Per chi emigra oggi in cerca di un buon lavoro o di nuove esperienze, possiamo parlare delle vie del cielo, quelle che sulle ali di rapidi aerei ci portano lontano, ma ci aprono la possibilitá di tornare spesso e veloci, basta radunare i soldi per il biglietto ( e questa é un’altra fase). Emigrare 60, 100, 150 anni indietro significava non poter sottrarsi alle vie del mare.
Lunghi viaggi sulla sponda di enormi ole in grandi o piccole navi che attraversavano l’enorme oceano in lunghe traversie che facevano capire quanto grande era la distanza tra quello che restava indietro e quell’orizzonte nel quale si voleva approdare. Le Vie del Mare, quelle che portarono tanti italiani, tanti siciliani,ed ancora tanti abitanti della sponda dello Ionio, in Argentina. Tra essi, mé. Crescere tra gli adulti che partirono in quei tempi era avere come pane giornaliero la nostalgia e la chiara sensazione della distanza e della mancanza, e se sommavi al tutto essere un emigrato involontario, un bambino al quale le radici pendevano fuori dalla terra e che non capiva cosa farne e come risolvere quella dualitá, quella mancanza, quella tristezza, vi posso assicurare non é stato mica facile. Al contrario di quanto pensano alcuni, l’infanzia é una etá difficile, che trova tutto piú inspiegabile e che deve adattarsi alla volontá degli adulti senza essere consultata su i suoi desideri.(So che é regola di vita questa, ma non per questo meno crudele a volte). Le vie del Mare, in questi casi, sono davvero presenti per sempre nella mente di queste persone, sono presenti nelle storie degli anziani e nei sogni dei bambini, sono nascoste nel passato lontano e ci segnano la rotta tracciata dalla vita di ognuno. Non risulta strano il nome di Vie del Mare che porta l’associazione guidata da Silvio Benedetto e Silvia Lotti. Silvio ha nelle radici le vie del mare che portarono i suoi nonni in Argentina e seguì le vie del mare trasformate in vie del cielo oggi, per accompagnare la storia di quelli che partirono verso l’America e di quelli che oggi vogliono conoscere l’antica terra di origene. In questa combinanzione che la vita degli emigrati sá radunare ed intrecciare, loro hanno con l’USEF una stretta e fitta tela tessuta, di un tessuto forte e resistente, basato sulla capacitá di offrire e di accettare cultura. Offrire quanto si ha e si sá per ricevere quello che altri hanno e vogliono dare per fare la trama non soltanto forte, ma anche colorita e variegata. Noi dell’USEF é da tempo che parliamo della interculturalitá, degli artisti e dell’arte che abbiamo e vogliamo far conoscere in Italia. E certamente siamo in ansia per conoscere quanto ci offre la nostra antica cultura siciliana. Silvio e Silvia, attraverso le Vie del Mare hanno la stessa passione: condividere momenti che potranno arricchirci e accresceranno il nostro tesoro culturale. Non é in vano che si sá che l’uomo é cresciuto come tale attraverso i viaggi e l’emigrazione che incorporavano tradizioni, cultura, tecnologia, scienza e gastronomia, per non continuare ad enumerare. Dal mio giardino pieno di glicine, la mia mente mi porta a Uribelarrea, un magnifico posto sulla pianura di Buenos Aires, dove sabato 8 abbiamo vissuto, per gestione delle Vie del Mare, e di Silvio e Silvia, una magnifica e ricca giornata di musica, pittura, ricordi , racconti, e gastronomia, generosa gastronomia, della quale abbiamo partecipato tanti amici, dal Nord al Sud di Argentina. Tra di loro, noi dell’USEF, con la volontá, nel futuro ,di associarci a questi momenti dell’emigrazione e di trovare un programma in comune di partecipazione tra le due associazioni. Troveremo il modo di farlo, senza dubbio. Incominciando da oggi. (Antonina Cascio)
* Nella foto una parte della delegazione dell'USEF con Silvio Benedetto e Silvia Lotti