GUALDO TADINO – La premiazione dei vincitori della 9° Edizione del Premio Pietro Conti “scrivere le migrazioni” si è tenuta nell’ambito dei lavori del Consiglio Regionale dell’Emigrazione umbra nel mondo,
nella tarda mattinata del 8 maggio. Erano presenti Francesco Berrettini, Catia Monacelli, Mauro Pianesi, Alberto Sorbini, per la Giuria e Rodolfo Ricci della segreteria del Premio Conti. Ha presieduto la manifestazione, Anna Ascani, direttrice dell’Assessorato competente.
Durante la cerimonia è stata brevemente ripercorsa la storia del Premio e sono stati illustrati i dati di partecipazione della 9° Edizione che hanno visto candidati da numerose città italiane e da numerosi paesi esteri.
Successivamente sono stati proclamati e presentati i vincitori:
per la sezione Narrativa e Memorialistica,
Ines Desideri (1° Premio), per il racconto “La Ragazza senza hijab” e Anna Maria Di Biase (2° Premio), per il racconto “Volevo andare in Canada. Dora nel paese dei canguri”.
per la sezione Studi e Ricerche,
Annalisa Zanin (1° Premio), per la ricerca su “Il diritto alla salute degli immigrati in Italia, tra legislazione statale, autonomie locali e prassi applicative”, e Francesco Della Puppa (2° Premio), per la ricerca su “Immigrati in Italia, cittadini in Europa. Cittadinanza e mobilità migratoria delle famiglie italiane di origine bangladese”.
Era presente anche Sandra Cirri, segnalata dalla Giuria per la ricerca “I rumors sulla comunità cinese di Prato fra realtà ed immaginazione”.
Successivamente Alberto Sorbini ha presentato il libro che raccoglie i racconti e gli studi vincitori e segnalati dalla giuria, tutti, secondo la sottolineatura della giuria, di particolare valore e qualità, come, peraltro, anche molti elaborati che non sono rientrati nella selezione di quest’anno.
Di seguito, le motivazioni della Giuria per l’attribuzione dei premi ai vincitori:
Sezione Narrativa e Memorialistica
Primo classificato
La ragazza senza hijab (di Ines Desideri)
“Il racconto dà voce e presenza a due generazioni di donne, madre e figlia, distinte e unite da una catena di traumi, vissuti e gestiti con autonomia e fermezza, che hanno origine in un contesto di migrazione. Da una parte la nostalgia provocata dell’abbandono, dall’altra l’impossibilità di un ricordo di radicazione. Gli sguardi e i gesti, semplici e quotidiani, diventano strumenti di cura e sollecitudine, attenzione, affetto. Nel piccolo microcosmo domestico, minacciato da un marito e padre alcolista, è vissuto e rappresentato simbolicamente il dramma del perdersi e mutarsi delle identità culturali. La ragazza senza hijab si è imposto all’attenzione unanime della Giuria, che in esso ha ravvisato una preziosa modalità narrativa, capace di creare contrappunti ideologici e sensoriali.”
Secondo classificato
Volevo andare in Canada. Dora nella terra dei Canguri (di Anna Maria Di Biase)
“Tenendo tesi ed evidenti i fili della lontananza e del distacco dalla propria terra, Volevo andare in Canada: Dora nella terra dei Canguriha saputo con concretezza, semplicità e precisione testimoniare l’esperienza della migrazione e del lavoro. La ottuagenaria narratrice col racconto in prima persona della propria vicenda, che la porta dall’Abruzzo in Australia negli anni del secondo dopoguerra, riesce a miscelare i toni delle emozioni private con un lucido sguardo sulle realtà storiche materiali, sociali e politiche. Ne nasce un epos non celebrativo e non eroico, compassatamente ironico, mediato da una voce calorosa e colorata, forte di una presenza caparbia del particolare che accentua l’esemplarità della storia.”
Sezione Studi e ricerche
Primo classificato
Saggio : Il diritto alla salute degli immigrati in Italia, tra legislazione statale, autonomie locali e prassi applicative” (di Annalisa Zanin)
“Il premio è stato assegnato per aver trattato un tema estremamente rilevante e di grande attualità. Si tratta di una ricerca approfondita e ben documentata che lascia anche trasparire la passione civile dell’autrice.”
Secondo classificato
Saggio: “Immigrati in Italia. Cittadini in Europa. Cittadinanza e mobilità migratoria delle famiglie italiane di origine bangladese” (di Francesco Della Puppa)
“Il premio è stato assegnato per aver trattato un interessante case history riguardante l’importante comunità bangladese di Alto Ceccato, piccolo centro di 7.000 abitanti in provincia di Vicenza, che fa parte di uno dei distretti conciari più importanti del mondo.”(Emigrazione Notizie/Inform)