Il 30 giugno 1799 si concludeva, in maniera tragica, la vita terrena del principe Francesco Caracciolo, già ammiraglio della regia marina borbonica e animatore di quella rivoluzione napoletana che il precedente 3 gennaio aveva scacciato i Borbone da Napoli. Caracciolo, in violazione dell’accordo firmato dal cardinale Fabrizio Ruffo,
capo della rivolta sanfedista, che prevedeva in cambio della resa l’amnistia per i rivoluzionari, dopo un processo farsa celebrato sul Foudroyant ammiraglia della flotta inglese, veniva su ordine dello stesso Horatio Nelson, impiccato all’albero maestro della Minerva, nave da guerra orgoglio della marina borbonica. Sul motivo di tanto odio e accanimento nei confronti di Caracciolo molto influì lady Hamilton, amante di Nelson e favorita della regina Maria Carolina, ma di questo parleremo in altra occasione qui, invece, scriviamo in breve dell’eccezionale atto di liberalità di cui fu destinatario proprio l’ammiraglio inglese. Il 10 dicembre di quello stesso fatidico anno in cui si era reinsediato dopo avere scacciato il cardinale Ruffo che lo invitava alla moderazione, Ferdinando IV di Napoli firmava un decreto col quale donava a Nelson l’università di Bronte e l’abazia di “Nostra Signora”: un territorio esteso quasi 14.000 ettari. La generosa concessione, faceva di Horatio Nelson non solo uno dei più ricchi e potenti feudatari di Sicilia, ma con l’elevazione dello stesso feudo a ducato, il primo “Duca di Bronte”. Ma ancora, con quell’atto anacronistico, al nuovo titolare delle terre di Bronte e Maniace, veniva integralmente concesso il privilegio feudale del “merum et mixtum imperium acjusgladii in incolas” in questo modo riassoggettando Bronte a quei vincoli dai quali si era affrancata quasi due secoli prima, cioè nel 1618. Quella donazione si può dire che costituì un passo indietro rispetto al corso della storia siciliana ma anche una contraddizione per un uomo, come Nelson, che accettava senza imbarazzo un privilegio che, nella sua Inghilterra, veniva considerato reperto arcaico che lui e i suoi discendenti conservarono con gelosia. E proprio in questo senso da ricordare è che, quando venne approvata la Costituzione del 1812 con la quale veniva cancellato il sistema feudale, i discendenti di Nelson, gli Hood di Bridport – miei lontanissimi parenti – resistettero in modo clamoroso alle richieste, avanzate dai cittadini, di reintegrazione di quei diritti che il decreto di Ferdinando aveva cancellato. Inoltre, proprio in quella donazione, che creò malumori e lamentazioni, sono da ricercare le cause di quella jaqueri e che sarebbe sfociata nella famosa rivolta repressa nel sangue dal braccio destro di Garibaldi, cioè Nino Bixio. Costituita dopo un atto ignominioso, l’impiccagione di Caracciolo, la Ducea entrava dunque nel periodo unitario con un altro atto ignominioso. La “Ducea” l simbolo di un passato doloroso sarebbe stata cancellata, nonostante la resistenza dei proprietari, dopo la riforma agraria con l’esproprio delle proprietà Nelson-Bridport, negli anni cinquanta del secolo scorso. (Pasquale Hamel)