di salvare la mia famiglia". E' il drammatico appello di un rappresentante di commercio che "é fallito" per "la concorrenza sleale di cinesi e indiani" ma "non riesce a rubare", lanciato con una lettera aperta inviata al quotidiano La Sicilia di Catania, che l'ha pubblicata. "Sono un padre di famiglia di 55 anni che da 40 lavora per contro proprio e cinque anni fa sono riuscito a realizzare il sogno mio e di mia moglie: comprare una casa - si legge nella missiva - Poi è cominciata la crisi e per andare avanti combattendo la sleale concorrenza di extracomunitari mi sono ritrovato a non potere più andare avanti, anche perché la mia clientela cominciava a non pagare per lo stesso motivo". Lo scorso anno l'uomo ha smesso di lavorare in proprio ed ha cercato un impiego da dipendente ma ha ricevuto "le solite risposte: 'c'é crisi". "La Costituzione - conclude - dice che il lavoro è un diritto, ma pare che oggi in Italia l'unico diritto al lavoro è per gli extracomunitari, e io, credetemi, sono disposto a qualsiasi tipo di lavoro".