al numero di abitanti ed ai servizi erogati. Questa è l’interpretazione dell’assessore regionale alla sanità Russo, che intende conteggiare i posti letto destinati ad ogni provincia in base al numero di abitanti, così se si calcola la media regionale si perviene che ad Enna, considerando 3 posti letto ogni mille abitanti, spetterebbero 531 posti letto per acuti in merito ai 177.599 abitanti residenti nella provincia. Di parere differente è l’assessore Russo e il suo staff, che erroneamente o volutamente, hanno inserito nel conteggio dei posti letto, l’IRCCS denominata “Oasi di Troina†, e notoriamente conosciuta come luogo di assistenza e ricerca per disabili, il cui bacino sanitario interessa l’intero territorio regionale, se non nazionale. Tale attribuzione evidenzia la mancanza di idoneità nell’offerta dei posti letto nella Provincia di Enna, poiché la media complessiva dei posti letto assegnati per acuti è pari a 365 p.l. cioè 2.1 posti letto ogni mille abitanti, molto al di sotto della media regionale attualmente definita nel piano di rientro (legge N°296 del 2006). Al di là dei calcoli analitici , la distribuzione dei p.l. nel territorio della provincia di Enna metterebbe a rischio i bisogni primari dei cittadini, con gravi conseguenze per la salute di questi ultimi, tenendo conto che tale situazione comporterebbe di fatto la chiusura di tre presidi ospedalieri su quattro, nello specifico Nicosia, Leonforte e Piazza Armerina. Questo provvedimento costringerebbe i cittadini a fare ricorso a strutture esterne alla provincia in ordine a diversi reparti ospedalieri fondamentali come ad esempio traumatologia, chirurgia generale e vascolare, cardiologia, pneumologia e oncologia. Questa grande discriminazione nei confronti della provincia di Enna si aggiunge alla previsione di varare in Sicilia due macroaree di bacini sanitari composte da una parte dalle Province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta, e dall’altra da Catania, Messina, Enna, Siracusa, Ragusa emarginando ulteriormente i territori delle piccole province, e soprattutto delle zone interne, che diventerebbero satelliti sotto il profilo sanitario, oltreché dello sviluppo delle aree più forti. La provincia di Enna con i suoi 178.000 diventerebbe di fatto un quartiere periferico dell’area metropolitana catanese, perdendo quei requisiti di competitività , di innovazione e di professionalità , innescando un irreversibile processo di desertificazione di risorse umane. Per le suddette ragioni è importante denunciare tale atteggiamento arrogante che pregiudica le pari opportunità dei territori e dei cittadini rispetto ad un bene essenziale e prezioso come la salute. Pertanto bisogna rivisitare urgentemente l’attribuzione dei posti letto pubblici, non conteggiando territorialmente la struttura privata dell’Oasi di Troina e rimodulando i bacini sanitari regionali con l’ipotesi di creare tre bacini delle aree metropolitane (Catania,Messina e Palermo) e ulteriori tre bacini riguardanti le aree restanti con i seguenti accoppiamenti Enna e Caltanissetta (470.000 abitanti), Trapani ed Agrigento, Siracusa e Ragusa. All’interno dei suddetti bacini si otterrebbe una piena autonomia e autosufficienza tale da garantire la qualità dei servizi essenziali in tutte le branche sanitarie valorizzando di fatto le potenzialità di ricerca, prevenzione e assistenza necessaria alle comunità il cui profilo non può essere al di sotto degli standard nazionali ed europei e quindi garantendo civiltà e progressoâ€. (fonte vivienna)