(Salvatore Augello)

Che dopo il voto si rendesse necessario fare una approfondita analisi degli scenari politici che si erano venuti a determinare in America Latina, è fuori discussione. La facemmo allora, giungendo a delle conclusioni che abbiamo cercato di fare conoscere. Oggi, alla luce delle novità che si sono verificate e che si stanno verificando specialmente in Argentina, tale analisi non è più sufficiente e necessita un approfondito aggiornamento. Tale esigenza, scaturisce sia da una nota del Prof. Ignazio Saenz Purello, membro dell’Ufficio di Presidenza dell’USEF ed ora anche componente e del COMITES di Rosario, sia dalla risposta alla nota, proveniente da Andrea Lanzi dirigente del Patronato INCA di Rio De Janeiro (Brasile) che ripiglia la riflessione di Saenz, riflessione che abbiamo tradotto e pubblichiamo su questo sito a fianco del presente articolo e che faremo arrivare anche a tutti quelli che possono essere interessati. Di questa riflessione, oggi vogliamo parlare perché riteniamo importante gli interrogativi che essa si pone e pone a tutti noi, sia come rappresentanti del movimento associativo, sia come appartenenti all’area del centro sinistra. Se per quanto riguarda la parte relativa al centro sinistra ed al PD, non possiamo e non vogliamo rispondere, perché è giusto che lo faccia chi di dovere, vogliamo invece fare un primo approfondimento per quanto attiene il movimento associativo, che deve districarsi in mezzo alle anomalie di una situazione come quella argentina e dei nuovi scenari che si sono aperti e si vanno allargando sul territorio. Ma vediamo intanto quali e quanti sono gli attori di questa costellazione associativa. Alla presenza di una enorme quantità di associazioni di antica e recente costituzione, oggi si affiancano delle strutture che vorrebbero cercare di unire il movimento, piegandolo ad esigenze che non sono certo quelle dell’associazionismo, anzi, spesso sconfinano in interessi del tutto strumentali e vengono utilizzati a scopo meramente elettoralistico. Questa ultima specie, data da quando il voto all’estero è diventato realtà ed occorre crearsi una base politica di partenza. Nascono quindi le federazioni, le confederazioni, i movimenti, che cercano di aggregare le tanti associazioni che esistono e che sono nate a a base assistenziale, o a base campanilistica, o a base regionalistica. Oggi, sul territorio argentino, a Buenos Aires esiste la FEDITALIA, la federazione delle associazioni italiane, che fa capo a Pallaro ex senatore della repubblica, che quando è stato eletto, assieme a Riccardo Merlo, lo fu sotto l’insegna delle Associazioni Italiane del Sud America (AISA). In questa seconda tornata elettorale, fa la sua comparsa il MAIE (movimento associazioni italiani emigrati) che fa capo a Merlo, divisosi da Pallaro ed a Mirella Giai esule dell’INCA e del PD. Si Presenta Pintabona per il PDL, puntando su FESISUR di cui è presidente e su FEDIME E FERESI che pensa di controllare. In tutta questa confusione, si inseriscono le liste di partito: UDC, PDL, PD, per citare solo i più grossi. L’USEF ha cercato di fare la sua parte, in mezzo a qualche divisione ed in mezzo a difficoltà organizzative che si erano accumulate nel tempo e che dobbiamo risolvere. Questo stato di cose, che ha anche portato alla rottura con gente che fino al giorno prima veniva considerata alleata o appartenenti alla stessa organizzazione, ci ha indebolito e ci pone oggi di fronte alla domanda fatta da Saenz. “Come ci dobbiamo comportare con tanti ex che ora si trovano in altre organizzazioni”? Il riferimento è al MAIE ed a quelli che sono passati da quella parte. Su questo terreno, non vorremmo lasciare adito a dubbi o margini per interpretazioni di comodo. Rispondo per la parte che ci riguarda come USEF e dico con estrema chiarezza due cose: la prima è che noi siamo alternativi al MAIE e non possiamo certo spersonalizzarci per venire inglobati in esso o in altro movimento. Come USEF andremo avanti secondo il nostro statuto, cercando di portare avanti la nostra politica così come fino ad ora abbiano fatto. La seconda è che solo dopo avere accertato l’affidabilità potremo, ripeto potremo, addivenire ad eventuali collaborazioni su temi specifici, in piena autonomia e senza compromissione di immagine ed identità. Questo vale per eventuali battaglie politiche da portare avanti sul territorio. Potrebbe valere anche per la elezione dei COMITES, qualora se ne ravvisassero le dovute garanzie, altrimenti siamo pronti ad andare da soli o a sviluppare una diversa politica di alleanze, che verrà esaminata sul posto con tutti i nostri dirigenti. Per quanto riguarda il PD, spero che finisca i tentennamenti e le indecisioni e pigli le giuste decisioni che potranno scaturire da un’attenta analisi del voto, che a mio avviso ancora non è stata fatta. Un’altra cosa è certa e sarà oggetto dei nostri pensieri fino a trovare la soluzione adatta. L’USEF non può andare avanti in maniera estemporanea, esaurendosi in zone che sono state di forza, ma abbiamo bisogno di ripigliare un’attività costante e visibile sul territorio, in modo da evidenziare la nostra presenza in mezzo alle comunità. Ne abbiamo le forze, ne abbiamo le capacità, disponiamo del patrimonio umano necessario. Si tratta solo di saperlo adeguatamente utilizzare, cercando di pervenire ad una unità di intendi che deve metterci in condizione di sviluppare tutte le nostre potenzialità e di giocare al meglio il ruolo che ci compete nel variegato e complesso mondo dell’associazionismo presente in America Latina ed in particolare in Argentina.