(SA) - Quando si dice che le associazioni hanno il problema di avvicinare e coinvolgere i giovani se vogliono avere un domani, si dice la pura verità . Una associazione che si arrocca solo su vecchi sistemi che non aggregano i giovani ed a volte nemmeno gli anziani, un motivo c’è sempre.
Una associazione che si rispetti, non può e non deve avere paura di caratterizzarsi, di uscire dal mucchio, di affrontare e confrontarsi con la realtà , di fare politica, una politica sana, leale, tesa a risolvere i problemi della collettività , tesa a cercare di rendere migliore la società dove si vive. Le associazioni che hanno come unico scopo quello di fare qualche festa annuale con la tradizionale manciata, da dove è bandita la politica, la riflessione, l’analisi di quanto ci circonda, quasi avessimo paura di contaminarci, lasciando agli altri il compito di decidere per noi, non vanno certo lontano e prima di tutto non agggreagano i giova. Ad essi, ai giovani, bisogna sapere indicare obiettivi di interesse collettivo, che stuzzichino la loro curiosità , la loro voglia di protagonismo, la loro voglia di fare, di non essere oggetti ma soggetti. Soggetti pensanti, interessati alla vita ed al mondo che li circonda, interessati a fare rivivere storia e costumi della terra d’origine, arricchiti dalla nuova cultura di cui sono permeati. Soggetti pensanti, che debbono tendere nella terra che li ospita ad essere protagonisti attivi delle problematiche del territorio ospitante e per la terra che è quella d’origine, stimolare un nuovo approccio con l’emigrazione, nuove politiche più aderenti alla realtà attuale. Fare tornare a parlare del problema, delle comunità siciliane all’estero, ma farne parlare in Sicilia, nei nostri paesi, nella nostra regione, coinvolgendo la politica che da tempo sembra volere prendere le distanza da questa importante pagine di storia che è l’emigrazione. Una pagina, che solo per il fatto che è storia, non significa che è passata e va chiusa nel dimenticatoio, ma va invece attenzionata, alimentata, coltivata, ravvivata con nuovi metodi, tenendo sempre ben presente che l’emigrazione è stato, è e continua ad essere un problema attuale, con tutte le varianti che si porta dentro. L’USEFda tempo ha capito questa lezione di vita, da sempre si è occupata di organizzare le comunità , di guidarle verso la realtà , senza fossilizzarsi nell’astratto idealismo e peggio ancora nella formula dell’apoliticità , che tanti danni ha prodotto e che continua a rendere debole il settore, dove si muovono personaggi pronti a speculare di queste debolezze. L’USEF da tempo ha capito che bisogna guardare avanti se non si vuole morire di vecchiaia. Parecchi si riempiono la bocca che vogliono organizzare i giovani, vogliono portarli all’interno della associazioni, ma alla fine non lasciano loro gli spazi fisici necessari, la libertà di pensare di organizzarsi, di elaborare le loro strategie, di sbagliare, se volete, perché sbagliare non è sempre negativo se serve a crescere, a maturare, ad evitare nuovi errori. Su questo terreno e con questa metodo di lavoro, l’USEF è scesa da tempo organizzando i giovani, parlando con loro, dando loro la libertà di organizzarsi e di elaborare le loro idee e le loro strategie, senza estraniarsi dal territorio che li circonda e dalle sue problematiche, senza disdegnare di affrontare i nodi della politica italiana e di quella siciliana. Su questo terreno, che si rileva fecondo, l’USEF cerca di costruire il futuro, lo ha fatto in Europa, lo ha fatto a Mendoza, a Rosario, a Bahia Blanca ed in altre realtà , lo ha fatto a Cordoba, dove nasce l’Associazione USEF più recente che ha vista ufficialmente la propria nascita sabato 29 ottobre. Una USEF, la cui età media non arriva nemmeno a 27 anni, una USEF, dove gomito a gomito, in perfetta parità numerica, interagiscono ragazzi e ragazze piene di entusiasmo e voglia di lavorare. La nascita di questo nuovo soggetto organizzativo e politico, non solo accresce la presenza dell’associazione in Argentina, dove già siamo parecchio forti ed organizzati, tanto da scatenare stupide gelosie da parte di personaggi che vedono compromesso il loro prestigio, se mai ne hanno avuto, ma rappresenta prima di tutto il giusto premio e la giusta soddisfazione di chi ci ha lavorato. Mi riferisco alla nostra portavoce per l’America Latina Antonina Cascio, che dopo avere tenuto a battesimo il gruppo giovani di Mendoza, ora vede nascere l’USEFpiù giovane del mondo a Cordoba, mi riferisco a Salvatore Finocchiare presidente del CEIA-USEF di Rosario, che si è dato da fare per aiutare questi ragazzi a formare la loro organizzazione, seguendo anche l’esempio di Rosario dove già opera un nutrito gruppo di giovani, Mi riferisco infine a Silvana Ghinaudo, presidente dell’USEF di Marco Juarez, che ha saputo tenere vicino questi giovani fino al traguardo finale. Oggi, abbiamo una giovanissima presidente, Florenzia Gomez, che guida un comitato direttivo di giovane e di giovani, ai quali diamo con piacere e soddisfazione il ben venuta nella grande famiglia dell’USEF, augurando loro un proficuo lavoro e assicurando che l’USEF, tutta l’USEF e non solo quella di Palermo, guarda a loro, sicura che rappresentano il futuro di questa nostra organizzazione, assieme ad altre realtà giovanili molto attive. Pensando a loro, ultimi arrivati, a quei gruppi che si sono costituiti prima ne che lavorano con diligenza e grande volontà , oggi possiamo dire con orgoglio e con gioia, che l’USEF sta costruendo il futuro investendo su di esso.Â