Resistenza la chiamavamo quando ero giovane. Le guerre non sono tutte uguali, man mano passa il tempo sono piú Tecnificate, a volte piú brutali, a volte piú difuse. Noi siamo in guerra. Tutti noi, italiani all’estero ed italiani della penisola e le isole Combattiamo una sorda guerra basata sul potere di quelli che hanno di piú e vogliono ancora di piú,

una guerra basata su bugie, fantasie finanziarie e strategie per farci credere che siamo stati noi a spendere ed a comportarci male, come bambini che ora debbono soffrire la loro punizione. E nel mentre dimentichiamo tutti, i valori piú importanti nel fragore della lotta. Ma insomma, guerra é.Dobbiamo capirlo. Supratutto quelli della mia etá ed i piú vecchi che siamo reduci tutti della grande guerra e di quella fredda e di quella del golfo, ed etc, etc. Dobbiamo capirlo e dare esempio di resistenza ai piú giovani. La psicologia moderna parla di “riesilienza”. Nella mia situazione di recente operata al ginocchio, convalescente di un piccolo viaggio al di lá del quale mi hanno cacciata fragorosamente facendomi tornare da queste parti, sebbene potrei dar catedra di resilienza-come tanti altri- saró breve e concisa. RESILIENZA ( derivata da quella antica resistenza) é la capacitá di sopravvvivere alle dificoltá, di andare avanti con un supplemento del carattere che ti permette di sopporare i problemi e trovare soluzioni e continuare sempre disposti a migliorare la situazione e sempre piú forti e piú decisi. Credo che i nostri dirigenti USEF- quelli che si fanno sempre presenti in un modo o l’altro- potranno affrontare la strada della resilienza ed accrescere le loro capacitá di azione e di creativitá. Cosí come credo che sia arrivata l’ora che quelli ai quali non interessa l’istituzione, non interessa l’emigrazione se non come risorsa per fare viaggi e per pranzare in alberghi 4 stelle le specialitá della Sicilia, o come risorsa per ottenere titoli vuoti di senso e significato che aprano porte a feste e riunioni consolari, quelli che mai appaiono quando sono necessari, facciano un passo fuori dell’USEF. Meglio pochi e buoni che troppi inutili. Non mi scuso della mia dura sinceritá, é parte del processo di risilienza imparare a dire quel che si pensa e si crede. Amici cari di sempre, continuate ad appoggiare i nostri dirigenti. Fatevi presenti al mondo, se non con grandi attivitá, con piccole attuazioni, con riunioni, con lettere, con articoli , etc. Basta che ci siano due persone per fare una istituzione. Ma due persone al lavoro. Un caro saluto a tutti , buon Natale e buon inizio di anno. Antonina Cascio Presidente TRINACRIA OGGI – USEF Mendoza

2) VIRGINIA QUEZADA

Cari colleghi e amici del Consiglio Generale, L’enorme lontananza che ci separa ci impedisce di essere presenti a questo incontro, ma attraverso questo mezzo voglio esprimere al Consiglio, piu che mai; il nostro forte impegno a continuare il nostro volontariato e di lavoro permanente per la nostra comunitá in questo angolo d’America del Sud. Quest'anno è stato difficile per tutti, per l'Europa e soprattutto per voi. Abbiamo seguito con attenzione e preoccupazione l'evoluzione della crisi finanziaria che ha colpito duro e per questo esprimo attraverso di voi, la nostra solidarietà a tutti coloro che stanno soffrendo le conseguenze brutissime, in particolare gli amici di Catania, splendida città che mi ha accolto da un lungo periodo, pur vivendo mio figlio come studente presso l'Università lì. In queste condizioni è molto difficile da sostenere l’ istituzioni, ma, la Usef carriera lunga e meritoria che da oltre 40 anni, si è sviluppato in favore degli immigrati e dei migranti e le loro famiglie non può essere spento. Sarebbe irrispettoso per la memoria di tanti altri che ci hanno preceduto in questo bel lavoro. L’USEF ed il suo lavoro si é concentrato sul benessere siciliano emigrato al’estero e immigrati proveniente da altri paesi vengono in Sicilia, continua ad essere un “adesso” del tutto appropiato e necessario. L’emigrazione siciliana riguarda non solo i nostri antenonni, nonni e genitori.Abbiamo trovato questa storia di emigrazione dai conti di Marco Polo l’anno 300 in piu. Oggi l’emigrazione siciliana é un fenómeno in pieno vigore e complesso, fenómeno che é definito “fuga dei cervelli”, cui effetti sarano evidente nei prossimi anni con conseguenze inaspettate per lo sviluppo económico e sociale della regione. E 'un imperativo dovere autorità siciliane politiche farsi carico della loro emigranti sparsi per il mondo e accettarlo, non come un peso, ma come riconoscimento di una risorsa umana preziosa, serbatoio di antica cultura siciliana, che ha contribuito nel tempo a lo sviluppo della società in tutti i paesi in cui si sono stabiliti, lasciando un'impronta inestimabile, trasmesso di generazione in generazione fino ad oggi. . Come Sireci-Usef-CILE, continuaremo a sostenere lo sforzo insieme all’USEF per installare come rilevante fenómeno sociale la situazione degli immigranti, intesa come una realtá complessa, in un contesto storico attuale che afronta grandi sfide, e dove ogni individuo e la sua familia fa fronte a queste sfide modi specifici, ed a lavorare per la diffusione della cultura siciliana, in mezzo alla società cilena, non solo per preservare la memoria dei nostri antenati, ma come una partecipazione efficace e necessario per il rafforzamento della democrazia e inclusiva di tutte le classi sociali. Spesso ingiustamente accusato di "fare politica", ma… forse non facciamo politica in ogni atto della nostra vita quotidiana? ... La nostra associasione ha sviluppato per molti anni importanti eventi culturali con la partecipazione di giovani artisti, professionisti, politici, intellettuali, studenti e uomini e donne semplici che partecipano con entusiasmo le iniziative proposte. E 'il nostro impegno a continuare su questa strada con tutte le nostre forze. Da Santiago del Cile, un caloroso abbraccio a tutti. Virginia Quezada, Presidente SIRECI-USEF-CILE.