all'85% dei siriani e all'81% degli eritrei. La maggior parte dei richiedenti asilo, come detto, proviene da Siria, Afghanistan e Venezuela. Seguono Iraq (7%), Turchia (3%), Eritrea (3%), Nigeria (3%), Iran (3%), Somalia (3%), Pakistan (2%), altre nazionalità (22%). In Italia, in particolare, al primo posto per il riconoscimento di rifugiato ci sono i nigeriani (5870, pari al 19% del totale delle domande accettate), seguiti da pakistani (3455, 11%) e bengalesi (2230, 7%). (aise)