ANNOZERO, BOOM DI ASCOLTI: 29% DI SHARE 7 MILIONI DI SPETTATORI PER LA D'ADDARIO

 ROMA - Boom di ascolti per la puntata di ieri sera di Annozero, che ieri sera ha sbaragliato la concorrenza di RaiUno e Canale 5. E infatti la trasmissione, che vedeva fra gli ospiti Patrizia D'Addario, è stata seguita da 7 milioni 338 mila spettatori, con uno share del 28,92%. La scorsa settimana la tramissione condotta da Michele Santoro aveva ottenuto 5 milioni 592 mila spettatori e uno share del 22.87. "Il pubblico non vuole censure" - si limita a dichiarare, a caldo, il conduttore - certi numeri non si commentano". Un boom, insomma, per la contestatissima puntata di ieri, che aveva come piatto forte la presenza della escort che due volte è stata ospite del premier a Palazzo Grazioli. A nulla è servito, dunque, il trambusto creato, nelle ultime 48 ore, da esponenti del Pdl; anzi, probabilmente, proprio l'agitazione del presidente del Consiglio ("è indignato", ha riferito il direttore di Libero Maurizio Belpietro che lo ha visto ieri a Palazzo Grazioli) e dei suoi uomini ha creato grande attesa intorno al programma. E di fronte alla grande curiosità e partecipazione suscitata da Annozero, anche le reti ammiraglie del servizio pubblico e di Mediaset devono cedere le armi. Su RaiUno, una fiction molto amata come Don Matteo ottiene uno share medio del 21,87%, con 5 milioni 773 mila spettatori; e le due puntate, attesissime dai fan, che hanno segnato il ritorno del Doctor House su Canale 5 si fermano a uno share del 15,93%, con 4 milioni 840 mila spettatori.

 MANIFESTAZIONE PER LA LIBERTA' DI INFORMAZIONE E DI STAMPA IN ITALIA

MONACO DKI BAVIERA - SABATO 3 ottobre 2009 dalle ore 11:00 alle ore 16:00 Karlsplatz (Stachus) Monaco di Baviera Per il diritto alla pluralita’ dell’ informazione e contro l’asservimento dei media! Con l’appoggio di: USEF- UN’ALTRA ITALòIA – CIRCOLO CENTO FIORI – RINASCITA E.V.

SABATO 3 OTTOBRE A BERLINO MANIFESTAZIONE IN DIFESA DEL PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE GARAVINI (PD): “LA LIBERTÀ D’OPINIONE È PILASTRO DI OGNI DEMOCRAZIA. UN DIRITTO CHE OGGI IN ITALIA È A RISCHIO”

 BERLINO - “La libertà d’informazione e d’opinione è pilastro di ogni democrazia. Informare vuol dire fornire ai cittadini la materia prima che forma la coscienza e permette loro di poter decidere, scegliere, esistere e votare. In Italia, questo diritto oggi è a rischio. È proprio attorno al problema della libertà di stampa che si sta allargando una ragnatela che lentamente avvolge e immobilizza la democrazia del nostro Paese” Lo afferma la deputata Laura Garavini, coordinatrice pro-tempore del Pd Berlino, a due giorni dalla manifestazione per il pluralismo dell’informazione che avrà luogo sabato prossimo nella capitale tedesca. “Il sistema di comunicazione italiano - spiega la deputata eletta nella ripartizione Europa - è da tempo considerato da istituzioni internazionali come Freedom House parzialmente a rischio, soprattutto per i problemi legati al conflitto d’interesse e alla concentrazione dei media”. “Noi italiane e italiani a Berlino – aggiunge la Garavini - diciamo No al bavaglio. Per questo abbiamo deciso di manifestare anche noi per la libertà di stampa sabato 3 ottobre, a partire dalle ore 12, davanti all’Ambasciata d’Italia di Berlino, in Hiroshimastr. 1”. La protesta avrà luogo in parallelo con la manifestazione organizzata dalla Fnsi a Roma e si inserisce in una serie di simili iniziative promosse dalla rete europea degli italiani all’estero, ad esempio a Bruxelles, il 2 ottobre e a Madrid, il 3 ottobre.(Infom)

 MANIFESTAZIONE PER LA LIBERTÀ DI STAMPA

Alle 15.30 in piazza del Popolo. Il presidente Fnsi Roberto Natale: avvertiamo un'aria pesante per l'informazione MILANO - Trecento pullman da tutta Italia convergeranno sabato su Roma per la manifestazione della federazione della stampa (Fnsi) per la libertà d’informazione. Il presidente Roberto Natale ha ricordato le ragioni della protesta: «Avvertiamo un’aria pesante per l’informazione: dal ddl sulle intercettazioni, all’operazione contro Avvenire che ha portato alle dimissioni di Dino Boffo, all’appello del premier agli imprenditori perché non investano in pubblicità sui giornali catastrofisti». La manifestazione inizia alle 15.30 in piazza del Popolo con l’Orchestra di piazza Vittorio. Alle 16, dopo l’intervento del segretario Fnsi Franco Siddi, seguirà il presidente emerito della Consulta, Valerio Onida, lo scrittore Roberto Saviano. Tra i musicisti Teresa De Sio, Marina Rei, Nicky Nicolai, i Tetes de Bois, Enrico Capuano. (corrieree della sera)

ADERISCONO IL NOBEL EBADI E TORNATORE DE BENEDETTI: "IN ITALIA LIBERTÀ LIMITATA"

 ROMA - Libertà di stampa, il premio Nobel per la Pace 2003 Shirin Ebadi, avvocato iraniano e paladina dei diritti civili. E dà il suo appoggio, assieme ad una riflessione sullo stato dell'informazione e della libertà di stampa in Italia, il presidente del gruppo editoriale Repubblica-l'Espresso Carlo De Benedetti. Dal mondo dello spettacolo un'adesione di primo piano: è quella del regista Giuseppe Tornatore. Il suo "Baaria" rappresenterà l'Italia nella corsa all'Oscar. Firma anche il complesso dei Negramaro. De Benedetti: "Libertà limitata". Il presidente del gruppo editoriale Repubblica-Espresso spiega perché ritiene che in Italia la libertà di informazione sia a rischio: "E' evidente che in Italia esiste la libertà di stampa, ma c'è un problema di limitazione della libertà di informazione e della possibilità da parte del cittadino di essere informato anche con punti di vista diversi". E De Benedetti porta l'esempio di "direttori che hanno dovuto addirittura dimettersi per il fatto di essere stati assaliti", cosa che dimostra che "la libertà con la quale il singolo giornalista può svolgere il suo lavoro in maniera serena ed indipendente è assolutamente limitato". Poi c'è tutto il capitolo della tv: un cittaadino che guardasse solo la televisione "non avrebbe neanche mai saputo dell'esistenza delle dieci domande di Repubblica al presidente del Consiglio. E' un po' strano o no? Il Tg1, che è il principale telegiornale del paese, e il Tg5, che è il secondo, non ne hanno mai parlato". De Benedetti ha poi criticato la Rai: "Molto prima di scendere in politica Berlusconi si è occupato di televisioni commerciali, e la Rai purtroppo ha seguito quel modello, facendo in modo che al modello-maestra si sostituisse il modello-velina". De Benedetti chiude il ragionamento con un esempio, tra i tanti che si possono trarre dai principali organi di informazione internazionale: "E' evidente che un problema di informazione esiste, se un giornale che è il campione storico di 150 anni di pensiero liberale in Inghilterra, come l'Economist, nel numero in edicola oggi, parla dell'Italia scrivendo 'museruola all'informazione'. Lo dice gente - ha sottolineato - che è super liberale e che certo non appartiene al mondo che Berlusconi ama definire 'comunista' anche se credo non sappia cosa voglia dire". (la repubblica.it)

LA CGIL SCENDE IN PIAZZA PER LA LIBERTA’ DI STAMPA

La Cgil come già precedentemente comunicato, aderisce alla manifestazione nazionale della Federazione nazionale stampa italiana, che si terrà il giorno sabato 3 ottobre alle 16.30 a piazza del Popolo verrà messo a disposizione un pullman che partirà alle ore 14,00 da Via Saragat (sotto la sede Cgil). Ribadiamo, che la nostra adesione a tutti i livelli dell’organizzazione, è fondata principalmente sull’importanza di dover salvaguardare la libertà di stampa e il diritto all’informazione per i cittadini. L’impressionante escalation di questi mesi contro il ruolo di una informazione libera e plurale richiede una reazione adeguata e immediata, con la manifestazione del 3 ottobre vogliamo dire a chi della costituzionale sta facendo carta straccia, che non gli sarà possibile fino a che ci saranno persone, associazioni, organizzazioni sociali, partiti politici che hanno a cuore la democrazia e la libertà intesa come priorità imprescindibile di uno stato civile. (Miranda Perinelli La segretaria generale Cgil Viterbo)

LIBERTÀ DI STAMPA: L'ITALIA FA UN PASSO INDIETRO, UNICA NAZIONE IN EUROPA

 La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati» NEW YORK - L'Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un'organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un CLASSIFICA - Nell’annuale classifica di Freedom House, l’Italia va indietro come i gamberi, insieme a Israele, Taiwan e Hong Kong. «Un declino che dimostra come anche democrazie consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House. Su un punteggio che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i meno liberi), l’Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con una pagella così bassa. I «migliori della classe» restano le nazioni del Nord Europa e scandinave: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia (prime cinque a livello mondiale). Le «peggiori»: Corea del nord, Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea e Cuba

LIBERTÀ DI STAMPA? L'ITALIA È AL 40° POSTO, DOPO CILE E COREA DEL SUD

Reporter sens frontière (Rsf) ha pubblicato la prima classifica mondiale della libertà di stampa e non sono mancate le sorprese. Innanzitutto va rilevato che, pluralismo e libertà nella diffusione delle notizie non sono una prerogativa dei paesi più ricchi e sviluppati. Basti pensare che il Costa Rica precede in classifica gli Stati Uniti e diverse nazioni europee. L'Italia, a causa dell'irrisolto conflitto di interessi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si piazza al quarantesimo posto, superata da paesi latinoamericani come Ecuador, Uruguay, Paraguay, Cile ed El Salvador, oltre che da Stati africani come Benin, Sudafrica e Namibia. La maglia nera dei peggiori del gruppo spetta a tre nazioni asiatiche: Corea del Nord, Cina e Myanmar. In fondo alla classifica figurano anche la maggior parte dei paesi arabi, a partire da Libia, Tunisia e Iraq, dove è semplicemente impensabile che un giornale o una testata radiotelevisiva possa criticare il capo dello Stato o l'operato del governo. R.s.f. assegna invece buoni voti ad alcune realtà africane come Benin, Sudafrica, Mali, Namibia e Senegal, tutte collocate nelle prime cinquanta posizioni e in condizione di vantare una reale libertà di stampa. I peggiori nell'Africa nera risultano essere Eritrea (132ma), Zimbawe (123mo), Guinea Equatoriale (117ma), Mauritania (115ma) e dal 109mo al 105mo posto, Liberia, Rwanda, Etiopia e Sudan. (Reporters sens frontiéres).