Il Governo Lombardo quater ha suscitato stupore tra i siciliani che vivono fuori dall’Isola e che seguono con interesse gli accadimenti della Sicilia più di quanto non si creda. Chiedono che cosa sta succedendo che rende così incomprensibile la politica siciliana? Perché un quarto Governo in poco più di due anni? Quale successo può avere senza una forte base politica? In fondo, è la domanda di tutti.

Certamente, la nascita del nuovo Governo va rapportata al momento difficile che sta vivendo la Sicilia attraversata da una crisi economica senza precedenti, da tensioni occupazionali, dai problemi della scuola, dei precari, dei giovani con titolo di studio che sono costretti a lasciare la Sicilia per lavoro, dal crescente numero di famiglie in stato di bisogno. Si aggiunge, poi, la ostilità del Governo nazionale che destina al Nord i finanziamenti stanziati per le strutture del Sud, togliendo così ossigeno e spazi di alleggerimento alla disoccupazione incombente. Senza dire, delle diatribe di una classe politica distratta ed incapace che litiga su tutto. In questo scenario degradato ed in certo senso inquietante, il quarto Governo Lombardo è stato uno tsunami che ha sconvolto il mondo politico siciliano sgretolando le forze tradizionali, spaccando il centro-destra, frammentando i partiti minori, con una presa di petto nei confronti delle rendite corporative consolidate prima intoccabili. Rispetto alla forte reazione delle forze politiche di maggioranza che si sono sentite estromesse dalla guida della Regione, nonostante il mandato elettorale, l’opinione pubblica siciliana si è tirata fuori dallo scontro assumendo una posizione attendista e di quasi silenziosa accettazione. Tutto sommato, un Governo che si presenta decente, composto da magistrati e persone perbene, competenti e con qualità morali, diverso dai precedenti, che dice di fare sul serio con un programma di svolta e di riforme, è sembrato convincente e liberatorio, in un clima di permanenti delusioni e di crescente rigetto da parte della gente nei confronti della politica. Ovviamente, le tensioni rimangono. Lombardo, nella comunicazione all’Assemblea, ha affermato di volere realizzare un Governo tecnico, punto di svolta per portare avanti un progetto riformista e di cambiamento, fondato sul risanamento delle finanze, sburocratizzazione della struttura regionale, delegificazione, decentramento in direzione dei liberi consorzi, qualità di lavoro per i giovani, ricerca, innovazione, sviluppo culturale, in una Regione che prima di tutto deve modificare se stessa. Un Governo, quindi, completamente nuovo e rivoluzionario che ha chiesto il sostegno “di chi ci sta ci sta”, ottenendo il consenso dall’Mpa e da parlamentari PD, Fli, Udc, Api. Per Sicilia Mondo, il Lombardo quater ha il merito di avere affrontato i problemi reali dell’Isola e sfidato i poteri forti incrostati nel territorio. La sua forza sta nel programma. Ha possibilità di completare la legislatura se resisterà ai condizionamenti parlamentari ed esterni. L’assedio che lo circonda è forte. Così come forte è l’auspicio dei siciliani per una svolta storica della Regione. Secondo la nostra angolatura, la relazione del Governatore alla Assemblea manca di una progettualità di largo respiro che rilanci a livello internazionale la promozione dell’immagine Sicilia fuori dalla provincialità isolana. In una fase storica tutta in movimento, dove tutto e tutti entrano in competizione selvaggia tra di loro, dai continenti, dalle nazioni, perfino da qualche Regione italiana che guarda la Cina e l’India, porta tristezza il silenzio sulla mancata proiezione internazionale della Sicilia che pur dispone di una “risorsa di vantaggio” che non ha l’eguale con i suoi siciliani presenti in tutte le parti del mondo. Addirittura il doppio dei residenti nell’Isola. Molti, divenuti eccellenti ed in posti di responsabilità. Sicilia Mondo che ascolta le sensibilità che vengono da lontano, ha sempre presentato al Governo idee e progetti auspicando, tra l’altro, un Assessorato all’intercultura, tessitore di relazioni e politiche con i Paesi dell’area del Mediterraneo ed oltre. Anche alla vigilia del quarto Governo non ha mancato di dare suggerimenti. Ma endemica resta la incapacità della Regione di dare vita ad un progetto di coinvolgimento della risorsa siciliana che vive fuori dalla Sicilia. Sicilia Mondo ha raccolto non solo silenzio ma anche dispiaceri dal “fuoco amico”. Ha, quindi, ricordato la responsabilità storica di una permanente inerzia politica che nel tempo può trasformare la straordinaria risorsa dei siciliani presenti in tutto il mondo residuale e quindi invisibile.