Si è riunita a Catania, il 20 settembre corr., la direzione di Sicilia Mondo per le riflessioni sulle attività svolte e su quelle che riguardano l’ultimo quadrimestre dell’anno. Azzia, nella sua relazione, ha confermato che, anche quest’anno, la Associazione è riuscita a mantenere con i corregionali fuori dall’Isola, quel rapporto di quotidianità che è la sua ragione di essere.

Al centro della verifica, la cessazione dal dicembre 2010, della rivista Sicilia Mondo dopo 43 anni di ininterrotte pubblicazioni essendo stato negato il contributo regionale previsto dalla legge. Azzia, senza mezzi termini, ha affermato che ci troviamo di fronte alla violazione degli artt. 2 e 9 della legge 55/80. In particolare, nell’applicazione dell’art. 24 bis, è stata discriminata immotivatamente, tra le attività culturali, quella riguardante le pubblicazioni. Quello che ha lasciato sbigottiti è stata la decisone del Dipartimento Lavoro – Servizio II Emigrazione ed Immigrazione, di inserire, tra le priorità della sua gestione, la cancellazione delle pubblicazioni come non facenti parte della cultura, cioè come una “non cultura” e con essa tutto quello che riguarda la circolazione delle idee e della informazione. Si tratta della scoperta di un nuovo filone letterario ad opera della Regione? Una novazione tutta da studiare. Ma la storia ci insegna perché e quando si sopprimono le pubblicazioni. In questa logica, è stata cancellata la rivista Sicilia Mondo. Nella stessa linea è stata mortificata nella sua stessa essenza la Consulta Regionale della Emigrazione, peraltro già nominata, nonostante fosse stata espressamente voluta dal legislatore come motore di tutte le proposte operative e strategiche della legge 55/80, e nonostante le disponibilità di bilancio. Senza dire della soppressione di quella civile concertazione democratica che è alla base di ogni convivenza tra i popoli che si adotta prima di ogni decisione importante. Come beffa le associazioni sono state convocate dopo la pubblicazione del bando pubblico. Non meraviglia, quindi, che Sicilia Mondo sia stata spazzata via con due sole righe (nota prot. n° 18236 del 17/05/2010) “Si evidenzia che questo Dipartimento finanzia attività a valere sulla L.R. 55/80 attraverso procedure di evidenza pubblica. Pertanto la richiesta di che trattasi non può essere accolta”. Un verdetto perentorio, duro, coriaceo a qualsiasi contatto. E ciò pur sapendo, come Pubblica Amministrazione, che una rivista con una identità di 43 anni non può essere messa a bando pubblico. Ed infatti non lo è stata messa. Nemmeno in questo 2011. Così come non veritiera la mancanza di fondi, ancora disponibili a fine dicembre 2010. Così l’imperio del Dipartimento. La legge 55/80 carta straccia. A Sicilia Mondo resta il dolore profondo per la interruzione di un giornale scritto con amore. Ma la “vera parte lesa” sono i siciliani che sono stati privati di un servizio che durava ininterrottamente da 43 anni - 2 generazioni e più. Un servizio che portava la voce e le notizie di casa raggiungendoli a domicilio, ovunque si trovassero. Attesissimo. Note ed eventi che nessun altro organismo di stampa nazionale o regionale poteva portare. Senza dire della “informazione di ritorno” , largamente ospitata, che dava la possibilità a coloro che volevano farsi sentire o far conoscere il proprio vissuto ai parenti, agli amici, al paese di origine. Ed erano tanti. Anche la Sicilia, come Regione, è parte lesa perché è stata cancellata una pagina della sua storia, quella dolorosa dello sradicamento ma anche del successo conquistato all’estero da milioni di siciliani. Una pagina di storia lunga 43 anni. In solitudine per decenni. Percorsa con spirito di servizio ma anche con tanta passione ed amore. Ci si domanda se le parti lese di questo autentico delitto storico possano richiedere responsabilità o risarcimento. Sicilia Mondo, pertanto, non avendo potuto avere giustizia da chi lo poteva fare, ha scelto di ricorrere al Tar di Palermo, con ricorso notificato in agosto.