NEL NOME DI… GLADIO
(da destra: Gemma Favia giornalista e conduttrice Rai, l’autore, il Gen. Paolo Inzerilli già Comandante di Gladio e Capo di Stato Maggiore del Sismi e Stefano Caporossi 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”)
L’estate culturale parte all’insegna di Gladio, la struttura segreta facente parte della 7° divisione del Sismi (il nostro precedente Servizio segreto militare) che ha operato per quarant’anni nell’arco di quasi tutta la Prima Repubblica. Le novità sono molte in questa pubblicazione, se non fosse anche per l’intenso faccia a faccia tra l’ex Comandante in capo e l’autore che, nel finale, arricchisce di grande interesse l’intero saggio. 400 pagine di cronistoria dettagliata per poi dar spazio ad alcune testimonianze molto sentite e particolarmente attente.
Toni Capuozzo, il noto conduttore Mediaset, si slancia in una frase in quarta di copertina altamente significativa: “Questo è qualcosa di più di un’accademica ricerca storica: è un lavoro “spregiudicato”, che si attiene ai fatti e rimette in ordine contesti, ruoli, scelte, motivazioni di tante persone, e di un’organizzazione, Gladio. Con un solo “difetto”, anagrafico: arriva troppo tardi per restituire un po’ di verità e di onore a molti di loro.”
La pugliese Gemma Favia ha curato l’introduzione, Gian Marco Chiocci, direttore de “Il Tempo” la prefazione, mentre all’interno ci sono capitoli con interventi ed interviste a personaggi che la nostra storia recente (Gladio compresa) non solo l’hanno solo vissuta in prima persona ma anche in prima linea. Tanto per citarne uno, il Generale dei CC Antonio Federico Cornacchia, che nei 55 giorni del sequestro Moro era a capo del reparto operativo della capitale. Interessante anche l’intervento del piemontese Giorgio Mathieu, uno dei pochi “capo-rete Gladio” che era attivo insieme alla consorte e la signorina Silvia Urbani, colei che ha spiegato e raccontato nel dettaglio i “bizzarri” e “scrupolosi” rapporti personali tra l’autore e l’ex Capo di Stato Maggiore del Sismi. Nel finale, un “Col Moschin” tramite il suo breve intervento ha analizzato con enfasi l’intero “quadro” facendo un azzardato ma avvincente parallelismo tra la “vecchia scuola” e l’Italia di oggi. Lo storico triestino Franco Tauceri e un anonimo “personaggio” orbitante nel complesso emisfero dell’Intelligence nostrana chiudono un cerchio a dir poco emozionante e di grande respiro storico.
Nel 1990, l’anno dei mondiali italiani di Toto’ Schillaci, Giulio Andreotti (all’epoca Premier) decise di svelare il segreto NATO di fronte al parlamento donando, anzi, sarebbe meglio dire, servendo su un piatto d’argento, all’opinione pubblico un “succulento” boccone poi divenuto vero e proprio scandalo che ha coinvolto e travolto gran parte del comparto dei nostri Servizi segreti.
Per fare maggiore chiarezza e dare una logica definitiva a questa incredibile vicenda la ricca pubblicazione riporta, in vari punti, parti e spezzoni della Commissione Stragi, della relazione del “divo” Giulio, del documento segreto dello Stato Maggiore della Difesa datato 1959, del Sifar, del Copaco e di altro materiale ora desecretata ma che entra a pieno titolo nell’Operazione Gladio.
Non mancano i sospetti e le accuse ma ovviamente Inzerilli si è speso molto per demolire ogni macchia che ha sporcato i vertici militari, l’intelligence tutta, i 622 gladiatori civili e l’organizzazione voluta fortemente dagli alleati in chiara e concreta chiave antisovietica e non anticomunista. Erano le Stay-behind nets, gruppi espertissimi ed addestratissimi di cui tanto si è parlato e che oggi, con questo libro, tornano prepotentemente alla ribalta ….con la speranza che luce venga finalmente fatta!
Gli incontri e le presentazioni proseguiranno oltre che a Roma anche in Puglia, in Piemonte, in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia.