ITALO CALVINO E I SUOI SCRITTI PIÙ CELEBRI
A Scuola 0 Italo Calvino è uno dei maggiori, se non il maggior narratore del secondo Novecento italiano. Nel corso di un’attività durata quarant’anni, infatti, l’autore ha raccontato e immaginato un’infinità di mondi possibili attraversando, senza lasciarsi ingabbiare da nessuna,
le principali tendenze letterarie del tempo. La sua è un’eredità sorprendentemente vivace, fatta di romanzi, saggi e racconti che spaziano dal fantastico al realistico, dalla fiaba alla scienza, riflettendo la storia, la politica, il senso della scrittura e, più in generale, tutto ciò che può definirsi materia umana. Nato nel 1923 a Santiago de Las Vegas, nell’isola di Cuba, Italo Calvino si trasferì ben presto in Italia dove visse un’adolescenza immersa nello scenario della Seconda Guerra Mondiale. Entrò nella Resistenza e, nel dopoguerra, militò nel PCI. Laureatosi in lettere nel 1947, conobbe personalità di spicco come Vittorini e Pavese, e pubblicò il suo primo romanzo: Il sentiero dei nidi di ragno, di stampo neorealista. Fondamentale per lo sviluppo del suo pensiero fu il trasferimento a Parigi, nel 1967: qui entrò in contatto con la cultura francese e si avvicinò al gruppo dell’Oulipo, grazie al quale si appassionò alla letteratura combinatoria (di cui un importante testimonianza è il romanzo Le città invisibili). Morì la notte tra il 18 e il 19 settembre 1985, a Siena. Come altri contemporanei del tempo, Calvino partecipa a quel rinnovamento linguistico e tematico noto come Neorealismo e scaturito dall’urgenza di raccontare, con lo spirito della testimonianza, il passaggio traumatico dal fascismo alla repubblica. Pure, Calvino prende parte al fenomeno con un tocco personalissimo, che dà spazio alla dura realtà, senza rinunciare alla fantasia. Lo fa, in particolare, con due opere: Il sentiero dei nidi di ragno (1947) e Ultimo viene il corvo (1949). “Il sentiero dei nidi di ragno” è il primo romanzo dell’autore pubblicato nel 1947 e ambientato in Liguria negli anni della seconda guerra mondiale e della resistenza partigiana. Il libro racconta la storia di un ragazzino di circa 10 anni chiamato Pin, orfano e con una reputazione pessima, e delle sue avventure al tempo della lotta partigiana. Il ragazzo si trova spesso nei guai: spesso si scontra con la sorella che accusa di avere relazioni con il nemico, il soldato tedesco, e viene messo in prigione con l’accusa di aver rubato una pistola. Dopo essere evaso dal carcere si rifugia in un luogo segreto che ha delle connotazioni quasi magiche: si tratta di un sentiero in cui i ragni fanno il loro nido. Ultimo viene il corvo, del 1949, è una raccolta di racconti già pubblicati in rivista a partire dal 1946. Il tema dominante è ancora la guerra e la Resistenza. Esso segue lo schema della fabula, cioè non ci sono flashback ma è raccontato in ordine cronologico. Nel racconto vi sono numerosi sommari e pause ma la forma della durata usata maggiormente è la scena. Il protagonista del racconto è un giovane di cui non viene specificata l’età, di lui non si hanno molte informazioni sull’aspetto fisico, si sa solamente che ha la faccia “a mela rossa e bianca”. Il ragazzo appare come non umano, privo di sentimenti, che non capisce l’importanza della vita umana e che prende tutto come un gioco. Il suo antagonista è un soldato tedesco sul quale non si hanno informazioni. Gli aiutanti del protagonista sono i partigiani che prendono parte alla guerra al suo fianco invece i tedeschi sono gli aiutanti del soldato. I personaggi ci vengono presentati tramite indizi, il protagonista è un personaggio statico poiché mantiene per tutta la durata del racconto lo stesso atteggiamento e le stesse idee, invece il soldato tedesco può essere definito un personaggio dinamico, poichè alla fine rinuncia alla sua vita e partecipa al gioco del ragazzo. La storia viene presentata sempre da un narratore esterno che non inserisce mai la proprio opinione, la focalizzazione è mista: infatti inizialmente è esterna, poi interna secondo il punto di vista del giovane montagnolo e infine interna secondo il soldato tedesco. (FONTE: Allora!)