4 APRILE ’49 – NASCEVA LA NATO Il nostro collaboratore Mirko Crocoli, responsabile della rubrica “IL PERSONAGGIO”, in occasione del 60° dei trattati di Roma, ha voluto regalarci questo servizio sulla NATO,

che riteniamo sia di grande attinenza con l’argomento del giorno. E’ la NATO infatti la prima aggregazione di stati che nasce, anche se come strumento difensivo e non di integrazione, ma pur sempre uno strumento pensato per difendere da nuove guerre, da mire espansionistiche. Per fare di bilanciamento all’altro blocco in cui era diviso il mondo, blocco che in seguito prese il nome di PATTO DI VARSAVIA.

Cecco perché riteniamo attinente oggi l’argomento NATO, perché ci ricorda che l’Unione Europea che nasce come strumento di integrazione, ha tra i suoi compiti anche quello di una difesa comune e di evitare qualsiasi guerra tra popoli, che debbono apprendere l’arte di stare pacificamente assieme. (SA)

La paura del diffondersi delle ideologie comuniste è stata la leva che ha spinto l’occidente ad unirsi in un “sol uomo”

 

Il blocco terreste di Berlino del 1948 ad opera delle armate Sovietiche e il timore della “contaminazione” delle ideologie comuniste in occidente sono state le basi, il preludio, l’antefatto, per la nascita dell’alleanza Atlantica; la NATO, tecnicamente North Atlantic Treaty Organization (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord).

Truman aveva le idee chiare, quelli che un tempo erano stati “amici” e partner solidali durante il sec

ondo conflitto, stavano man mano diventando una minaccia, un pericolo reale, sia materiale che ideologico. 

In milioni i caduti angloamericani nelle terre del vecchio continente ed imminenti gli aiuti tramutati in miliardi di dollari pronti a partire dal Congresso verso i Paesi in macerie dell’Europa liberata. Stati Uniti e URSS si sono incontrati a Berlino durante la fine delle ostilità e, dopo una rapida stretta di mano, i rapporti diplomatici, in pochissimo tempo si sono lentamente deteriorati. C’era necessità di unire le forze in campo, militari, governative e soprattutto difensive.

Il Patto firmato a Washington DC, il 4 aprile del 1949, questo ha sancito, unitamente ai 12 Paesi fondatori: Usa, Canada, Belgio, Francia, Italia, Regno Unito, Danimarca, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi e Portogallo. Un “sol uomo” dunque per diverse cause: il controllo del territorio occidentale, lo scongiurare un eventuale attecchimento dei venti “marxisti” nei paesi Nato e il coalizzare l’intero Patto, con l’intento di dimostrare con fermezza a Mosca l’inossidabilità delle nazioni sotto l’egida USA-GB. Poco dopo, il Cremlino, pensa bene di emulare i “colleghi” d’oltre cortina e così, nel maggio del ’55, presso la città di Varsavia, unisce, in un trattato di amicizia e mutuo soccorso, gran parte dei territori confinanti, dalla Polonia alla Cecoslovacchia, passando per Bulgaria e Ungheria. Tanta di acqua ne è passata sotto i ponti durante tutto il periodo della Guerra fredda e un’infinità le vicende accadute dall’una come dall’altra parte. Due grandi gruppi; l’occidente filo-americano e l’oriente filo-sovietico, divisi da un lungo muro nel cuore della Germania, essa stessa spaccata dalle maniacali visioni dei vari leader che, di volta in volta, si sono susseguiti fino agli anni Novanta. Spionaggio, epurazioni, uccisioni di massa, persecuzioni e testate nucleari pronte all’utilizzo.

Gli Euromissili erano l’incubo di quegli anni, così come le famigerate bombe H o gli ICBM - i balistici intercontinentali - gli MRBM - i medio raggio – e tutta una serie di illimitati armamenti codificati ad hoc. E’ il famoso “nome in codice Nato”. A tutto ciò che è potenzialmente offensivo gli viene coniato un “nomignolo” top secret; caccia, sottomarini, attrezzature terresti, marittime e postazioni militari. Aria – aria, aria – superficie, anticarro, terra – aria; ad esempio per l’R36M (Russo) gli affibbiano la denominazione di SS-18 “SATANA”, all’RT21 quella di SS-20  “Spada” o al 9M714 il buffo SS-23 “Ragno”. A questo, il “l’Alleanza”, aggiunge naturalmente il linguaggio, e quindi ecco che nasce l’alfabeto fonetico NATO: Alfa, bravo, charlie, delta, echo, foxtrot, golf, hotel…e cosi’ via fino alla Z di zulu.

Sembra di vivere dentro ad un film di spionaggio alla 007, tra il diabolico e il fantasioso, peccato però che di finzione, in quel delicatissimo periodo, ce n’è stata ben poca. Tutt’ora non è che le cose stiano andando meglio a livello internazionale, ma di certo nulla a che vedere con gli attriti scaturiti per la Crisi di Cuba, il Vietnam o nei primi Ottanta, tra Ronald Reagan e Leonid Breznev. Tra pochi giorni la NATO compie 68 anni, è una bella signora di mezza età, a cui si sono aggiunti nel corso del tempo altri 16 “figlioli” Stati membri, quasi tutti ex “Varsavia”, per un totale complessivo attuale di 28. Tanti auguri dunque caro “Patto Atlantico” e lunga vita, con la speranza che il tuo costante “vegliare” su di noi ci faccia vivere un pochino più tranquilli.  (Mirko Crocoli)