Un convegno denso di contenuti, che in due giorni ha dibattuto parecchie delle problematiche emergenti inerenti i giovani, ma inerenti anche il complesso mondo dell’emigrazione. Protagonisti incontrastati i giovani, che sono intervenuti quasi tutti, a spiegare il loro punto di vista, il modo come vogliono arrivare non ad un cambio generazionale, come loro stessi hanno detto, ma ad una integrazione di generazioni in modo da mettere assieme l’esperienza degli adulti con l’entusiasmo delle ultime generazioni, che non vogliono, non possono e non debbono estraniarsi dalle associazioni.
Giovani che hanno illustrato la condizione giovanile dei loro paesi di residenza, ma che hanno voluto guardare con interesse al paese d’origine dei loro nonni, alla loro cultura, al mondo che si sono lasciati dietro le spalle, dal momento che hanno dovuto fare la scelta di emigrare. Giovani, che hanno voluto e saputo affrontare con proprietà di linguaggio e ricchezza di idee, i gravi problemi che oggi assillano il loro mondo, il mondo dell’emigrazione en tro cui si muovono, senza problemi identirari, visto che si ritrovano perfettamente a loro agio, in presenza di due culture che si integrano alla perfezione e che consentono loro di sentirsi perfettamente italiani e siciliani e perfettamente argentini o belgi, o francesi, o tedeschi e così via. Ragazzi, che oltre ad essere ricercatori di cultura, sono prima di tutto portatori di cultura, come ha ribadito nelle sue conclusioni il Segretario Generale dell’USEF Salvatore Augello. Di una cultura che deve andare ad integrare la storia del popolo siciliano e che deve essere dispensata quale patrimonio comune di un popolo che non può certo nella propria storia, dimenticare la parte importante che ha avuto il dramma dell’emigrazione. Ragazzi che hanno saputo affrontare e trattare con ricchezza di particolari e con cognizione di causa, i danni provenienti dalla politica dell’attuale governo, che tratta l’emigrazione solo in termini di tagli e che colpisce pesantemente proprio la cultura ed il suo insegnamento. Già l’attenzione con cui era stata seguita la relazione del Presidente dell’USEF, Senatore Angelo Lauricella, si capiva perfettamente il livello culturale degli intervenuti, ma anche la loro volontà di essere protagonisti in un mondo che diversamente rischia di scomparire per vecchiaia e, quindi, per esaurimento di soci. I lavori, presieduti dall’On. Luigi Vajola, hanno visto gli appassionati interventi dei giovani, ma anche quelli accorati dei meno giovani, decisi a lasciare dietro di loro un futuro per le associazioni che con tanto sacrificio hanno saputo creare, decisi ad evitare che tutto finisca con loro. Entrambe la fasce di partecipanti, entrambe la generazioni presenti, decisi in ogni caso, a continuare un lavoro che tanto utili si è rilevato fino ad ora. Si è parlato di problemi del lavoro, di problemi di insegnamento di lingua e cultura, della necessità di avere consolati più comprensivi, ma anche di dotare gli stessi di maggiori mezzi umani e finanziari, per fare fronte alle aumentate richieste della comunità emigrata in possesso di passaporto, sempre in crescita, con una comunità che continua a richiedere il riacquisto della cittadinanza. Illuminante da questo punto di vista, l’intervento del Segretario Generale del CGIE Elio Carozza, che ha affrontato nel suo intervento tutte le maggiori problematiche oggi in campo, a partire dai tentativi, nemmeno tanto velati del governo berlusconi di smantellare gli organi di rappresentanza come i COMITES ed il CGIE, che ancora oggi rappresentano due grandi conquiste democratiche del mondo dell’emigrazione, che in questo modo riesce a governare i propri problemi e riesce a dare ad essi voce e soluzioni democratiche. Oggi, con i tagli al bilancio, tutto questo viene messo in forse, i COMITES non sono messi in condizione di funzionare, agli anziani indigenti viene tagliata l’assistenza, il CGIE non viene messo in condizioni di riunirsi per aggiornare l’analisi sulle problematiche emergenti. Un intervento, che ha saputo sviscerare, non solo le attuale problematiche, ma ha saputo anche trasmettere con forza la necessità di conservare gli strumenti fino ad ora esistenti, che hanno saputo dimostrare la loro utilità e che oggi forse per questo sono nel mirino di un governo che si dimostra sempre più insensibile. Due giorni di intenso lavoro, che ha visto una ventina di interventi, compresi quelli dei rappresentati delle associazioni regionali siciliane presenti in sala, che ha visto l’intervento di parlamentari, che per bocca del Presidente del Gruppo PD all’Assemblea Regionale Siciliana On. Antonello Cracolici, si sono impegnati a portare avanti il disegno di legge in favore dei siciliani all’estero, che ridisegnala politica della regione in direzione di queste realtà . I presenti, si sono impegnati a fare della giornata dell’autonomia siciliana, il 15 maggio, una giornata di mobilitazione generale, seguendo la strada intrapresa nel 2008, quando di si è dato vita alla prima giornata dell’autonomia. Ma si sono impegnati anche a mettere in rete esperienze e competenze, in modo da essere capitalizzate da tutti diventando patrimonio comune al quale attingere per proseguire la vita e la storia delle associazioni. Si sono infine dato appuntamento all’anno prossimo, in occasione del quarantesimo anniversario della fondazione dell’USEF, anno che sarà certamente di bilanci, di analisi e di rilancio del ruolo e delle attività di una associazione, che non ha mai fatto mancare il proprio appoggio e la propria esperienza alle varie realtà associative sparse per il mondo, ma anche di aggiornamento del proprio ruolo e del proprio metodo di lavoro, che non potrà prima di tutto puntare su queste nuove speranze oggi presenti al convegno, nelle cui mani è il futuro dell’associazionismo.