– vescovo, clero e volontari - concretizzano il precetto cristiano della carità aiutando i fratelli più disagiati. Tutto questo è il banco alimentare dei poveri situato nei locali della parrocchia del Crocifisso: un luogo che dà sostegno ai poveri, a quelli che la società considera gli “ultimi†e il Vangelo i “primiâ€. Una piccola goccia nel mare dei bisogni eppure assai significativa. Che si aggiunge all’opera svolta dalla Caritas e da altre associazioni. Il banco alimentare del Crocifisso è anche il “termometro†di una città , di una provincia nascosta che continua a sprofondare in una crisi economica che non sembra arrestarsi e che nulla di buono lascia intravedere per il futuro. “Il fronte delle povertà si sta estendendo†dice Enzo Marchì, responsabile del banco. E lo si vede dai volti e dalle anime che gravitano attorno al banco: stranieri, disoccupati, ma anche pensionati e nuclei familiari in stato di necessità . Una realtà , quella dell’emarginazione, che si intuisce, ma spesso non si comprende fino in fondo perchè rivela il dramma di un’esistenza ferita da innumerevoli vicissitudini. “Fino a tre anni fa – dice Vincenzo Gagliano, 47 anni, padre di due figli di 13 e 18 - avevo un lavoro di gruista in un cantiere edile e stavo bene. Dopo una malattia di appena 15 giorni sono stato licenziato e aver denunciato il datore mi è costato caro. A Piazza Armerina, ovunque vado, trovo le porte chiuse. Umiliante per un uomo, come umiliante è venire quà â€. In fila ad aspettare il loro turno anche una mamma con un bambino di 4 anni e una giovane ragazza, Daiana, di 18 anni. “Vede – dice quasi a vergognarsi - come ci siamo ridottiâ€. “Questa vita è uno schifo –dice la giovane Daiana, che vuole andare via da Piazza Armerina sperando in un destino che gli offra una chance di riscatto - Ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza. Frequento l’ultimo anno di magistrale e per studiare, non avendo libri, tutte le mattine mi sveglio con l’assillo delle fotocopie. La scuola mi viene incontro, ma in queste condizioni non è facile prepararsi con serenità agli esami di maturità . Fortunatamente ho un preside e dei professori disponibilissimi, mi aiutano tanto. Senza il loro appoggio non avrei potuto studiare. Mi sarebbe piaciuto – ci ha confessato - andare a studiare alla Iulm di Milano, ma non è possibile; così come non mi è possibile frequentare la Kore di Ennaâ€. Oltre a queste ci sono altre decine e decine di storie tutte degne di essere raccontate. Storie di giovani coppie e di anziani, abbandonati dai figli “volati†altrove, che non riescono ad arrivare alla fine del mese. (fonte vivienna G.L.)