della processione del Venerdì Santo a causa delle avverse condizioni climatiche. “La decisione presa dal Collegio dei Rettori è stata sicuramente affrettata – prosegue Agnello - già circa un'ora prima dell'inizio ufficiale della processione circolavano strane ipotesi e si percepiva parecchio nervosismo tra i Rettori. Pur comprendendo la particolare tensione del momento, in una circostanza così sacra e importante, sarebbe servita certamente maggiore serenità nell'assumere la responsabilità delle scelte. In gioco era la manifestazione religiosa più sentita dalla città , assieme a quella della Patrona, con una tradizione secolare a cui mai gli ennesi avrebbero voluto rinunciare e pur intendendo le preoccupazioni del Collegio dei Rettori rimane poco comprensibile la decisione di annullare la processione, decisione questa annunciata tre quarti d’ora prima dell'orario prefissato. In questa estrema decisione nessuno della mia Amministrazione né di quella provinciale, che sostiene anche economicamente l'evento, sono stati interpellati ritenendo tale scelta pertinente l'evento religioso. Tutta via la decisione di annullare la processione coinvolge la città nella sua totalità sia dal punto di vista religioso ma anche culturale e turistico. Stamani ogni ennese si sente un po’ più deluso. Non tanto per avere dovuto rischiare di compromettere l'immagine di una città turistica con centinai di stranieri che attendevano la processione, una diretta televisiva satellitare e una macchina organizzativa e di sicurezza costata giorni di lavoro, piuttosto per la valenza religiosa di questa processione che è fortemente sentita anche dalle generazioni più giovani che ha lasciato l'amaro in bocca. Desistere dalla decisione di sfilare, pur comprendendo che molti confrati erano zuppi d'acqua, probabilmente poteva trovarsi il tempo di riflettere e trovare soluzioni alternative all'annullamentoâ€.