(Antonina Cascio) - Mentre mi avvicinavo a Tandil, la luna e Venere, in un mare blu di stelle mi salutavano nella grande solitudine della “pampa” argentina. Al ritorno il mare era verde , di erba fresca e profumata. In questa geografía fatta di sconfinate pianure, quasi per dar ragione agli antichi che credevano che la terra fosse una superficie piatta che non finiva se non a taglio,

appaiano le Sierras de la Ventana (Serre della Finestra, che portano questo nome per un monte che ha come coronazione e monumento naturale, un gran buco di 9 per 11 metri dal quale si puó osservare il paesaggio a piú di mille metri di altezza),Tra queste serre, Tandil, nel mezzo del cordone della Tandilia, é stata sin dall’ inizio, nei lontani anni 30 del XIX secolo, il fiore all’occhiello dei padroni della pampa. Ruscelli, forestazione naturale molto simile a quella Siciliana, clima adatto per seminare il grano ma anche per cultivare la frutta, umiditá e spazio, unito alle piccole montagne e all’oceano non tanto lontano, solo a 400 km, Parliamo dell’Atlantico certamente. Un clima adatto, per fortuna, anche per miglia di emigranti italiani e tra di loro, tanti siciliani, che hanno stabilito lì la loro residenza. All’ Hotel Plaza di Tandil mi ricevono regalandomi un libro di poesie scritte in vernacolo da un poeta amante della natura ed io regalo loro una locandina del nostro Secondo Concorso Escarbando Raices che immediatamente collocano sulla vetrina. A mezzogiorno viene a trovarmi Sara Turconi, la vice del Circolo Siciliano di Tandil e con suo marito ce ne andiamo in macchina a percorrere il parco naturale Independencia” dentro il quale si trova il Castello Morisco, un lago artificiale formato da una diga e numerosi posti dove passeggiare e cavalcare, includendo il posto dove la antica e famosa “pietra pendente di Tandil” é rimasta come un simbolico ricordo dei cambiamenti della natura che si presentano a sorpresa, per fortuna in casi come questo il danno fatto non è stato tanto grave. Verso le tre, dopo avere preso un caffé, ce ne andiamo in Piazza Sicilia dove giá la gente incomincia a ragrupparsi per presenziare alla cerimonia. Una folla di oltre duecento persone, tra vicini e membri delle collettivitá italiane della zona e di zone vicine, è presente la domenica 12 settembre, alle 15.30, per inaugurare la piazza e scoprire il monumento al Dottore René Favoloro,famoso chirurgo figlio di un toscano e una siciliana, combinazione per fortuna comune tra i nostri immigrati italiani in Latinoamerica. La semplice cerimonia, durante la quale oltre al dottore Diego Blundo, presidente del Circolo Siciliano di Tandil, che ha ideato e curato il progetto , ha ringraziato le delegazioni di visitanti ed ha salutato gentilmente la mia presenza in nome dell’USEF Internazionale e come presidente della Trinacria Oggi di Mendoza e collaboratrice Stampa del parlamentare Fabio Porta, ed al sindaco di Tandil, Lunghi, che ha espresso la sua compiacenza per il lavoro fatto, hanno parlato alcuni medici che conobbero Favaloro e che hanno dato testimonianza della sua missione come medico dedicato alla ricerca e ad aiutare i piú deboli. Per finire , dopo il taglio dell’immancabile e dopo avere scoperto il monumento elaborato da municipali di Tandil ad onorem, si sentí la voce dei cori delle regioni presenti , che come all’inizio la Banda di Musica Municipale locale, hanno interpretato canzoni classiche del repertorio italiano. A concludere la cerimonia un simpatico cantante siciliano che ha interpretato alcune canzonette accompagnato dalle mani che battevano ritmicamente e dalle voci dei vicini mentre le bandiere di tutte le regioni, inclusa la siciliana, si ritiravano. La mia esperienza a Tandil continuó piú tardi alla parrocchia della cittá dove ci siamo recati per onorare un rinfresco offerto dai membri del Circolo Siciliano di Tandil e dove abbiamo avuto la possibilitá di dialogare con amici di Azul , Mar del Plata, Tandil e Puán (mancava purtroppo l’amico Pedro Giufré che non stava bene di salute), e con le signore che fanno parte dei cori italiani di Tandil. Debbo dire, ad onore di sincerità che ho potuto gustare un’ottima cena accompagnata da una lunga chiacchierata con Angelica Noemí Santillán , la quale mi accompagnó sino a mezzanotte in un ristorante vicino all’albergo e con la quale ci siamo salutate lunedì dopo il pranzo che gentilmente mi è offerto a nome di Diego Blundo, impegnato in Tribunale col suo lavoro di avvocato. Quello è stato u’occasione durante la quale abbiamo parlato di tutto e con tutta la voglia di conoscerci e condividere le opinioni, avida com’é stata lei di esperienze e di consigli sulle attivitá e sulle possibilitá che la nostra istituzione offre. Debbo dire che partire di Tandil non é stato facile, ma che nello stesso tempo l’ho fatto con la soddifazione di avere compito un lavoro se non compiuto del tutto, almeno iniziato con un entusiasmo ed un impegno reciproco.