SPECIALE 50° USEF
Sono grata per questa opportunità di dare un riconoscimento a coloro che sono stati per la maggior parte del cammino con la comunità siciliana in Cile. Tuttavia, devo ammettere che non sarà un compito facile onorare il lavoro svolto in tutta la sua ampiezza.
La maggior parte è scomparsa tra morti e controversie, ma cercherò di rendere giustizia. Intorno all'anno 1988, ho sentito per la prima volta questo nome: USEF. L'ho sentito da mio padre, Amedeo Castello, che ho sempre sostenuto nelle sue crociate. Emozionato, con un luccichio negli occhi, mi ha raccontato di questa meravigliosa entità che ha unito i siciliani sparsi per il mondo, li ha sostenuti, li ha avvicinati alla loro patria in vari modi. Da tempo, anche in Cile, conosceva un gruppetto di siciliani che si incontravano con una certa regolarità per mantenere le agognate usanze della loro isola. Propone loro di formare quella che sarebbe l'ASSIC (Associazione Siciliana del Cile), che da quelle date inizierà a collaborare con l'USEF. ASSIC inizia a configurarsi e strutturarsi come un'associazione non solo di carattere sociale, ma anche con contributi culturali, formazione, orientamento e solide ricerche informative finalizzate a supportare alcune procedure legate alla cittadinanza italiana. L’USEF ha partecipato attivamente a tutto questo lavoro, contribuendo con tutte le sue risorse e conoscenze. Nel 1990 per la prima volta un gruppo di bambini (tra i 6 e i 16 anni) è stato portato a vedere la terra dei loro antenati. L’USEF ha ottenuto i finanziamenti dalla Regione Siciliana e da quel momento in poi, e quasi ininterrottamente, ha altri gruppi ogni anno, sono andati in Sicilia per le colonie estive ed i campeggi, fino all'anno 2004, quando la Regione ha cominciato a ridurre i fondi fino ad azzerarli. Ha fatto la felicità di tanti siciliani che non avevano più né la speranza né la possibilità di rivedere la propria terra d’origine, ridando loro una possibilità con il turismo sociale. A quante riunioni familiari ho dovuto assistere! Quanta emozione contenuta che spesso faceva scoppiare in lacrime! Bambini che conoscevano zii con cui avevano parlato solo al telefono, anziani disposti a “rompersi letteralmente le ossa” per tornare in patria. (Lucia Liotta ha viaggiato all'età di 80 anni e nemmeno una sfortunata caduta dal letto (!) che le causò la frattura del femore, le ha diminuito la gioia di avere fatto quel viaggio). L'esperienza di questi ragazzi (oggi trentenni) viene ricordata e valorizzata nella sua giusta misura. Tutti mostrano il cambiamento positivo di direzione e l'ampiezza di visione che queste visite hanno portato alle loro vite. Alcuni sono tornati in Italia per restare, altri hanno studiato lì per una laurea e sono tornati in Cile. E siccome l'uomo non vive solo di viaggio, ASSIC, di pari passo con USEF, ha iniziato anche a sviluppare molteplici attività culturali, spesso estese ad altre regioni del paese e anche al paese transandino: assaggi gastronomici, mostre di pittura, mostre tematiche oggetti d'uso contadini tipici siciliani, presentazioni di libri di autori siciliani, canti lirici, commedie pirandelliane, spettacoli cinematografici e tanto altro, che è difficile ricordare per elencarle tutte, compresi diversi mega progetti incompiuti per mancanza di fondi, ma di grandi dimensioni ed interesse. Gruppi folcloristici cileni sono stati anche portati a partecipare a festival internazionali (in particolare il Mandorlo in Fiore di Agrigento), Turismo Sociale. Iniziative portate avanti al fine di diffondere la cultura siciliana oltre "alla propria gente" e molte altre idee rimasero in cantiere. I siciliani residenti in Cile sono stati monitorati e contattati e l'ASSIC è cresciuta, non solo in numero di soci, ma anche in prestigio. C'erano sedi ASSIC in varie città del Paese, guidate e accompagnate dalla sede di Santiago. Pubblicazioni relativamente periodiche di diversa natura sono state realizzate (non con pochi ostacoli) sulla rivista comunitaria “Presenza”, la cui redazione e gestione editoriale era in mano alla Congregazione Scalabriniana, sotto la direzione “incisiva” di Padre Giuseppe Tommasi (RIP) . Con il sostegno di USEF, noi siciliani stavamo cessando di essere i parenti poveri della colonia italiana in Cile. Siamo stati ben stimati, abbiamo potuto portare cultura di ottimo livello, intrattenimento, generare e proporre iniziative e collaborare insieme ad altre regioni che lo hanno fatto in modo sistematico. Se consideriamo questo percorso fatto in Cile dall’ USEF, possiamo avere un'idea anche parziale della missione che l’associazione si era data. Replichiamo questo impegno riferendolo a tutti i paesi in cui era presente (e continua ad esserlo). Aggiungiamo il lavoro interno, svolto da tutti i parlamentari che hanno partecipato per favorire legalmente i siciliani all'estero e non ci sono parole per misurare, o per ringraziare a sufficienza. Noi, quelli di noi che restano, seconda terza e successive generazioni, non sapremo mai tutte le vicissitudini che i nostri antenati hanno attraversato dovendo emigrare, ma quelli di noi che hanno visto i nostri genitori o nonni risorgere dalle ceneri come una fenice, in una terra straniera, abbiamo il dovere di lasciare un riconoscimento, un ricordo per le generazioni future che potranno attingere a questi ricordi, la memoria di un passato che non può essere dimenticato. Spero che tutto ciò possa servire da storia e da esempio in questo mondo globalizzato e mutevole, vertiginoso e impersonale. Molti si sono sacrificati perché oggi abbiano la vita di cui godono e l'USEF è stata un pilastro fondamentale in questo primo mezzo secolo di attività, che speriamo non sia l'ultimo. Anche se ce ne sono molti altri che lo meritano, dobbiamo ringraziare in particolare il Segretario Generale, Salvatore Augello, che dopo una vita di coscienzioso servizio alla USEF, a 82 anni di età, continua ad essere attivamente al lavoro. E all'onorevole Angelo Lauricella, Presidente, che ha saputo usare la sua posizione a beneficio di chi ne ha davvero bisogno e non può farci niente. Ad entrambi un fraterno abbraccio e la mia personale gratitudine, non solo per il lavoro svolto, ma anche per l'amicizia incondizionata verso mio padre e la mia famiglia. Giovanna castello tubet Homenaje a USEF Agradecida por esta oportunidad de dar reconocimiento a quienes estuvieron la mayor parte del camino con la colectividad siciliana en Chile. Sin embargo, debo reconocer que no será una tarea fácil honrar en su completa magnitud el trabajo realizado. Mucho de ello se ha esfumado entre muertes y disputas, pero trataré de hacer justicia. Alrededor del año 1988, escuché por primera vez este nombre: USEF. Lo escuché de mi padre, Amedeo Castello, a quien siempre secundaba en sus cruzadas. Emocionado, con brillo en sus ojos, me contaba, acerca de esta maravillosa entidad que vinculaba a los sicilianos esparcidos por el mundo, los apoyaba, los acercaba a su tierra madre de diversas formas. Desde hacía un tiempo, también en Chile él había conocido a un pequeño grupo de sicilianos que se reunían con cierta regularidad para mantener las añoradas costumbres de su isla. A ellos propuso conformar la que sería ASSIC (Associazione Siciliana del Cile), que a partir de esas fechas comenzarían a trabajar junto a la USEF. ASSIC empezó a tomar forma y estructurarse como una asociación no solo de índole social, sino que consideraba aportes culturales, formativos, orientación y búsquedas de información sólida tendiente al apoyo para algunos trámites relacionados con ciudadanía italiana. A todo este quehacer se sumó activamente USEF, aportando con todos sus recursos y conocimiento. En 1990 por primera vez, se llevó a un grupo de niños (entre 6 y 16 años) a conocer la tierra de sus ancestros. USEF logró los recursos con el Gobierno Regional Siciliano y a partir de entonces, y casi ininterrumpidamente, se llevó cada año a otros grupos, hasta el año ¿??, cuando el Gobierno Regional mermó hasta su extinsión los fondos. Se hizo la felicidad de muchos sicilianos que no tenían la esperanza de volver a ver sus tierras, llevándolos de vuelta. ¡Cuántos reencuentros familiares me tocó presenciar!, ¡Cuánta emoción contenida que explotaba frecuentemente en lágrimas! Niños que conocían a tíos con los cuales sólo habían hablado por teléfono, ancianos dispuestos a, literalmente, “romperse los huesos” con tal de volver a su terruño. (Lucía Liotta viajó a la edad de 80 años y ni una desafortunada ¡caída de la cama! que rompió su cadera, le quitó la alegría de ese viaje). La experiencia de esos niños (hoy treintañeros) es recordada y valorada en su justa medida. Todos manifiestan el positivo cambio de dirección y amplitud de visión que aportaron esas visitas a sus vidas. Algunos volvieron a Italia para quedarse, otros estudiaron allá una carrera y retornaron a Chile. Y como no solo de viajes vive el hombre, ASSIC, de la mano de USEF, comenzó a desarrollar también múltiples actividades culturales, muchas veces extendidas a otras regiones del país e incluso al país trasandino: muestras gastronómicas, exposiciones de cuadros, exposiciones temáticas de objetos de uso campesino típicos sicilianos, presentaciones de libros de autores sicilianos, canto lírico, obras de teatro pirandelliano, funciones de cine y tanto más, que es difícil recordar todo para enumerar, incluyendo varios Mega proyectos inconclusos por falta de financiamiento, pero de gran interés. También se llevó grupos folclóricos chilenos a participar en festivales internacionales (específicamente a LICATA), Turismo social, con el objeto de difundir la cultura siciliana más allá de “a su propia gente” y quizá cuanto más se queda en el tintero. Se hizo un seguimiento y contacto de los sicilianos residentes en Chile y ASSIC creció, no solo en número de socios, sino también en prestigio. Había sedes de ASSIC en varias ciudades del país, orientados y acompañados por la sede central, en Santiago. Se realizaba (no con pocos obstáculos) publicaciones de distinta índole relativamente periódicas en la revista de la colectividad, “Presenza”, cuya editorial estaba en manos de la congregación de los Scalabrinianos, bajo la dirección “incisiva” del Padre Giuseppe Tommasi (QEPD). Con el soporte de USEF, los sicilianos estábamos dejando de ser el pariente pobre de la colonia italiana en Chile. Éramos bien mirados, podíamos aportar cultura de excelente nivel, entretención, generar y proponer iniciativas y colaborar a la par de otras regiones que lo hacían sistemáticamente. Si consideramos este camino recorrido en Chile por USEF, podemos hacernos una remota idea de todo su alcance. Repliquemos esto a nivel de todos los países donde estuvo presente (y sigue estándolo). Sumemos la labor interna, realizada por todos los parlamentarios que han participado para favorecer legalmente a los sicilianos en el exterior y no hay palabras para dimensionar, ni para agradecer. Nosotros, los que quedamos, segundas terceras y posteriores generaciones, nunca sabremos todas las vicisitudes que pasaron nuestros antepasados teniendo que emigrar, pero los que vimos a nuestros padres o abuelos resurgir de las cenizas cual ave fénix, en tierra extranjera, tenemos el deber de dejar un reconocimiento y una constancia para las futuras generaciones. Que les sirva de historia y de ejemplo, en este mundo globalizado y cambiante, vertiginoso e impersonal. Muchos se han sacrificado para que hoy tengan la vida que disfrutan y la USEF ha sido un pilar fundamental en ello durante este primer quincuagenio, que esperamos no sea el último. Aunque hay muchos otros que lo merecen, debemos agradecer en particular al Secretario General, Salvatore Augello, que después de una vida sirviendo concienzudamente a USEF, a sus 80 años continúa activamente en la labor. Y al Honorable Angelo Lauricella, Presidente, quién ha sabido utilizar su posición para beneficiar a aquellos que realmente lo necesitan y no pueden hacer algo al respecto. A ambos un fraterno abrazo y mi personal agradecimiento, no solo por la labor desempeñada, también por la amistad incondicional hacia mi padre y mi familia. Giovanna Castello Tubet