L’anno 2010 non è stato un anno facile per gli italiani tutti e meno che mai per gli italiani all’estero. I tagli alla cultura, all’assistenza, la “riorganizzazione” della rete consolare, hanno creato e continueranno a creare grandi disaggi per gli emigrati. L’attacco mosso alle comunità all’estero, mascherato dalla pseudo ricerca di normalizzazione e razionalizzazione della spesa, è stato e continua ad essere pesante.

Il grande patrimonio umano, culturale, sociale, messo insieme dal movimento associativo, non solo viene messo in forse, ma lo si vuole mettere in ginocchio, portandole a chiusura certa. L’unico augurio che mi sento di potere fare a tutti, è quello che il 2011, sia più benigno con gli emigrati, portando loro un ripensamento di questo governo, che tira diritto senza badare ai diritti consolidati che sta calpestando, ai doveri che ha nei confronti degli emigrati meno fortunati che abbisognano di assistenza. Infine, non sarebbe male una riflessione dei partiti sul valore dell’associazionismo in emigrazione, che non può essere distrutto per sostituirlo con ipotetiche reti politiche, pur necessarie ed utili, ma che spesso con grande miopia politica, mirano solo a sostituire le associazioni, senza per altro avere la capacità e la possibilità di coprirne lo spazio culturale, organizzativo, umano e politico. Un ultimo augurio che voglio fare ai nostri lettori ed a tutti coloro che ci seguono, è quello relativo agli eletti all’estero. Fino ad ora, sugli interessi degli emigrati è prevalsa la logica partitica di appartenenza, con gravi danni per le comunità all’estero. A fronte di un impegno costante dei parlamentari eletti con lo schieramento di centro sinistra e col PD, si riscontra completa accondiscendenza alla politica del governo da parte dei quelli eletti con lo schieramento del PDL. Inutile e grotteschi poi appaiono auguri ed appelli come quelli del Sen. Caselli, che non solo non spende una sola parola per il suo elettorato, ammesso che sia reale, ma si appiattisce sulla politica del cavaliere, pensando di poterne essere clone in Argentina. Questi signori, dovrebbero capire che il loro elettorato si chiama “Italiani all’Estero” e dovrebbero fare lavoro di squadra per difenderne gli interessi, senza se e senza ma. Purtroppo i Caselli, ed altri come lui, vanificano lo sforzo degli altri rendendolo debole e di scarsa efficacia. Speriamo che il 2011 porti consiglio a questi signori e li faccia rinsavire, sapendo che i cavalieri passano, ma le comunità all’estero sono lì e ci restano ed è gente che non dimentica e che alla fine saprà fare i propri interessi. Con affetto Salvatore Augello Segretario Generale dell’USEF