“Cara Terra mia…†è l’ultimo lavoro di Mimmo Saputo, ormai novantenne, con un bagaglio di volontariato presso il segretariato per l’emigrazione siciliana (SERES) ed autore di varie pubblicazioni tra cui il libro “Prigionieri, Deportati o Internati? Solo schiavi.â€, pubblicato nel 2005, che ricorda gli anni vissuti in prigionia, dal 1943 al 1945, presso i lager tedeschi.
Insignito della medaglia di onore dal Presidente della Repubblica come supersite dei lager nazisti. “Cara Terra mia…†è stato presentato a Terrasini, città Natale di Mimmo Saputo, nel salone della Biblioteca Comunale, con il coordinamento del suo Presidente Ettore Pappalardo, alla presenza dello stesso Saputo, in una sala affollata di amici e simpatizzanti dove non è mancato il Sindaco Girolamo Consiglio e le Istituzioni cittadine. Un’autentica festa della Città di Terrasini che si è stretta attorno al suo illustre concittadino. E’ stato proprio S.E. l’Arcivescovo Luigi Bommarito, anche lui terrasinese, a presentare il libro che ha definito un “regalo prezioso†alla Città di Terrasini. E’ stato poi Lucio Oieni, funzionario ed esperto dell’Assessorato Regionale del Lavoro e della Emigrazione a ricordare l’apporto che Mimmo Saputo diede al ruolo di un associazionismo eroico nella fase più calda dell’emigrazione siciliana, all’indomani della seconda guerra mondiale. Mimmo Azzia, presentando “Cara Terra mia…†, ha voluto onorare l’ultraquarantennale legame di amicizia e di militanza nel volontariato, con lo stesso spirito di servizio e di amore, in favore degli emigranti siciliani. “Cara Terra mia…â€, ha detto Azzia, è un libro rivelatore di una straordinaria sensibilità e di una visione etica del mondo migratorio. Si legge tutto d’un fiato perché ti porta subito dentro i suoi personaggi ed i luoghi da lui amati, facendoteli vivere dal vero. Come una magia. Immediata la sensazione di un linguaggio parlato e semplice, ricco di sensibilità , da cui emerge l’entroterra culturale dell’autore. “Cara Terra mia…†è un grido di amore e di sofferenza ma anche di una speranza che guarda al futuro. Questo filone strategico accompagna tutta l’architettura del libro. Un libro scritto con il cervello di un novantenne ma con l’ardore di un giovane. Mimmo Saputo è stato lontano per oltre 60 anni dalla sua Terrasini dove è nato. Ora che ne ha 90, constatata la impossibilità di vivere anche saltuariamente nella sua Terrasini, per l’età avanzata, ha scritto “Cara Terra mia…†dedicandola ai suoi tre pronipoti Beatrice, Fabiana e Dario. Ha già dieci nipoti. Sognando che quando saranno grandi si ricorderanno del vecchio bisnonno che li ha tanto amati, della loro origine e di una memoria storica su Terrasini. Fanno tenerezza le riflessioni e gli accostamenti di un novantenne che si immagina bambino per dialogare e giocare con i pronipoti anelando anche lui di essere coccolato, dondolato ed accarezzato. I due estremi si toccano. Una pagina di letteratura. Il libro è dedicato anche ai terrasinesi emigrati ed alle loro sofferenze, affinché mantengano nel cuore il ricordo delle proprie radici. Pensando a loro, ritorna nella sua mente il ricordo dei 14 anni vissuti in pieno nel volontariato presso il segretariato del SERES. Il ricordo della loro sofferenza per la lontananza dalla propria terra, i contatti con i terrasinesi emigrati che è andato a trovare all’estero, le emozioni di quelle esperienze, gli insegnamenti di un terrasinese illustre come Salvatore Favazza. Sono 14 anni che hanno lasciato un segno forte nella sua vita. Si accorge, ora, di avere interiorizzato quella sofferenza della lontananza e dello sradicamento che ora ritorna e rivive intensamente in prima persona ed in maniera struggente. A novanta anni ripensa alla sua Terrasini, ai terrasinesi che sono andati via ed a quelli che sono rimasti. Rivede Terrasini con gli occhi di oggi ma con il ricordo di ieri. Una Terrasini diversa, cambiata, cresciuta nella economia, nella edilizia, nei nuovi modi di vivere, nei suoi rumori. E gli ritorna nella mente la Terrasini di quando era ragazzo, giovanotto. La società come era allora, la semplicità di quel modo di vivere, gli amici che non ci sono più. Risente quel venticello di salsedine mai dimenticato. Un passato che non c’è più. Il ricordo diventa sofferenza. Alla sua Terrasini dedica la poesia “Cantu Terrasini!â€, un autentico canto di nostalgia e di amore. A questa sua città ed alle sue bellezze destina gran parte del libro facendone un best-seller del turismo isolano, scritto con il valore aggiunto di una grande passione: le coste, le chiese, l’economia, il folklore, il caleidoscopio cittadino mai dimenticato. Conclude cantando la vecchia canzone siciliana: “Torna al tuo paesello che è tanto bello, torna al Tuo casolare, torna a cantare…..â€, è il grido di amore e di sofferenza che ritorna ma anche di speranza affinché quel passato di storia e di valori non si disperda. Il libro chiude con un’appendice di 15 pagine dedicata al suo impegno di volontariato in emigrazione che ricorda una pezzo di storia dell’emigrazione siciliana. Brani del libro sono stati letti da Rosalia Saputo, dalla prof.ssa Anita Buttacavoli e dal prof. Salvatore Tocco, applauditissimi. Dopo averlo letto, ci domandiamo: “Cara Terra mia…†coinvolge il lettore? Certamente sì perché è un libro che apre un sipario di sentimenti, di storie e di verità che l’autore ripercorre con una sensibilità straordinaria. Il libro va letto ed amato.