“Partono i Bastimenti”. E’ questo il titolo della mostra, curata da Francesco Nicotra, che sarà aperta al pubblico dal 16 aprile al 16 maggio, nella Sala Gialla del Teatro Politeama di Palermo. Una mostra, dedicata alla emigrazione italiana nelle Americhe, quel ”grande esodo” definito dagli studiosi il più rilevante movimento migratorio della storia del mondo. La rassegna, già allestita con successo a Napoli, Cosenza, Bari e, in edizione ridotta, presso il Ministero degli Esteri, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo, ospitata dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, organizzata da Civita Sicilia. Curatore della rassegna è Francesco Nicotra, direttore dei Progetti Speciali Niaf (National Italian American Foundation), ente che ha dato il suo patrocinio alla iniziativa. Il suggestivo racconto della storia dell’emigrazione nelle Americhe passa attraverso un percorso di foto e altre immagini, che vanno dalla partenza di folle di disperati sulle ”carrette del mare” di fine ‘800, fino ai successi raggiunti in tutti i campi, soprattutto negli Stati Uniti, dai discendenti dei nostri emigrati. Una storia che si snoda in parte attraverso i periodi più difficili del ‘900, come le due guerre mondiali, il fascismo e la grande crisi economica degli anni ’30, che vide milioni di emigrati italiani in lotta a fianco degli altri lavoratori americani. Correda il percorso espositivo una ricca raccolta di documenti e oggetti originali: modelli in scala di navi storiche dell’emigrazione, passaporti di diverse epoche, biglietti e documenti di navigazione, riproduzioni di puzzle di Ellis Island, opuscoli di norme per gli emigranti, libri, giornali ed oggetti delle Little Italy, insegne ed etichette di prodotti italiani degli anni ’20 (pasta e pomodori). E poi lettere e foto rare, quadri ad acquarello e ad olio di famosi transatlantici, poster delle compagnie di navigazione, orari di arrivi e partenze, valigie e bauli contenenti oggetti tipici degli emigranti, dai corredi agli strumenti musicali, dai libretti da messa al quadro del santo protettore del paese di origine. In mostra anche una ricca collezione di ”copielle”, i piccoli spartiti originali di canzoni, quasi tutte in dialetto napoletano e siciliano, in voga nella Little Italy dei primi decenni del secolo scorso, così come bellissimi spartiti originali di tango realizzati da autori italiani, emigrati o discendenti di emigrati: nelle loro composizioni cantarono la vita di tutti i giorni nel nuovo mondo, passioni, illusioni e delusioni, ma anche la nostalgia per la Patria perduta. E ancora: per la prima volta in una rassegna del genere viene dedicato un focus a una categoria particolare di ”emigranti” ovvero le migliaia di soldati dello sconfitto esercito borbonico che nel 1861, da Napoli, furono imbarcati per New Orleans con la prospettiva di essere arruolati nell’esercito degli stati secessionisti del Sud, nella guerra civile americana. Un paginA davvero poco conosciuta della storia italiana. La ricordiamo perché è certo che diversi superstiti di quel conflitto immane scelsero di restare in America e possono considerarsi tra i primi italo americani. “La mostra, da me fortemente voluta e sostenuta fin dal suo esordio a Napoli più di due anni fa, approda finalmente a Palermo, mia adorata città natale, che è stata sensibilmente interessata dal fenomeno dell’emigrazione allora, così come oggi lo è da quello massiccio e spesso drammatico dell’immigrazione”, sottolinea Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo. “La Sicilia è stata l’ultima regione italiana a partecipare al grande esodo migratorio di fine ‘800, ma è attualmente la regione che conta più emigrati all’estero. È un dato significativo che va non solo ricordato ma anche valorizzato, in quanto ha costituito la premessa di una grande crescita culturale per le nostre genti che oggi, a buon titolo, possono dire che l’Italia, anche per merito loro, è presente nel mondo”. (fonte: siciliainformazioni)