PRECARI: INCONTRO DOMANI A CATANIA CON LOMBARDO E LEANZA

PALERMO - Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e l'assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Lino Leanza, incontreranno domani, 12 giugno, a Catania i deputati e i senatori siciliani. Alla riunione sono stati invitati anche i rappresentanti dell'Anci, dell'Urps e di tutte le sigle sindacali. Lombardo e Leanza illustreranno gli esiti degli incontri effettuati nei giorni scorsi a Roma. Nel corso dell'incontro saranno anche concordate iniziative comuni per risolvere la difficile situazione dei lavoratori precari degli enti locali siciliani e le azioni da intraprendere, da parte di tutti gli schieramenti politici, per applicare le misure di stabilizzazione. L'appuntamento e' fissato alle 10 nella sede di Catania della Presidenza della Regione (ex palazzo Esa, via Beato Bennardo).(fg/sasco)

FRANA GIAMPILIERI:BUFARDECI,RIPRISTINIAMO INFRASTRUTTURE AGRICOLE

PALERMO - Con l'ok dell'assessore regionale alle risorse agricole Titti Bufardeci, l'amministrazione regionale ha attivato le procedure per erogare le somme necessarie al ripristino delle condotte idriche dei consorzi irrigui della Provincia di Messina, colpiti dall'alluvione e dalle frane dell'ottobre 2009. A breve, percio', arriveranno oltre 702 mila euro per ripristinare le infrastrutture rurali, danneggiate dalle frane e dall'alluvione che hanno colpito la zona sud di Messina e in particolare l'area di Scaletta Zanclea e Giampilieri. "Quella zona agricola - spiega Bufardeci - e' particolarmente vocata alla produzione agrumicola, con la coltivazione del limone interdonato e di alcune cultivar di arance. Senza un rapido ripristino delle condotte idriche, ci sarebbe stato il serio rischio di un abbandono dei terreni". Le somme destinate alle infrastrutture sono state recuperate da economie di bilancio. La frana di Giampilieri e Scaletta Zanclea e' stata inserita, con decreto del Ministero delle Politiche agricole, tra gli eventi calamitosi che hanno diritto di attingere al Fondo di solidarieta' nazionale, all'esame della Conferenza Stato-Regioni. Nel piano di riparto 2010, la Sicilia e' inserita con 4 eventi calamitosi per un fabbisogno complessivo di 6,12 milioni di euro. La proposta di assegnazione ministeriale prevede un'assegnazione di soli 505 mila euro alla Sicilia, cifra pari all'8,24 per cento delle necessita' stimate. Proprio per queste ragioni, l'amministrazione regionale ha anticipato i tempi, optando per un ricorso a fondi propri per garantire il ripristino di quelle infrastrutture agricole necessarie alla ripresa economica e sociale di quella zona colpita da lutti e devastazione.(pm/sasco)

INCOSTITUZIONALE L’AGGRAVANTE DELLA CLANDESTINITÀ MA NON IL REATO DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE.

La Corte Costituzionale avrebbe dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 61, 11 bis, del codice penale. Sul reato di immigrazione clandestina, invece, la Consulta avrebbe affidato al giudice di pace il compito di valutare caso per caso l’esimente del “giustificato motivo”. Si dovrà attendere qualche giorno per conoscere le motivazioni con le quali la Corte Costituzionale avrebbe sancito l’illegittimità costituzionale dell’aggravante della clandestinità, la circostanza che – introdotta nel codice penale nel 2008 con il primo pacchetto sicurezza del Governo Berlusconi – comporta un aumento fino ad un terzo della pena prevista per il reato commesso per il sol fatto di essere l’imputato uno straniero sprovvisto del permesso di soggiorno. Secondo quanto riporta l’ANSA, la Consulta avrebbe accolto i dubbi sollevati a febbraio 2009 dal Tribunale di Livorno e nel gennaio 2010 da quello di Ferrara ed avrebbe ravvisato la violazione degli articoli 3 e 25 della Costituzione. Ancora più attesa la motivazione con la quale la Corte avrebbe invece “salvato” il reato di ingresso e soggiorno illegale. Infatti, nonostante il sostanziale via libera, sembrerebbe che la Corte si sia orientata verso una decisione tecnicamente definita “interpretativa di rigetto”. In parole semplici, la Corte sarebbe giunta alla conclusione che la norma che prevede il reato di immigrazione clandestina non violerebbe la Costituzione se adeguatamente interpretata dal giudice caso per caso. Infatti, poiché l’elemento più critico della norma sarebbe costituito dalla mancata previsione dell’esimente del “giustificato motivo” come elemento costitutivo del reato, la Consulta avrebbe indicato al giudice di pace di interpretare la norma in modo “costituzionalmente corretto”, valutando di volta in volta la gravità del fatto così da escludere gli eventuali giustificati motivi che abbiano indotto lo straniero a trattenersi illegalmente in Italia. ((R.M.))

L’ITALIA NON MODIFICHERÀ LE NORME DEL “PACCHETTO SICUREZZA” E NON RATIFICHERÀ LA “CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI MIGRANTI”.

 La risposta del Governo al Consiglio dell’Onu per i Diritti umani che aveva mosso all’Italia 92 raccomandazioni: accettate 80 tra cui quelle sui diritti dei Rom e sulla lotta al razzismo. Il documento italiano è stato approvato all’unanimità dai 47 Paesi membri del Consiglio. L’Italia non accetta di modificare le misure del pacchetto sicurezza dopo le raccomandazioni dell’Onu né di ratificare la Convenzione internazionale sui migranti. Nel documento presentato ieri dall’ambasciatore d’Italia presso le Nazioni Unite, Laura Mirachian, il Governo italiano ha dato seguito alla “stragrande maggioranza” delle 92 raccomandazioni formulate dall’Onu lo scorso febbraio dopo il primo esame della situazione dei diritti umani nel Paese. Di queste ne ha respinte dodici, tra cui quelle che chiedevano di rivedere il cosiddetto “pacchetto sicurezza” e di depenalizzare l’entrata ed il soggiorno irregolare degli immigrati “clandestini”. Secondo l’ambasciatrice Mirachian, che ha illustrato le risposte dell’Italia al Consiglio dell’Onu per i Diritti umani, la situazione in Italia sul fronte dell’immigrazione “non è perfetta ma migliora ed il Governo italiano è impegnato a difendere i diritti umani di tutti i migranti”. I rappresentanti dei 47 Paesi membri del Consiglio – riuniti in sessione – hanno quindi approvato il rapporto sull’Italia senza opposizione. Per l’Italia – sotto esame dallo scorso 9 febbraio – le raccomandazioni finali esortavano tra l’altro il Paese ad accrescere la lotta alla discriminazione e al razzismo, in particolare nei confronti dei Rom (accettata) e a dotare il Paese di un’istituzione nazionale indipendente sui diritti umani (accettata, ma non la scadenza di “entro il 2010”). L’Italia invece non ha accettato di aderire alla Convenzione internazionale sui migranti – che nessuno Stato membro dell’UE ha ancora ratificato – sottolineando che la legislazione italiana già garantisce molte delle disposizione previste. L’approvazione del documento ha concluso il primo esame periodico universale sulla situazione dei diritti umani in Italia, scrutinio cui sono sottoposti a turno tutti i Paesi membri dell’Onu. ((Al. Col.))

IL SENATO CANADESE RICORDA IL 70° ANNIVERSARIO DELL’INTERNAMENTO DEGLI ITALO-CANADESI DURANTE LA II GUERRA MONDIALE

TORONTO - Nella seduta di ieri, 9 giugno, il senatore italo-canadese Consiglio Di Nino ha ricordato il 70° anniversario dell’internamento degli italo-canadesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Senatore dal 1990 in rappresentanza dell’Ontario, Di Nino ha esordito leggendo uno stralcio di una lettera "segreta" datata "Ottawa, 10 giugno 1940": "caro soprintendente Bavin, le confermo le istruzioni anticipate per telefono per prendere immediatamente tutte le misure necessarie per arrestare le persone di nazionalità italiana o di origine italiana così come deciso dal Ministro della giustizia alle 13.30 di oggi". Questa lettera, ha proseguito il senatore, "è stata l’inizio di un incubo per diverse migliaia di persone, soprattutto uomini e cittadini canadesi – il cui unico crimine era quello di avere origini italiane. Queste persone furono rinchiuse nei campi di internamento. Nessuno fu accusato. Alcuni rimasero nei campi per tre anni. L'umiliazione subita da questi uomini e donne è stata probabilmente più facile da sopportare in confronto alla sofferenza, al dolore ed alla vergogna provata dai loro coniugi e dai loro figli, così come dalle loro madri e padri, fratelli e sorelle, e dai loro amici. La vita degli internati e quella delle loro famiglie è stata loro derubata, così come accadde ai loro beni – niente habeas corpus, niente processo. Furono per sempre marcati come "stranieri nemici". Colleghi, la Guerra è una follia - a volte inevitabile, ma pur sempre follia, quando anche le persone perfettamente sane si comportano con crudeltà". "Questo – ha proseguito Di Nino – è solo un tragico esempio. L'impatto sulla vita di ciascuna delle persone colpite è permanente e grave; le cicatrici mai guarite. Eppure, anche in mezzo a questa oscurità, la sanità mentale e l'equilibrio sono mantenuti in vita dal coraggio e dai principi dei singoli individui. Vorrei citare un commento di Arthur Slaght, un liberale membro del Parlamento di quegli anni: "La grande maggioranza di queste persone è leale, rispettosa della legge popolare. Nei loro cuori non v’è nulla se non diffidenza, paura e odio per i due dittatori, Mussolini e Hitler. Dovremmo mostrare tolleranza e anche gentilezza e simpatia per la posizione in cui si trovano oggi, mostrare loro la nostra amicizia e simpatia per la loro difficile situazione. Gli insegnanti nelle scuole pubbliche e i genitori dei nostri studenti dovrebbe fare in modo che i nostri ragazzi anglosassone non provochino né escludano questi ragazzi di origine straniera. In questo modo avremo cura di queste persone nella terra che le ha adottate". Così sia". (aise)

DA BERSANI (PD) SOSTEGNO ALL'APPELLO DI CGIE E COMITES: I CONNAZIONALI ALL’ESTERO HANNO RAGIONI DA VENDERE

ROMA - "Gli italiani che hanno manifestato il 29 maggio a Francoforte e che manifesteranno domani a Vancouver e il 19 a Buenos Aires hanno ragioni da vendere: il Partito Democratico è con loro e aderisce all’appello lanciato dal CGIE e dai Comites". È quanto afferma in una nota il Segretario nazionale del Partito Democratico, Pierluigi Bersani. "Quel poco che l’Italia spende per gli italiani all'estero – continua il Segretario nazionale del PD – se ben investito, porta credito politico al Paese e insieme vantaggi economici largamente superiori agli investimenti. Tagliare indiscriminatamente e pesantemente su lingua e cultura, assistenza e rete consolare – prosegue Bersani – è miope, porta danni al Paese e, trattandosi di risorse minime, non aiuta nemmeno l’ipotetico sforzo di risanamento a cui si appella il Governo". "Risparmiare sulla democrazia, rinviando per la seconda volta e di tre anni le elezioni dei Comites, è un abuso assolutamente ingiustificato. Farlo poi con un decreto – conclude – solleva anche aspetti di incostituzionalità". (aise)

CODICE FISCALE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO. ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE L’ORDINE DEL GIORNO FEDI.

Accolto dal governo come raccomandazione, l’ordine del giorno dell’On. Marco Fedi, sottoscritto anche dai deputati del PD eletti all’estero Bucchino e Porta, che richiama il Governo alle dovute cautele con le procedure di attribuzione automatica del codice fiscale. Il solo riferimento all’AIRE, non prevedendo un incrocio con l’anagrafe consolare, produce il rischio che nasca un vero e proprio “mercato nero” dei codici fiscali di persone irreperibili o decedute – ha dichiarato l’On. Marco Fedi. L’ordine del giorno, presentato nell’ambito della discussione sul disegno di legge 3209-bis-A/R relativo a “Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese”, fa riferimento all’articolo 16 del provvedimento e in particolare alle disposizioni dirette ad introdurre l’attribuzione del codice fiscale ai cittadini italiani residenti all’estero che risultano iscritti all’AIRE. L’ordine del giorno impegna il governo ad attribuire il codice fiscale sulla base dell’incrocio dei dati AIRE con le anagrafi consolari e a dotare, per questo fine, la rete diplomatico-consolare di adeguate risorse umane e finanziarie. L’ordine del giorno – ha continuato l’On. Marco Fedi – chiede inoltre al Governo di stabilire un tavolo di concertazione tra Ministero degli Affari esteri e i Ministeri dell'economia e delle finanze e dell'interno al fine di raccordare e armonizzare l'azione del Governo sulle materie fiscali e nei rapporti con le pubbliche amministrazioni dello Stato italiano.