SOLIDARIETÀ UE: DALL’UE 211 MILIONI DI EURO ALL’ITALIA PER I DANNI METEOROLOGICI
BRUXELLES - La Commissione europea ha stanziato 211,7 milioni di euro dal Fondo di solidarietà dell'UE a favore dell'Italia
a seguito dei gravi danni causati dagli eventi meteorologici estremi che hanno colpito il paese alla fine di ottobre e a novembre 2019. L'assistenza dell'UE contribuirà ad alleviare gli oneri finanziari straordinari derivanti dai gravi danni provocati da inondazioni e frane, compresa l’inondazione che ha colpito Venezia, e finanzierà retroattivamente il ripristino delle infrastrutture essenziali, le misure volte a prevenire ulteriori danni e a proteggere il patrimonio culturale, e le operazioni di pulizia nelle zone colpite. Essa rientra in un pacchetto di aiuti per un totale di €279 milioni destinati a Portogallo, Spagna, Italia e Austria, a seguito delle calamità naturali che li hanno colpiti nel 2019. La Commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, ha definito questa decisione "un ulteriore dimostrazione della solidarietà dell'UE nei confronti dell'Italia e degli Stati membri colpiti da calamità naturali e ci ricorda l'importanza di investire nell'azione dell'UE per il clima per prevenire e gestire le conseguenze delle condizioni meteorologiche avverse e gli effetti collaterali dei cambiamenti climatici". Il Fondo di solidarietà dell'UE è uno dei principali strumenti dell'UE di ripristino in caso di disastro e, nel quadro della risposta coordinata dell'UE all'emergenza coronavirus, il suo ambito di applicazione è stato recentemente esteso per coprire anche le grandi emergenze sanitarie. (aise)
SICILIA: CGIL SU DATI ISTAT, “GRAVE CRISI CON – 76 MILA OCCUPATI NEL II TRIMESTRE 2020 E AUMENTO DEGLI INATTIVI”.
Mannino:“Il governo regionale esca dallo stallo per quanto riguarda i residui dei fondi strutturali e le risorse della finanziaria e investa per la ripresa dell’economia e dell’occupazione” https://www.cgilsicilia.it/wp-content/uploads/2020/09/istat_mannino.jpgPalermo, 11 set- “I dati Istat del II trimestre 2020 confermano la gravità della crisi economica in Sicilia, con un andamento peggiore rispetto al resto del Paese , cosa che ci fa dire che il governo regionale deve intanto darsi subito da fare per spendere i residui dei fondi strutturali e i fondi previsti dalla finanziaria regionale, pari a 1,4 miliari”. Lo dice il segretario regionale della Cgil Sicilia Alfio Mannino, commentando la rilevazione congiunturale dell’Istat : II trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. L’istituto centrale di statistica rileva una perdita di posti di lavoro del 5,5% rispetto al 3,6% del dato nazionale, con una diminuzione degli occupati di 76 mila unità (da 1.384.000 a 1.308.000). Il tasso di occupazione in Sicilia scende al 39,6% (era il 41,7% nel II trimestre del 2019). Diminuisce anche il tasso di disoccupazione passando dal 20% al 15,6% “ma questo – spiega Beppe Citarrella, responsabile del Cerdfos- accade a causa dell’aumento del numero degli inattivi che segnano un + 151.000, di cui 74 mila donne, passando da 1.544.000 a 1 .695.000” . Di conseguenza sale il tasso di inattività passando da 47.7% a 52,9%. “Crescono in pratica gli scoraggiati- commenta Mannino- come mostra anche il dato di coloro che cercano occupazione che scende dai 346.000 dell’anno scorso a 242.000 di quest’anno”. Anche l’andamento dei vari settori produttivi “rivela dinamiche particolari”, rileva la Cgil. Mentre crollano i servizi con 73 mila occupati in meno, di cui 27 mila nei settori commercio, alberghiero e ristorazione e – 46 mila in altre attività. Mentre l’agricoltura segna un 21 occupati, in crescita è l’industria con + 16.000 addetti nelle costruzioni e +2.000 nell’industria n senso stretto. “Si tratta però di un crescita apparente – afferma Mannino- dovuta non a un reale aumento degli occupati ma all’emersione del lavoro nero ai fini dell’ottenimento della cassa integrazione. C’è dunque da chiedersi cosa accadrà quando la cassa integrazione finirà – sottolinea Mannino- e la risposta è scontata: un crollo verticale degli occupati”. “ Il punto- dice Mannino- sarà spendere ben le risorse europee che arriveranno, a partire dal Recovey found, in maniera organica, coordinata, su obiettivi ben definiti ed evitandone la frammentazione, ma in attesa che questo accada il governo regionale deve uscire dall’immobilismo e adoperarsi- rimarca il segretario della Cgil- per assicurare gli investimenti della finanziaria e dei residui dei fondi strutturali”. 2020 dac
CONQUISTARE IL MERCATO ITALIANO: GIOVEDÌ IL WEBINAR DELLE CCI LATINOAMERICANE
BUENOS AIRES - In Europa la connettività continua la sua ascesa. Aumentano, infatti, vendite e acquisti online, e i marketplace si affermano come dei riferimenti per il mercato. Verterà su questo, infatti, il webinar pensato e organizzato dalle Camere di Commercio Italiano dell’America-Latina dal titolo “La conquista del mercato europeo attraverso Amazon Italia”, che si svolgerà su zoom il prossimo 24 settembre alle ore 11.00 (ore argentina). Nel progetto si vuole cercare di dare assistenza alle imprese latinoamericane per l’esportazione verso l’Europa e l’Italia. All’evento parteciperanno molti esperti del settore. Per partecipare è necessario compilare un formulario. (aise)
COME RIPORTARE LE IMPRESE IN ITALIA
Roma – “Penso sia anche giunto il momento per ripensare agli strumenti da utilizzare in tempi di crisi, i cosiddetti ammortizzatori sociali. Mi piacerebbe che da ‘ammortizzatori’ passassero ad essere ‘propulsori’ sociali: dalla difesa dell'esistente, che pure serve, alla creazione di nuove opportunità dando centralità all’impresa". È l'innovativa proposta di Giovanni Zoppas, ceo di Thèlios, intervistato dalla “Tribuna di Treviso”. Riguardo la possibilità che quote della produzione possano rientrare in Italia, soprattutto dopo la precarietà evidenziata dalla pandemia, ha dichiarato: “La presenza in Italia è importante. Lo era prima della pandemia, perché il made in Italy è un valore strategico per la nostra produzione e lo è ancora di più ora che è necessario essere sempre più strutturati nella gestione della filiera produttiva, in particolare nelle emergenze. Ma anche per offrire un prodotto sicuro e di alta qualità. Le condizioni per il rimpatrio di un gran numero di imprese e lavorazioni, che restano all'estero per inerzia, oggi ci sarebbero. Basterebbe che il governo si desse una politica industriale, visto che l'emergenza sanitaria ha creato condizioni assai favorevoli per aiutare le aziende a progetti di fusione e aggregazione”. (NoveColonneATG)