Abbiamo sempre sostenuto che non è facile con la pandemia in corso organizzare iniziative a causa dei tanti impedimenti che non consentono la vita normale di un tempo. In molti casi però le difficoltà si scontrano con la testardaggine dei dirigenti dell’USEF, che cercano di rimanere attivi e di tenere unita la comunità,
magari cercando di organizzare attività conviviali per dare almeno l’illusione della normalità. Questo è quello che capita in diversi dei nostri circoli sia in America Latina che in Europa. L’iniziativa di cui oggi vogliamo dare notizia, ci arriva da La Louviere in Belgio, dove opera un importante circolo dell’USEF che da 38 anni con successo offre servizi ed iniziative di vario tipo alla comunità. Ci stiamo riferendo ad una iniziativa dedicata alle donne che sono quella parte della società che più ha sofferto il peso dell’emigrazione. E’con questo sentito, che l’USEF di La Louviere nei giorni scorsi ha proiettato il film del regista Jean-Michel Dehon “Addio Addio Amore” che ben richiama alla memoria la partenza di uomini soli in cerca di fortuna per poi, potersi riunire con la famiglia, una volta trovata la nuova sistemazione. Una storia che ci richiama tante vicende familiari, questa volta raccontate al femminile, attraverso le testimonianze delle donne che hanno vissuto quei periodi che cominciavano con il distacco del capo famiglia, con l’attesa della posta che portava notizie del caro lontano, infine la partenza per ricongiungere la famiglia, la vita nelle baracche, gli stenti i sacrifici, le difficoltà della lingua, la nostalgia del paese e degli affetti lasciati alla ricerca di costruire una nuova realtà. Ad introdurre l’argomento che ben riassume la storia dell’emigrazione degli italiani in Belgio, dove era ad attendere un duro lavoro nelle miniere di carbone che tanti morti hanno fatto e non solo quelli di Marcinelle, il regista del film che ha spiegato il perché di quel lavoro. Ad aprire la serata, le parole del dinamico presidente del circolo USEF locale Vincenzo Arnone, che, cresciuto a pane ed USEF, ha raccolto il testimone dallo zio Salvatore, che per tanti anni, assieme ad un meraviglioso comitato, ha diretto il circolo ed organizzato moltissime iniziative. Oggi, spetta al giovane Vincenzo continuare su una strada già tracciata, dare prova della dinamicità dell’associazione e della capacità, anche in tempo di crisi, di fornire servizi storico-culturali ad una comunità che da sempre segue le attività dell’USEF. A Vincenzo Arnone ed alla sua Commissione Direttiva, va il plauso dell’USEF, per la scelta fatta e per un’attività che ci richiama una storia che ci appartiene e che fa parte della storia del popolo siciliano ed italiano in genere.