BREVI DAL MONDO 27 FEBBRAIO

FERROVIE: BUFARDECI, “MATTEOLI HA RAGIONE LO MA STATO E' ASSENTE”

 PALERMO - “Il ministro Matteoli ha ragione a sostenere che le Ferrovie in Sicilia sono un disastro. Ma avrebbe dovuto ricordare che, sino a oggi, gli impegni finanziari per questo settore li ha sostenuti esclusivamente dalla Regione siciliana”. E' la replica del vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai Trasporti, Titti Bufardeci, alle dichiarazioni del ministro Altero Matteoli. “Lo Stato, e quindi Rfi e Trenitalia, sono del tutto assenti - continua Bufardeci - invece di programmare lo sviluppo si sono distinti nella dismissione di servizi e tratte di collegamento. La Sicilia è stata tagliata fuori da ogni processo di modernizzazione della rete ferroviaria. Per percorrere i poco più di duecento chilometri di strada ferrata utili a congiungere Palermo e Catania sono necessarie oltre cinque ore. Questi di tempi percorrenza sono inaccettabili. Oltre a danneggiare l’immagine della Sicilia creano l’ulteriore gap di rendere improponibile ogni ipotesi di trasferire su rotaia merci e passeggeri. Il risultato è che si deve per forza di cose optare per il trasporto su mezzi gommati, intasando (e inquinando) le strade delle principali città siciliane. Tutto ciò è insostenibile per una regione che vuole puntare sul turismo e sulla promozione delle proprie eccellenze monumentali e ambientali”. “La Sicilia, poi - aggiunge Bufardeci - è una delle due sole regioni in Italia a non avere ancora accettato la gestione del trasporto ferroviario locale. Io sono convinto che il governo nazionale debba garantire alla Sicilia le risorse necessarie per un servizio di trasporto ferroviario moderno ed efficiente: oggi non è così, ed inutile nasconderlo perché la fragilità del sistema è sotto gli occhi di tutti”. “La legge anticrisi varata dal governo nazionale - continua il vice presidente della Regione - prevede l'utilizzo delle risorse Fas, che come tutti sanno erano originariamente destinate allo sviluppo delle aree del Mezzogiorno. Il piano di riparto attribuiva alla Sicilia il 24 per cento delle risorse disponibili. Chiediamo che questa quota venga rispettata per il piano di riqualificazione del parco rotabile, norma introdotta nel pacchetto anticrisi. Rivendichiamo l'assegnazione di quelle somme: si tratta di oltre 112 milioni di euro che, sommati ai 25 milioni messi a disposizione dalla Regione, consentiranno di aggiornare il parco rotabile ferroviario per il trasporto regionale”. Il ministro Matteoli ha anche affermato che entro quest'anno partiranno i lavori per il Ponte sullo Stretto: “Magari è la volta buona”, conclude Bufardeci.(Piero Messina)

SCIOPERI: SCONTRO CGIL-GOVERNO

ROMA - E' scontro tra Cgil e Governo per la riforma per il diritto di sciopero. Il ddl, infatti, non piace affatto ad Epifani, che avverte il Governo: "Stiano molto attenti". Secca risposta di Sacconi: "Nessuna forzatura, cerchiamo consenso ma non si accettano veti". "Vediamo cosa decide effettivamente il Governo - ha detto il segretario della Cgil - ma stia molto attento perche' in materia di liberta' di diritto di sciopero, che e' una liberta' delle persone costituzionalmente garantita, bisogna procedere con grande attenzione". Se infatti il Governo intende, partendo dal problema del rispetto del dititto degli utenti, ha continuato Epifani, "ridurre una liberta' fondamentale, la Cgil si opporra' ora e dopo. Il sindacato confederale e' sempre stato attento a consigliare il diritto di scioperi e quello degli utenti in alcuni settori particolari come i trasporti". "E' assurdo parlare di forzature", ribatte il ministro del Lavoro, "perche' la cautela e' stata doverosamente proporzionata alla delicatezza della materia". Il Consiglio dei Ministri del 17 ottobre scorso "ben oltre quattro mesi fa, ha approvato prime linee guida in materia - continua Sacconi - cui e' seguita una consultazione delle parti sociali con la presenza di tutti i segretari generali, tranne - bonta' sua - Epifani, peraltro ben rappresentato dal segretario confederale Solari. Sono stati richiesti contributi anche scritti e in tempi ancor piu' lunghi di quelli annunciati. Si ritorna ora al Consiglio dei Ministri sulla base di un testo che ha recepito molte delle indicazioni presentate dalle parti sociali. Si trattera' ovviamente di un disegno di legge - e non di un decreto legge - contenente deleghe che, una volta approvate dal Parlamento, saranno oggetto di relativa consultazione espressamente prevista dalla norma". "E' assurdo quindi parlare di forzature - conclude - perche' la cautela e' stata doverosamente proporzionata alla delicatezza della materia. Ribadisco pero' ancora una volta che non si accettano veti e si ricerca il massimo consenso possibile perche' l'obiettivo e' comunque quello di fare, nell'interesse dei lavoratori, dei cittadini, tutti, della credibilita' e dell'attrattivita' dell'intero sistema Paese". (AGI)

RIUNIONE INFORMATIVA A MENDOSA DEI GIOVANI ITALIANI NEL MONDO CHE HANNO PARTECIPATO ALLA CONFERENZA DI ROMA

MENDOSA - sabato 21 febbraio, nella sede del COMITES di Cuyo nella città di Mendoza, i componenti della delegazione Circoscrizione Consolare Cuyo (Mendoza, San Juan e San Luis) alla Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo, hanno presentato alla comunità italiana una relazione sulla loro partecipazione alla Conferenza. In un modo molto didattico, con l’aiuto d’un schermo dove si succedeva informazione ed immagini di Roma, quattro dei cinque delegati: Marco Bravin, Carla Martelli, Natalia Mac Intosh, María Celeste D’Inca, hanno riferito sul dibattito e sui lavori in ogni Commissione tematica, spiegato i cinque documenti che sono stati il risultato dei lavori. All’incontro erano presenti il Console d’Italia a Mendoza Pietro Tombaccini, il membro CGIE Marcelo Romanello, il Presidente del COMITES Bruno Pegorin ed altri consiglieri del COMITES, presidenti e dirigenti delle associazioni e dei Patronati operanti a Mendoza, e tanti giovani delle associazioni regionali della città. Il Consigliere CGIE Marcelo Romanello ha reiterato ai giovani delegati le sue congratulazioni per il lavoro realizzato alla Conferenza, e ha augurato loro di continuare con il lavoro intrapreso, riferendosi anche al recente bando del ministero della gioventù chiedendo ai giovani di farsi avanti presentando i loro progetti. Romanello inoltre ha espresso la sua preoccupazione per il mancato riferimento ai giovani, alle donne e agli oriundi nella proposta di riforma della legge Comites recentemente presentata alla Camera, così come all’idea di collocare il CGIE in situazione di terapia intensiva per poi eliminarlo completamente, un organizmo il CGIE, che tra l’altro ha avuto il merito di coinvolgere i giovani nella nostra comunità. I quattro delegati hanno espresso la loro soddisfazione per il risultato della Conferenza ed ognuno ha raccontato l’esperienza personale vissuta, partecipando a questo storico evento. ‘Abbiamo il fermo proposito di continuare a lavorare in ognuna delle nostre associazioni ed organizzazioni e di riunirci periodicamente per unificare i criteri nella ricerca di obbiettivi condivisi da tutti, ha dichiarato la Coordinatrice del Gruppo Giovani del Comites, María Celeste D’Inca.

IMMIGRAZIONE: NEL 2008 SBARCATI 2.751 MINORI STRANIERI, 2.124 DEI QUALI NON ACCOMPAGNATI .

La grande maggioranza di bambini, precisamente 2.327, è approdata sull’isola di Lampedusa. Il trend registra un aumento perché nel 2007 gli sbarchi dei minori erano stati 2.180, di cui 1.700 non accompagnati. In questo inizio di 2009 sono arrivati 154 minori, 138 dei quali non accompagnati. L’anno scorso sono state presentate 302 domande di rifugiato: 70 sono state accolte e per altri 210 minori sono state attivate forme diverse di protezione. Nessuno di loro è stato espulso, ma per tutti sono stati avviati percorsi di prima accoglienza. -- Sono i dati forniti dal ministro dell’Interno Maroni nel corso dell’audizione alla Commissione bicamerale sull'infanzia per l’indagine conoscitiva sui minori non accompagnati. Riguardo ai minori scomparsi, Maroni ha riferito che nel 2008 le scomparse sono state 1.008, 322 sono di minori italiani. Si sono allontanati da istituti e comunità di accoglienza 740 bambini stranieri. Sono 82 i bambini stranieri rimasti vittime dei reati di tratta, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione. Il presidente della Commissione Alessandra Mussolini ha annunciato un emendamento al ddl sulla sicurezza, ora al vaglio della Camera, per l’introduzione dell'obbligatorietà del documento di identità per i minori da 0 a 14 anni. (Roberto Mozzarella)

NASCE A CARACAS IL PRIMO NOTIZIARIO DELL'AMBASCIATA

CARACAS - L'Ambasciata italiana a Caracas si apre all'informatizzazione. Nasce il notiziario dell'Ambasciata, una nuova modalità di comunicazione per informare di quelle che sono le iniziative di maggior interesse. Un bollettino sulle attività istituzionali più salienti in programma per il 2009. Ad annunciarlo lo stesso Ambasciatore Luigi Maccotta sul portale dell'istituto www.ambcaracas.esteri.it, nel quale chiede visibilità e diffusione presso la collettività di queste informazioni. "Questo inizio di anno - annuncia il diplomatico - è abbastanza ricco e stiamo alacremente lavorando affinché lo sia anche il resto del 2009. Vi saremmo grati se vorrete aiutarci nella diffusione presso la collettività di queste informazioni, che potrete trovare anche nel sito web della nostra Ambasciata che vi suggeriamo altresì di consultare periodicamente per altre notizie di interesse. Contiamo molto sul vostro sostegno, partecipazione e coinvolgimento", conclude.(NIP)

CON IL CONTRIBUTO ITALIANO RIAPRE IL MUSEO NAZIONALE DI BAGHDAD

BAGHDAD - Baghdad continua, per certi versi, ad essere una città devastata dalla guerra del 2003, ma l'impegno per riaccendere le luci sulla sua bellezza è intenso. Riapre, infatti, lo storico Museo Nazionale depredato, saccheggiato e parzialmente distrutto nell'aprile del 2003, all'indomani dei bombardamenti americani sulla regione, grazie anche al fondamentale lavoro di restauro, guidato da un'equipe tutta italiana. Il museo è sede di alcune fra le più importanti meraviglie del mondo e i lavori per riportarlo agli antichi splendori sono andati avanti per cinque anni. Il contributo italiano è stato pari a poco più di un milione di euro, spesi per allestire un laboratorio di restauro in loco e per la parziale ristrutturazione e allestimento delle sale del Museo. Si tratta, in verità, di una riapertura parziale, che comprenderà solo alcune delle molte sale e un pubblico selezionato - scuole e studiosi del campo. Restituiti quindi al pubblico pezzi che ne compongono il patrimonio, tra cui la celebre "Dama di Uruk" , la testa di donna in pietra creata oltre 5mila anni orsono. Così come la statua mutila in bronzo di "Bassetki" e le migliaia di tavolette incise, tesoro delle tombe reali di Ur che datano l'inizio del III millennio a.C. E ancora, i meravigliosi corredi funerari dei Re, gli elmi in lamina d'oro, tra cui quello appartenuto a Mes Kalam Dug, e gli oggetti in avorio degli Assiri. All'inaugurazione, vera e propria festa dell'orgoglio nazionale iracheno, ha partecipato il premier Noori Al Maliki, insieme al ministro delle Antichità, Kathan Abbas al Jabami, che hanno sottolineato l'importanza per la città e per tutto il paese. A finanziare i lavori di questi anni, in prima fila, il Ministero dei beni culturali italiano, con la partecipazione del Ministero degli Esteri e della Fondazione della Banca nazionale delle comunicazioni. In particolare, ammontano a 222 mila euro i fondi che sono stati investiti nei laboratori di restauro (100 mila arrivati dalla Soprintendenza archeologica di Roma attraverso Telecom, 25 mila dal Mibac e 100 mila dalla Farnesina). Per la riabilitazione delle sale e per mettere a punto il nuovo allestimento, curato dall'architetto Roberto Parapetti, sono stati invece spesi altri 820 mila euro, in gran parte arrivati dal Mibac e ancora dal ministero degli Esteri, oltre che dalla Banca nazionale delle comunicazioni. (NIP)

SOSTENERE LA RICERCA ITALIANA. IN ITALIA E NEL MONDO!

ROMA - Parlando all’Università di Perugia, qualche giorno fa, il Presidente della Repubblica Napolitano ha lanciato un accorato monito alle istituzioni – e quindi, in primo luogo, a Governo e Parlamento – affinché l’Italia ricominci a sostenere adeguatamente la ricerca. Parole sacrosante. Nessun Paese civile, a differenza di quanto purtroppo sta avvenendo in Italia a partire dalla riforma Gelmini, ha deciso di tagliare ulteriormente le risorse destinate all’Università e alla ricerca. Il governo Berlusconi definisce i suoi disinvestimenti come “razionalizzazioni” e “tagli agli sprechi”, e – come ci ha abituato da tempo – inventa un nuovo nemico di turno, i “baroni”, per giustificare la distrazione di fondi dalla ricerca. Inoltre, si fa scudo con la crisi economica per spiegare la necessità dei tagli. Peccato soltanto che la crisi sia mondiale, ma in altri Paesi coinvolti nessun governo, di qualsiasi colore, ha pensato di compromettere un settore che semmai è la chiave per innovare il nostro modello produttivo e rilanciarlo. Colgo l’occasione per ricordare che, proprio a causa dell’inadeguatezza dell’investimento italiano nella ricerca, molti studiosi italiani svolgono le proprie attività all’estero. È per coordinare e valorizzare questo patrimonio umano sparso per il mondo e soprattutto per far sentire la loro voce che ho presentato una legge volta all’istituzione di un Consiglio permanente dei nostri ricercatori nel mondo e di un Comitato interministeriale tra Farnesina e dicastero all’Università al fine di censire e di promuovere la ricerca italiana all’estero.