(SA) - UNIVERSITA’ SENZA ETA’: PRIMO INCONTRO SULL’EMIGRAZIONE

Parlare di emigrazione tracciandone per sommi capi la storia ed i fatti più rilevanti. Con questo obiettivo, l’Università Senza Età di Serradifalco ha organizzato due incontri con il segretario generale dell’USEF per parlare di un dramma

che viene da lontano e che ancora non accenna a porre la parola fine. Le notizie che arrivano in questi ultimi tempi continuano a descrivere il progressivo spopolamenti di comuni e città, abbandonate dalle giovani generazioni che scappano in cerca di un lavoro e di un tenore di vita dignitoso. Peer parlare di questo, questa sera, il segretario generale dell’USEF si è portato presso il palazzo Mifsud dove si tengono gli incontri. Davanti ad una sala piena di persona anziane, è iniziata la chiacchierata sull’emigrazione vista dal punto di vista storico, una lunga cavalcata che parte dalla fine dell’ottocento con le prime grandi ondate di emigrazione, per arrivare alla secondo ondata del dopo seconda guerra mondiale e fino al 1945. Un lungo escursus che ha messo a nudo la via crucis vissuta da milioni di italiani che hanno scelto prima la via delle Americhe, poi quella dell’Europa ma anche quella della Svizzera che merita un capitolo a parte per la sua particolarità. Quello che risalta subito all’attenzione dei presenti, è la similitudine tra le cose che si dicevano degli italiani nel lontano fine 1800, con quello che si dice ora a proposito degli immigrati che tra stenti e pericoli che spesso determinano anche la morte, arrivano in Italia. La differenza tra come si esprimeva allora l’addetto all’immigrazione del Congresso Americano e come continua ad esprimersi Salvini non è molto, anzi è fin troppo simile. Questo deve fare davvero riflettere ed arrivare alla conclusione, che l’emigrazione nata con l’uomo non racconta mai nula di nuovo ed è sempre un ripetersi di vicende già viste migliaia di volte ed a latitudine diverse, ma sempre uguali o quasi. Interessante anche l’interventi di alcuni dei presenti, che l’esperienza dell’emigrazione l’hanno vissuta direttamente o per sentito dire, poiché da queste parti non esiste famiglia che non abbia un partente all’estero o non abbia trascorso lui stesso un periodo in emigrazione. Quello che viene ribadito da tutti, riprendendo quanto detto dal segretario generale, è che occorre parlare di questi fatti, di questa storia, per capire cosa succede nel mondo, cosa è successo da due secoli fa in avanti da milioni di Italiani, si calcola oltre trenta milioni, quello che i nostri giovani stanno vivendo ora e quello che affrontano gli immigrati che arrivano in Italia ed in Europa, fuggendo da continua guerre, da regimi repressivi, dalla fame che attanaglia la maggioranza di popoli potenziamenti abitanti di paesi ricchi, dove la ricchezza è solo nelle mani di pochi. Alla fine della interessante conversazione l’oratore ha dato appuntamento alla settimana prossima, quando verrà affrontata l’emigrazione dal punto di vista della legislazione esistente e delle cause che l’anno determinata. (Salvatore Augello)